Psicopedagogia dei linguaggi (Briganti)
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Gruppo ITACA: Educazione.Comunicazione.Cultura della differenza (PERCORSO DI GRUPPO)

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Messaggio  mariarosaria tarallo Mer Dic 03, 2008 12:59 pm

Recupero materiali e informazioni pregresse....
Diversità e Stigmatizzazione.
il post che segue questa introduzione è condiviso: Maria Aiello, Rita Anaviglio (nostra capogruppo di turno) ed io desideriamo proporre alcuni stralci delle parti da noi curate all'interno di un percorso effettuato di recente in altro ambito, ci siamo dedicate, in particolare, al problema della stigmatizzazione di determinate categorie di uomini. Abbiamo appena iniziato con maggiore lena il lavoro di cui è parte questo forum anche su cartaceo...e abbiamo sentito l'esigenza di tornare ad altre fasi del nostro percorso...perché il concetto di stigmatizzazione è strettamente legato a quello della diversità.

Ve li proponiamo, nella loro semplicità, perché partiamo anche da quei punti di vista per il nostro lavoro, in quanto siamo convinte che i processi di stigmatizzazione, per quanto riferiti a diverse "categorie" di esseri umani, abbiano in comune alcune dinamiche, ad esempio quelle relative ai linguaggi; pertanto, quanto affermiamo a proposito dell'immigrazione in quel lavoro, vale, a nostro avviso, anche per altre cosiddette "diversità". (Accoglieremo volentieri correzioni ie riflessioni in merito a questo e a tutto, nell'ambito di un percorso che stiamo facendo, soprattutto "raddrizzamenti" opportuni e input, come sempre, della Docente. : )

Premettiamo che, come gruppo, il nostro tipo di approccio alle varie tematiche, per le varie discipline in cui abbiamo lavorato in passato e anche di recente, come per questa attuale, bellissima, è sempre finalizzato all'apprendimento di cose nuove sì, ma da aggiugere a quanto acquisito in un percorso che intendiamo continuativo, "filo rosso" di tutte le oppportunità formative passate e presenti. Apprendimenti pregressi e apprendimenti nuovi si richiamano a vicenda ; = ) Abbiamo condiviso questa scelta a volte anche con altri percorsi personali e di gruppo, con cui ci siamo sentite in particolare sintonia d'interessi e approcci (indimenticabile la collaborazione con IvanaClemente per il laboratorio di storia, o, per un laboratorio multimediale, guidato dalla chiarissima e bravissima Prof.Paci, con Colomba, Maria Antonietta Palm. e Alessia Z., ; )) Speriamo che tante nuove collaborazioni possano intersecarsi, non solo tra tutti i gruppi che già si conoscono, ma anche "rimescolando" le carte in modo da interagire anche tra quanti non hanno mai effettuato scambi tra loro.

Ecco qualche nostro stralcio da un'altra nostra recente TESINA (lo posta Maria Aiello di seguito), quindi, sulla stigmatizzazione della diversità, che, come gruppo Itaca, terremo presente anche per questo lavoro; naturalmente non faremo copia di noi stesse ; ) (infatti per non "barare" li postiamo alla luce del sole ; )))) Sono ora per noi qui "appunti di viaggio", che portiamo nei nostri zainetti di esperienze... Sono certa che si saranno altri appunti di viaggio in altri zainetti, che aspettano solo di essere tirati fuori, per condividerli con noi.

A proposito, una collega giorni fa mi ha chiesto in facoltà perchè ci chiamiamo “Gruppo Itaca”, dal primo anno di studi a Rita , Maria e me sta simpatico chiamarci così: lo copiancolliamo (in questo caso ebbene sì ; ) in tutti i nostri lavori, (quelli di noi tre e quelli condivisi a volte con altri, ed ora anche qui per spiegarlo, "ci rifacciamo al nome della patria di Ulisse, perché un lavoro di ricerca è per noi, sempre, un’ avventura da intraprendere, per cercare di crescere insieme nella Conoscenza, senza perdere di vista le rive da cui partiamo, le conoscenze pregresse, acquisite attraverso lo studio, l’esperienza personale e la trasmissione da parte di altri.
La Conoscenza vera, da soli, secondo noi non è possibile; essa è un processo continuo, che si alimenta e si vive insieme ad altre persone, desiderose di condividere quanto, nelle loro rispettive storie, è dato loro di intuire, scoprire, cogliere, imparare in vari modi"
.


