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Donne e disabilità: quando la discriminazione è doppia

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Messaggio  angela rivieccio Mer Nov 26, 2008 4:58 pm

Mi piacerebbe proporre questo argomento perchè credo rappresenti un interessante spunto di riflessione e di discussione. Purtroppo le donne ancora oggi incontrano difficoltà nei vari ambiti della vita sociale,soprattutto se si tratta di donne disabili. Un po’ meno donne delle altre? A volte dicono di sentirsi così. Frustrate nella sessualità, nella femminilità e nella voglia di maternità? Spesso. Vittime di abusi? Può capitare anche questo. Riescono ad accedere al mondo del lavoro? Non sempre. Ma a volte invece accade che trovino un proprio spazio all’interno della società, e non piccolo.Nel nostro Paese le donne con disabilità sono il doppio degli uomini (oltre un milione e 860 mila, contro le 960 mila persone di sesso maschile). E in rapporto al totale degli italiani, la disabilità «in rosa» rappresenta circa il 6% della popolazione. Ma su tre lavoratori disabili, solo uno è donna.Ma vi sono anche aspetti positivi: oggi le bambine e le ragazze con disabilità ricevono la stessa istruzione dei maschietti (fino a trent’anni fa non era così), si sposano più facilmente (il 23,6% contro il 13,3% degli uomini nella fascia d’età 15-44 anni) e sono più autonome. Se sul piano delle tutele non ci sono distinzioni (la Convenzione Onu sui diritti delle persone disabili del 2006 vale per tutti e, anzi, ha riconosciuto che le donne sono spesso oggetto di discriminazione «multipla»), restano pur sempre i problemi e le difficoltà legate alla condizione femminile più in generale, alla maternità, agli abusi, alla carriera e alla rappresentanza politica. Tanto che Ileana Argentin, consigliere delegato per le Politiche sull’handicap del Comune di Roma», è l’unica donna con disabilità in tutta Italia a essere stata democraticamente eletta in Consiglio Comunale.«In un mondo in cui l’immagine femminile è condizionata da canoni di bellezza e di fascino che inducono a percepire le donne disabili come ‘donne mancate’ perché il loro corpo non è desiderabile, è difficile vivere pienamente e serenamente il proprio essere madre, moglie, figlia, studentessa, fidanzata, compagna, amica, collega o professionista senza ripercussioni sull’autostima». Le donne disabili, inoltre, in quanto «target indifeso», rischiano il doppio circa la possibilità di essere vittime di violenze fisiche o sessuali rispetto al resto dell’universo rosa.Fortunatamente,però, qualcosa si sta muovendo. Per esempio la Convenzione Onu sui diritti delle persone disabili ha riconosciuto che le donne con disabilità sono soggette a discriminazioni «plurime» e ha invitato gli Stati firmatari ad attuare politiche sensibili alla questione di genere. In Italia, poi, è nato il gruppo donne della FISH (la Federazione italiana per il superamento dell’handicap). Ma la chiave di volta, dice Rita Barbuto, direttrice del DPI, è "la consapevolezza di se stesse e del fatto che la disabilità non annulla il diritto ad avere una vita felice". La sessualità e la femminilità sono vissute spesso dalle persone disabili con silenzio , come un tabù. Per non parlare poi della maternità. "Un fatto che non è contemplato né dai servizi sociali né da quelli sanitari, tanto che quasi sempre sono le future mamme a fare da apripista a ginecologi, ostetriche, medici o infermieri. Come se diventare madre, per una donna con SM o comunque con disabilità, fosse un’esperienza estrema". "All’estero è diverso: ci sono nazioni, soprattutto nel Nord Europa, in cui sono previsti aiuti specifici. E questo fa in modo che la gravidanza sia affrontata in modo molto più rassicurante". La voce è quella di Maria Cristina Pesci, medico bolognese specialista in Psicologia clinica, disabile e madre di tre figli, che racconta i vissuti incontrati durante la sua esperienza di psicoterapeuta. Come dice l’Istat, su tre lavoratori disabili uno solo è donna: e spesso è penalizzata sia in termini di carriera sia di responsabilità professionali.Che le donne con disabilità vivano una situazione di discriminazione multipla sul lavoro (perché disabili, perché donne, perché vivono al sud, perché non sono italiane, perché non sono di religione cristiana ecc.), sia nella fase di selezione del personale , sia nella conservazione del posto, è un dato di fatto.Attivando azioni positive e applicando la legislazione nazionale antidiscriminatoria, senza dover passare sempre e comunque nelle aule di giustizia, ma cambiando l’approccio culturale alla disabilità, si potrà favorire il raggiungimento dell’indipendenza e della massima potenzialità nella partecipazione sociale anche delle donne disabili.