Sono idee che possono piacere come non piacere, nella varietà di opinioni legittime di questa vita ; ) Secondo la metafora del viaggio dello stesso Ulisse a partire da Itaca..., che tutti conosciamo... non è poi tanto importante la meta stessa quanto lo stesso viaggiare.
Secondo noi, non è importante fare le cose con spirito competitivo, per essere "come" gli altri, o per essere non da meno di loro o persino di più, come nella nostra società è diffuso fare, ma forse la cosa che più conta è semplicemente essere se stessi, tra successi o sconfitte, possibilità e limiti, e, soprattutto, quando si lavora a un progetto comune, è bello condividerne i risultati, quali che essi siano, perchè al di là di un voto, rimane, a chi ci ha creduto davvero, molto molto di più.
La nostra Docente sembra valorizzare e, anzi, dare priorità, proprio a tutto questo, all'esperienza, al progetto, al percorso, alle sinergie, promuovendo le differenze, facendo di esse il punto di forza del corso nelle sue varie articolazioni, allargando, a mo' di cerchi nell'acqua, la partecipazione, de-codificando parole e silenzio secondo le pari dignità, mai, come ora...ciò che sta concretamente contando...è proprio il viaggio!!!

è una specie di "fede" per noi, che coltiviamo insieme, in un gruppo eterogeneo per età, studi passati ed esperienze, un gruppo in cui, quindi, la "diversità" sotto questi aspetti è proprio di casa, e proprio per questo c'è sempre qualcosa da dirsi, e da condividere. Come è vero anche tra noi tutti ; =) nel forum ma anche in aula. Comunque la pensiate, buon Mercoledì santa


Ultima modifica di mariarosaria tarallo il Lun Dic 08, 2008 1:38 pm - modificato 8 volte.
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Messaggio  aiello maria Mer Dic 03, 2008 2:15 pm

APPUNTI DI VIAGGIO
Riassumiamo, per il momento, le nostre ricerche in merito alla definizione di tale termine quale proiezione- da parte della società- di stereotipi negativi su certi individui (per esempio persone con disabilità); conseguenze sono la diffusione di pregiudizi che si fanno discriminazione a svantaggio di individui e di interi gruppi umani, con l’attribuzione ad essi di identità che non gli appartengono o alle quali si conferiscono dei significati negativi.

Il Prof. Zolo parla di “fondamentalismo della modernità”, proprio di “ quelle élites politiche e culturali” che al di fuori del cerchio della modernità occidentale concepiscono “solo barbarie, oscurantismi, oppressioni e repressioni” . Egli definisce tale fondamentalismo “acquisitivo e consumista” , animato dalla competizione, ossessionato dall’efficienza produttiva e dalla velocità.

Accanto ad esso, Zolo registra l’esistenza di un fondamentalismo anche dei diritti dell'uomo e della democrazia. L’universalismo umanitario, che caratterizza tale fondamentalismo, sarebbe la causa scatenante delle guerre di aggressione nei Balcani, in Afghanistan, in Iraq, ad opera dell’Occidente.

Già Focault, durante i corsi tenuti al Collège de France, tra il 1977 e il 1979, nei quali introdusse il concetto di “biopolitica”, individuava nel governo di fenomeni naturali (tra i quali la salute e la “razza” stessa), una delle sfide principali della modernità;


In un articolo tratto dalla Rivista “Giovani Sociologi” del 2005, si afferma, a proposito della stigmatizzazione degli immigrati come soggetti devianti, che “l’identificazione di un “altro” come rischio funziona come potente mezzo per il mantenimento dell’ordine sociale. Ciò è vero, in particolare, nei momenti di crisi e transizione, quando le persone sperimentano un diffuso senso di insicurezza e l’ordine della società è minacciato da cambiamenti strutturali.” Secondo impostazioni di questo tipo, la focalizzazione della collettività su una categoria ben definita di rischio dà l’idea di poter controllare quel rischio stesso e mettere in atto delle strategie per difendersi dal pericolo percepito. (Lupton e Tulloch 1999), fino alla “sensazione di riacquistare il controllo sulle loro esistenze”.
Il processo di stigmatizzazione si attua anche attraverso “l’opacità linguistica”, come afferma il Prof. Alessandro dal Lago , alla quale sono esposti gli individui immigrati; essi sono, appunto, “gli immigrati”, “gli extracomunitari”, “gli stranieri”, ma non si fa mai riferimento ai vari aspetti della loro vita quotidiana, alle relazioni con gli stati accoglienti. Si enfatizzano, invece, gli aspetti più eclatanti per l’immaginario collettivo , non le forme d’integrazione, ma le eccezioni devianti nella criminalità.
Si alimenta così quel senso diffuso di insicurezza proprio della società post-moderna; sfuggendo un confronto autentico tra la cultura dominante, quella di uno stato accogliente, con una cultura diversa, che fa riferimento a norme e valori anche differenti, quale può essere, appunto, la cultura dell’Islam, ci si rifugia negli schemi stereotipati, che trovano negli immigrati i capri espiatori di quel diffuso senso di insicurezza del mondo contemporaneo.


Oggi, nel mondo occidentale, che si proclama esempio di vera democrazia, e di libertà, assistiamo alla negazione delle identità e delle libertà personali per tanti individui e “gruppi” di individui, stigmatizzati per appartenenze di vario tipo: di etnia, di religione, persino di genere.
Una società credibile in quanto autenticamente civile non può che ripensare se stessa, mettendo in atto nuove strategie di gestione della pluralità, forse soprattutto promuovendo una crescita della cultura della conoscenza e del rispetto dell’Altro, della storia di quest’ultimo, della identità e delle “appartenenze” positive di cui è portatore. La negazione di tutto ciò è discriminazione, marginalità, handicap e, in conseguenza di ciò, può indurre alla rivolta delle minoranze discriminate, così da poter poi concepire quelle presenze in termini di criminalità e devianza, oscurando le vere ragioni della ribellione a condizioni di vita che negano, ancor oggi, il diritto di una cittadinanza autentica a quanti pur sono parte produttiva, spesso sottopagata, sfruttata, delle nostre società occidentali.


Ultima modifica di aiello maria il Mer Dic 03, 2008 2:27 pm - modificato 1 volta.

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Messaggio  rosa aromino Mer Dic 03, 2008 2:24 pm

Sempre puntuali e simpatiche le tre " resinare" ( con tanto affetto , visto che condividiamo corsi , nevrosi e soddisfazioni da 4 anni a questa parte) Very Happy !!!
Dopo la sviolinata volevo proporvi qualche articolo ,tra i più importsanti,della «Dichiarazione universale sulla bioetica e i diritti umani» .

Articolo 3 – Dignità umana e diritti umani
– La dignità umana, i diritti umani e le libertà fondamentali devono essere pienamente rispettati.
– Gli interessi e il benessere dell’individuo devono avere la priorità sull’interesse esclusivo della scienza e della società.

Articolo 8 – Rispetto per la vulnerabilità umana e l’integrità della persona
Nell’applicazione e nell’avanzamento della conoscenza scientifica, della pratica medica e delle tecnologie associate, si deve tenere in considerazione la vulnerabilità dell’essere umano. Gli individui e i gruppi di particolare vulnerabilità devono essere protetti e la loro integrità personale deve essere rispettata.

Articolo 10 – Uguaglianza, giustizia ed equità
Deve essere rispettata la fondamentale uguaglianza di tutti gli esseri umani in dignità e diritti, così che tutti siano trattati in modo giusto ed equo.

Articolo 11 – Non discriminazione e non stigmatizzazione
Nessun individuo o gruppo può essere discriminato o stigmatizzato per alcun motivo.

Articolo 12 – Rispetto per la diversità culturale e il pluralismo
Deve essere data la giusta considerazione al valore della diversità culturale e del pluralismo. Tuttavia diversità culturale e pluralismo non possono essere invocati per violare la dignità umana, i diritti umani e le libertà fondamentali, né i principi affermati in questa dichiarazione, né per limitare i loro scopi.