angela rivieccio


Ultima modifica di angela rivieccio il Mer Nov 26, 2008 5:00 pm - modificato 1 volta.
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Messaggio  Admin Mer Nov 26, 2008 4:59 pm

come ho detto sono dottore di ricerca in studi di genere sul tema donne e tecnologie
quindi approvo questa scelta perchè si tratta di un percorso poco esplorato.
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Messaggio  rita_anvg Mer Nov 26, 2008 5:46 pm

Angela come al solito i tuoi interventi sono di un'interessante particolarità I love you
La disabilità "in rosa", come tu stessa hai scritto nel post, è un'argomento non molto esposto alla luce dei riflettori, eppure è una problematica sul quale dovremmo soffermarci di più perchè potrebbe riguardare tutte noi.
Il consigliere delegato per le Politiche sull’handicap, Ileana Argentin,con le sue parole ha reso perfettamente la situazione delle donne disabili in Occidente, dove il culto dell'estetica marca ancor di più il concetto di "diversità", non solo tra una donna disabile ed una normodotata, ma anche tra le stesse "normodotate".
Sarebbe interessante informarsi su come la disabilità più in generale, ed in particolare quella << rosa >>, sia "vissuta" in culture diverse da quella occidentale.
E' assolutamente vero che molte di queste donne hanno difficoltà a proseguire una linea di vita che sia il più possibile "normale", anche perchè, come è stato ben esposto sopra, soggette a più pericoli; vorrei però ricordare alcuni casi di donne che nonostante le loro disabilità sono riuscite a superare le loro barriere: Rosemarie Siggins, Barbara Guerra, Simona Atzori...protagoniste anche di precedenti discussioni del forum.
Loro sì che sono DONNE queen , non solo nell'aspetto ma anche nell'autostima, nel forte carattere e nella volontà di vivere!

Saluti
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Messaggio  Admin Mer Nov 26, 2008 6:11 pm

angela vorrei che tu ne parlassi venerdì.
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Messaggio  Antonella Rivellino Mer Nov 26, 2008 7:28 pm

Angela voglio complimentarmi con te per il tema che hai scelto e per quello che hai pubblicato;
effettivamente è un tema poco esplorato,come del resto quello della sessualità per i soggetti con deficit pschici o fisici (ancora argomento tabù).
Ascolterò volentieri il tuo intervento e magari,con il tuo consenso,ne prenderò spunto per qualche cenno della tesi che sto preparando sulla differenza di genere ( in particolar modo sull'universo femminile).
Grazie per lo spunto di riflessione interessantissimo!
Un bacio!
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Messaggio  Admin Mer Nov 26, 2008 8:02 pm

antonella stai preparando la tesi sulla differenza di genere ( in particolar modo sull'universo femminile)? con chi?
io ripeto sono dottore in questa materia ho fatto la tesi di dottorato in questo.
se vuoi puoi chiedermi consiglio.
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Messaggio  Antonella Rivellino Mer Nov 26, 2008 8:24 pm

Admin ha scritto:antonella stai preparando la tesi sulla differenza di genere ( in particolar modo sull'universo femminile)? con chi?
io ripeto sono dottore in questa materia ho fatto la tesi di dottorato in questo.
se vuoi puoi chiedermi consiglio.
la docente

Innanzitutto grazie mille!
I suoi consigli sarebbero preziosi!
Sto lavorando con Mastrocola,gli ho proposto questo argomento e lui lo ha accettato.
Di sicuro la conttaterò se me lo permette cheers
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Messaggio  angela rivieccio Mer Nov 26, 2008 9:41 pm