La discriminazione tende ad accanirsi su gruppi che sono privi di potere economico, politico, mass-mediatico e, talvolta, anche sociale. La stigmatizzazione colpisce proprio chi è privo di armi per affermarsi e raccontarsi nel circuito di chi perpetua la violenza,anche verbale e,soprattutto, culturale. L'ideale per tentare di arginare un fenomeno così complesso come questo da voi proposto sarebbe diffondere la "cultura della diversità", facendo in modo di trasformare in opportunità e momento di crescita quello che per molti viene, invece, definito come motivo di discriminazione e azione di stigmatizzazione.

rosa aromino

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Messaggio  mariarosaria tarallo Mer Dic 03, 2008 2:37 pm

che bello grazieee, ci vergognavamo, detto tra noi, di scrivere in proprio qui, speravamo proprio nuovi ampliamenti di orizzonti, grazie RosArom ; ) il termine pluralismo, riportato nel contributo che proponi, imprescindibile per il suo valore davvero universale, è praticamente "magico" per me, purtroppo questa gestione corretta delle pluralità,secondo la mia impressione, è scarsolella in questa società, e quindi ciò si traduce in handicap per la società stessa, ma poi le conseguenze più pesanti le pagano i gruppi di uomini stigmatizzati, le persone con disabilità, i senza-tetto, gli immigrati, gli alunni svantaggiati, le minoranze etniche, e coloro che sono altrettanto "diversi", secondo l'immaginario collettivo, perchè non rientrano in determinati standard, requisiti, presupposti. Fa notizia il vestirsi, fa notizia il riconoscersi nella musica imperante, fa notizia questo ed altro: possibile che gli uomini abbiamo così poco da dirsi, da dover essere, nelle attese di tante maggioranze di questo mondo, continuamente replicanti dei modelli dominanti?

Grazie per aver rovistato a tua volta nel tuo zainetto e aver ampliato il confronto. Abbraccio. CiAo
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Messaggio  Admin Mer Dic 03, 2008 2:58 pm

....è proprio apprendimento collaborativo questo!
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Messaggio  rita_anvg Mer Dic 03, 2008 8:03 pm

Mi scuso se sono stata assente per una giornata Smile ma ho avuto problemi con l'adsl Sad
Volevo innanzitutto ringraziare le mie colleghe di gruppo, Rosaria e Maria, perchè dalla "diversità" (accennata da Rosaria nel post) che ci "unisce" in questi ultimi anni ho imparato veramente tanto, e non intendo solo inel senso nozionistico del termine, ma IMPARARE nel senso più completo.
Sono delle ottime compagne e ci tengo a ringraziarle qui Embarassed sarà fuori luogo? beh non importa, è il minimo dopo aver letto la premessa Wink .
Per quanto riguarda invece la stigmatizzazione, il commento appena postato da Rosaria spiega in maniera chiarissima anche la mia opinione a riguardo, non avrei saputo esprimermi con parole migliori Exclamation
Auguro a tutti un buon lavoro
buona serata cat
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Messaggio  mariarosaria tarallo Mer Dic 03, 2008 10:21 pm

è molto bello camminare insieme soprattutto quando gli argomenti da trattare sono poi anche dei valori nei quali tutti noi crediamo, è qualcosa in più, che ci motiva più profondamente e ci fa crescere un po' di più passo dopo passo, anche attraverso le difficoltà, al di là dei luoghi comuni, grazie anche da parte mia a voi, a Rosa e a tutte le persone che incrociamo con le quali condividiamo tanta speranza per il futuro ; ) La stigmatizzazione delle appartenenze (comprese quelle ai gruppi religiosi, delle quali ci siamo occupate anche negli ultimi mesi) è qualcosa che sentiamo molto, perché è il frutto di pregiudizi assurdi, che fanno male a tanti individui, esasperano gli animi, legittimano in qualche modo la violenza, mettono l'umanità sottosopra.
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Messaggio  mariarosaria tarallo Sab Dic 20, 2008 5:34 pm

come "nota" nel nostro progetto di gruppo, inserisco la notizia, già letta letta ieri, sul display orari-bus, mentre venivo a lezione. Sarò sincera, avevo sempre preso un po' le distanze da certe mie idee sull'educazione, le ritenevo io stessa, paradossalmente, un po' estreme, sul fatto che essa sia "malata", ma, grazie a qualche suggerimento bibliografico della nostra Docente di corso, ho potuto scoprire che altri l'hanno pensata e la pensano così. L'educazione è la chiave di tutto e quindi, contrariamente a quanto alcuni ci vorrebbero a volte far credere, voler iniziare da lì, dall'educazione, cercando di affrontarne carenze e storture, vuoti, lacune,equivoci di vario tipo, non è un perder tempo, ma andare al cuore di tanti problemi.
Lascio anche per le mie due colleghe, con cui sto curando il percorso di cui al titolo della discussione, questa notizia, perchè ci deve far riflettere, quando accadono certe cose penso che in tanti sentiamo ancor più l'urgenza di avere a cuore, investendo tempo e volontà in e per essa, l'educazione del presente e del futuro...


Bimbo tenta suicidio perché punito

Si butta da balcone casa al 4/o piano di un palazzo a Torino
(ANSA) - TORINO, 19 DIC - Un bambino di 10 anni si e' buttato dal balcone di casa, al 4/o piano di uno stabile a Torino, perché messo in punizione dai genitori. Avrebbe riportato soltanto la frattura di un arto perché un terrazzino sottostante ha impedito che il volo terminasse sulla strada; è stato ricoverato all'ospedale Infantile Regina Margherita. Sul posto è intervenuta la polizia._______________________________________________________

Ieri a lezione mi sentivo frastornata da questa notizia, perchè secondo me certe cose vengono da lontano, ecco perchè, ad esempio, Educazione e Comunicazione sono inscindibili, e non perché ci è stato insegnato decine di volte, in tutti i contesti possibili, che "la comunicazione avviene tra emittenti e ricevente", che ci sta pure quella "non verbale" e "quella facilitata" ecc.ecc. c'è molto molto di più che riguarda questo discorso, e noi tutti lo sappiamo, come credo che quanti già insegnano sappiano come non sia scontato, poi, in certe realtà trovare colleghi con i quali condividere entusiasmo e fede nell'educazione che uno si porta dentro.
Troppe cose, a volte, sono date per scontate, non c'è tempo per "pensare", per ri-flettere sul processo educativo in atto, occorre mettere per iscritto progetti, far quadrare le elaborazioni dei POF, offrire delle belle "facciate" che lascino intendere una piena corrispondenza a tanti requisiti ufficialmente richiesti.
Intanto ci sono storie personali, bisogni, bisogni speciali,anche tra i "normodotati", confusioni, dispiaceri, delusioni, timori, ansie, depressioni che covano subdolamente negli animi dei piccoli, dei più indifesi, che non li sanno dire. E covano anche negli animi degli adulti, in quella parte che ci fa uguali ai bambini, perchè anche gli adulti, spesso, certe cose non le sanno dire.
L'ascolto dell'altro, al di là delle definizioni, è un dono da sviluppare, chi non trova un educatore che ha a cuore questo non saprà a propria volta ascoltare, per cogliere "l'altro", nonostante il sincero amore per un figlio, nonostante la sincera disponibilità verso un alunno.
che diranno alcuni nella nostra società di fronte a questa notizia? Diranno che nulla di nuovo?che i suicidi ci sono sempre stati anche tra i minori? che le percentuali (ahimè le percentuali!!!!) sono in aumento e in calo e che le analisi dei dati "dimostrano che"? acquisite le notizie fondamentali su deficit, disturbi, disabilità, handicap, non sappiamo proprio ancora nulla se non accendiamo tutti i motori per volare davvero in questo spazio immenso dell'educazione calata anche nella didattica, rimescolando tutte queste nozioni, mettendole in gioco in un pensiero critico che ci dia il coraggio di andare talvolta anche in senso opposto o non proprio conforme ad una maggioranza, cosa secondo me fondamentale trasmessa da questo corso in sintonia e continuità con il percorso iniziato qualche anno fa da tanti tra noi presso questa stessa cattedra.
Io spero che in tanti, ascoltando o leggendo questa notizia siano stati e possano essere scossi, oserei dire violentemente, in profondità, fino alle viscere, per sentire sempre irresistibile il richiamo dell'Educazione, nel nostro tempo.Dpo undici anni a fare altro, nelle gare di appalto,nella finanza, nella ricchezza che andava e veniva, non vedo l'ora di terminare questo ciclo di studi, per tornare insieme ad altri a vivere al servizio della cultura dell'Educazione, per dare della mia esistenza a questa causa un anno, dieci venti o quanti ne restano,
perchè tanti tanti altri, che saranno stati bambini, al posto nostro oggi un giorno possano creare forum come questi, in cui non si debba parlare mai più di barriere, ma ancora, quello sì, di sogni da realizzare con e per tanti altri bambini, perchè certe cose non debbano mai più leggersi, soprattutto mai più avvenire.
grazie per l'attenzione, ciao.
mariarosaria tarallo
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