Grazie a tutti per aver trovato interessante l'argomento. Ho pensato di affrontare questo tema perchè da sempre la donna non ha usufruito degli stessi diritti degli uomini.Esse,ancora oggi, sono oggetto di discriminazione,in particolare quelle disabili,che trovano sempre più difficoltà ad inserirsi in tutti gli ambiti della vita sociale.
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Messaggio  Maria Grazia Di Paola Mer Nov 26, 2008 9:56 pm

questa tematica è molto interessante e a tal proposito ho girovagato un po' in internet per vedere che cosa si poteva trovare e mi è sembrato utile condividerlo con voi

da http://www.superabile.it/REGIONI/Emilia_Romagna/Associazioni/info649009497.html
il link permette anche di accere ai questionari

Comunque:

Donne con disabilità: un questionario per far parlare quel "fragoroso silenzio"
Essere donne con disabilità. Parlare di accettazione del proprio corpo, di presa di coscienza del proprio deficit; discutere del rapporto con la famiglia e dell’educazione ricevuta, di inserimento lavorativo, ma anche delle relazioni con l’esterno; di sessualità, ma anche di maternità: Aias Bologna lancia il questionario, in vista del seminario “Un fragoroso silenzio”


BOLOGNA - Dal 2006 il gruppo Nessun'Altra, affiliato all'Aias di Bologna e costituito da donne con disabilità, si impegna nell'estrapolare e nell'elaborare le tematiche che oggi interessano le donne disabili. Gli argomenti sono stati presentati e ulteriormente approfonditi durante il convegno "Al silenzio, all'imbarazzo, all'invisibilità. Tra femminile e handicap", che si è svolto a Bologna il 3 marzo 2007 e i cui atti verranno pubblicati a breve. Considerato il successo ottenuto durante il suddetto convegno, il gruppo Nessun'Altra ha deciso di proseguire il suo percorso.

Il prossimo appuntamento è il seminario "Un fragoroso silenzio", in programma il 28 novembre 2008 presso il polo multifunzionale di Corte Roncati a Bologna. L'obiettivo del convegno è quello di approfondire le tematiche della sessualità nelle persone con deficit, analizzando soprattutto la situazione delle donne. Tra i vari aspetti che verranno approfonditi, particolare attenzione sarà attribuita alla realtà delle donne disabili che sono diventate madri.

Essendo disponibile ancora poca letteratura da cui attingere su maternità e disabilità, il gruppo Nessun'Altra chiede alle donne con deficit che sono diventate madri di dare un aiuto per una riflessione più significativa, compilando il questionario n. 1 Domande, risposte, riflessioni per venire a conoscenza delle diverse esperienze e per valorizzare la voce delle dirette interessate, ripartendo poi insieme per evidenziarne gli aspetti più significativi e presentarne i risultati durante il seminario di novembre. Analogamente, però, si vorrebbe capire anche il perché, invece, molte donne disabili hanno preferito non intraprendere questa strada, ovvero hanno scelto di non diventare madri. A loro si rivolge il questionario n. 2.

Tutte le donne con disabilità, interessate a partecipare a tale iniziativa, possono restituire il questionario compilato entro il 15 ottobre 2008 all'indirizzo e-mail: renatapiccolo@tiscali.it. Chi non potesse inviarlo via e-mail può, eventualmente, inviarlo al seguente indirizzo: Gruppo Nessun'Altra c/o AIAS, Via Ferrara, 32 - 40139 Bologna.

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Messaggio  Maria Grazia Di Paola Mer Nov 26, 2008 10:01 pm

inserisco questo ulteriore link
http://www.superabile.it/CANALI_TEMATICI/Buoni_Esempi/Dossier/info310865142.html
ove ci sono tutte le interviste

Proporrei, inoltre, di mettere sempre il link di riferimento ogni volta che si trova qualcosa in internet e lo si vuol condividere con gli alti così, poi, ognuno può andare direttamente alla fonte e continuare l'esplorazione.

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Messaggio  Antonella Lucibello Mer Nov 26, 2008 10:49 pm

Cara Angela, vorrei introdurre una nota discordante rispetto al tuo tema: ritengo infatti che la discriminazione di genere, quando ancora esiste, è tra le cosiddette persone normali. Vediamo uomini che occupano posizioni di rilievo e donne che faticano ancora per conquistarle, donne penalizzate perchè lavoratrici madri, oppure vittime di ogni sorta di violenze fisiche e psicologiche. Nell'universo dei disabili,credo invece che accada proprio il contrario e cioè la disabilità funzioni da fattore che rende pari l'uomo e la donna. Ad esempio: se un datore di lavoro dovesse assumere un dipendente tra un uomo e una donna disabile, sceglierebbe solo in base alle capacità di ciascuno senza quei parametri di discriminazione che vigono nel mondo dei normodotati. Inoltre, secondo il tuo discorso, una donna di colore e disabile dovrebbe essere discriminata tre volte oppure quattro se fosse anche di un'altra religione.

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Messaggio  Alessia.Zoccoli Mer Nov 26, 2008 11:37 pm

Angela, concordo con le altre.Post molto interessante, davvero un argomento attuale. Proprio ieri, è stata la giornata nazionale contro gli abusi sulle donne, guarda un pò.Le donne disabili oltre a correre questi rischi di violenza (sia essa sessuale o di altro genere ), corrono davvero il rischio di non riuscire a vivere una vita "normale", con il timore di non riuscire a raggiungere i propri obiettivi.Concordo con l'affermazione che la nostra società si basa sull'apparenza fisica,e forse troppo.Tutto si deve attenere ai canoni della bellezza e della perfezione, non capendo che si può far perdere l'opportunità a molte/i di poterci dare tanto: in campo lavorativo, scolastico etc.Ma spero che con il tempo, con interventi appropriati e con una guraduale apertura mentale, le cose possano cambiare.
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Messaggio  Marianna A. Russo Gio Nov 27, 2008 12:47 am

Angela, concordo con le altre nel dire che hai scelto un argomento davvero interessante...Già le persone diversamente abili trovano difficoltà ad inserirsi nell'odierna società,soprattutto le donne,perchè vengono discriminate ancora di più!!!Complimenti per la scelta!!! Very Happy
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Messaggio  Admin Gio Nov 27, 2008 10:52 am

Angela il tema merita di esere discusso domani in aula.
Antonella anche la tua posizione sarebbe una prospettiva di riflessione molto utile.
ne discutiamo venerdì.
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Messaggio  angela rivieccio Gio Nov 27, 2008 11:42 am

Professoressa, sono pienamente d'accordo con lei che il tema debba essere affrontato in aula!In risposta ad Antonella Lucibello volevo dire che sono le percentuali a dimostrare l'esclusione delle donne diversabili dai differenti ambiti sociali. Secondo Napolitano, quella che colpisce gli almeno 300 milioni di donne diversamente abili nel mondo è una "discriminazione multipla" che parte dalla scuola. Nel mondo solo l' 1% delle donne disabili sa leggere e scrivere,contro il 3% degli uomini. La convenzione sui diritti delle persone con disabilità ha lo scopo di promuovere,proteggere e assicurare il pieno ed uguale godimento di tutti i diritti umani e di tutte le libertà fondamentali da parte delle persone con disabilità. E' vero, le donne disabili corrono maggiori rischi di abusi, maltrattamenti, violenze.

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Messaggio  aiello maria Gio Nov 27, 2008 12:16 pm

concordo pienamente sul fatto che l'argomento, proposto da Angela, sia di fondamentale importanza e che meriti di essere approfondito e discusso in aula.Anche se si stanno compiendo molti sforzi per risolvere il problema femminile, in realtà, siamo ben lontani dal raggiungimento di questo obiettivo.
come afferma lo stesso Napolitano:" quella che colpisce gli almeno 300 milioni di donne disabili nel mondo e 1.864.000 in Italia, è una "discriminazione multipla",che parte dalla scuola. Nel mondo solo l'1% delle donne disabili sa leggere e scrivere, contro il 3% degli uomini. In Europa, secondo una ricerca commissionata dal Coe nel 2003, soltanto il 25% delle donne con disabilità lavorava contro il 35% degli uomini. Una mancata inclusione che si riflette anche nella vita affettiva. Le donne con disabilità si sposano più tardi delle altre donne e più tardi dei maschi disabili, secondo dati del Dpi. E se l'handicap sopraggiunge dopo il matrimonio, le donne sono lasciate più spesso degli uomini. La maternità poi è largamente sconsigliata dai medici e dai familiari, mentre sterilizzazioni e aborti colpiscono specialmente le donne con disabilità intellettiva. Le donne disabili sono anche un target facile delle violenze sessuali.
Ritengo che il problema di consistenza reale vada affronatato con una certa urgenza e posto all'attenzione di tutti.ciao a tutti Surprised

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Donne e disabilità: quando la discriminazione è doppia Empty dovunque e comunque

Messaggio  mariarosaria tarallo Gio Nov 27, 2008 12:56 pm

ciao, anch'io sono d'accordo sulla maggiore probabilità di violenze, in particolare mi riferisco a quelle di tipo sessuale, a danno delle donne con disabilità.
In generale credo che le donne, con o senza disabilità, siano di fatto discriminate, in vari luoghi del mondo, anche nei Paesi in cui sembra di essere ormai giunti al riconoscimento delle pari opportunità in quanto alle identità di genere.
Ricerche mettono in luce che, ancor oggi, in laboratori e centri di ricerca la presenza femminile è, per lo più, inferiore a quella maschile, alcuni dati evidenziano come le donne siano, tra l'altro, più "utilizzatrici" che "progettatrici" delle nuove tecnologie stesse.
Per altri ambiti extrauniversitari dei quali faccio parte, assisto all'impegno attivo di donne contro violenza e discriminazione.
I motivi della discriminazione sono molteplici, ma non voglio dilungarmi, Angela e ad altre persone, che nel proprio percorso condivideranno la tematica da lei proposta, ci daranno spunti ulteriori, di riflessione e magari di nuovo confronto dal vivo. Cordialità, ciao ; )
mariarosaria tarallo
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Donne e disabilità: quando la discriminazione è doppia Empty DIFFERENZE TRA DONNE E UOMINI CON DISABILITà.

Messaggio  napolitano.chiara Ven Nov 28, 2008 12:06 am

Ciao Angela, sono pienamente d'accordo con quanto hai detto.
L'approccio di genere, ormai consolidato nell'ambito dello studio di ogni fenomeno che abbia rilevanza sociale, assume un'importanza ancora più decisiva quando lo si cala nella realtà della disabilità. Le donne con disabilità, infatti possono trovarsi a far fronte ad una duplice forma di discriminazione: la prima più specificamente connesse al genere, risultato di fattori sociali; la seconda connessa più strettamente alla condizione di disabilità.
Il genere spesso caratterizza e rinforza alcuni stati di vulnerabilità assimilabili anche a differenze di razza, di religione, di classe sociale ed anche alla disabilità. Ma, non si può negare che molta strada sia stata percorsa: le donne con disabilità, ad esempio, frequentano la scuola e vi permangono più a lungo che nel passato, accedendo a livelli di istruzione più alti; si sposano e creano nuclei familiari propri;mantengono rapporti costanti con la famiglia di origine;partecipano con consapevolezza alla vita politca, esercitando il diritto di voto più degli uomini. A mio parere occorre sollecitare interventi ed ulteriori azioni positive nell'ambito occupazionale, in cui si registra ancora un basso accesso delle donne con disabilità, nelle opportunità di fruire del tempo libero e nell'accesso all'informazione.
Sostenere e rinforzare le politiche di equità di opportunità tra i generi significa rimuovere gli ostacoli che si frappongono a pieno sviluppo delle capacità personali ed offrire alle donne con disabilità le stesse opportunità degli uomini in ogni sfera d'azione sociale.

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Donne e disabilità: quando la discriminazione è doppia Empty donne disabili: le difficoltà di essere madre

Messaggio  Rusciano Marianna Ven Nov 28, 2008 3:04 am

Care ragazze,
leggendo il nostro forum, e in particolare i dati statistici riportati nell'intervento introduttivo, mi sono resa conto ancor di più di quanto le donne debbano lottare per far rispettare i propri diritti. Parlo di donne in generale perchè sono, purtroppo, all'ordine del giorno le discriminazioni nei confronti dell'universo femminile. Il fatto di poter procreare e di doversi poi, occupare del bambino, viene visto come un grave pericolo da scongiurare a meno che non si sia regolarmente sposati! Così come ancora permane la convinzione, che se la donna non riesce a studiare o non lavorare non è un grosso problema visto che basta trovarsi un marito che la mantenga!!!
Queste discriminazioni valgono ancor più quando si è disabili: ricordate il caso della cantante Annalisa Minetti che è una non vedente. Nonostante avesse un compagno e le possibilità economiche per adottare un bambino questo diritto le fu negato dalla magistratura e quando, finalmente è riuscita ad avere naturalmente un bambino molte sono stati gli interrogativi sulla sua capacità di assolvere ai compiti materni. Perchè questi interrogativi ci sono proposti solo in queste situazioni speciali? Quante madri normodotate non sono degne di questo appellativo? Speriamo di parlarne insieme baci

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Donne e disabilità: quando la discriminazione è doppia Empty donne ai margini

Messaggio  manuela calenzo Ven Nov 28, 2008 9:01 pm

Trovo questo argomento molto interessante e molto attuale e merita di essere approfondito. Anche se abbiamo faticato molto per arrivare dove siamo, ci sono ancora donne che vengono poco valorizzate in ambienti lavorativi perchè considerate "inferiori", donne che vengono sfruttate e subiscono ancora abusi sessuali, donne che sono relegate ancora ai margini della società nei paesi asiatici...tutto questo è portato all'estremo quando i soggetti in questione sono portatrici di disabilità. Per queste persone è molto più difficile vivere, avere dei contatti con l'ambiente circostante, si diventa una più facile preda della società, da poter "calpestare" perchè diventa difficile difendersi. C'è ancora tante da fare...ma le politiche sociali "rosa" possono contribuire a migliorare nei diversi ambiti la vita di queste donne. jocolor

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Donne e disabilità: quando la discriminazione è doppia Empty donne e disabilità

Messaggio  orefice.veronica Sab Nov 29, 2008 12:04 am

Le donne disabili non sono escluse dalla tremenda gamma delle forme di violenza che colpisce tutto il genere femminile. Sono e
restano vittime completamente invisibili di soprusi che si consumano quotidianamente e nemmeno
raramente. Dalle mura domestiche a tutti gli altri contesti sociali.
Quante volte se ne sente parlare? Certo è un tema molto delicato, ma che va affrontato.

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Donne e disabilità: quando la discriminazione è doppia Empty DONNE E DISABILITA' QUANDO LA DISCRIMINAZIONE E' DOPPIA

Messaggio  maria fulco Sab Nov 29, 2008 3:05 pm

IL TEMA PUBBLICATO DA ANGELA E' DAVVERO MOLTO INTERESSANTE, SONO DACCORDO CON LEI SUL FATTO CHE LE DONNE ANCORA OGGI VIVONO DELLE DIFFICOLTA' NEI VARI AMBITI DELLA VITA SOCIALE, E QUINDI POSSO IMMAGINARE I PROBLEMI CHE SI TROVA AD AFFRONTARE UNA DONNA DISABILE.

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Donne e disabilità: quando la discriminazione è doppia Empty donne e disabilità

Messaggio  MADDALENA MACARI Sab Nov 29, 2008 11:47 pm

Angela, concordo anch'io con la tua scelta...
Il tema della disabilità della donna è un tema importante e sicuramente da approfondire.
Anche se è vero che le donne disabili corrono maggiori rischi di abusi, maltrattamenti e violenze io credo che questo valga per tutti i disabili, purtroppo!!!

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Donne e disabilità: quando la discriminazione è doppia Empty Re: Donne e disabilità: quando la discriminazione è doppia

Messaggio  Angela La Mura Dom Nov 30, 2008 12:20 pm

Concordo pienamente con gli interventi fatti riguardanti le donne con disabilità. Complimenti ad Angela per aver introdotto un'altro focus di interesse. Leggendo l'intervento di Rusciano Marianna mi é sovvenuto un accadimento che rigurdava una cantante cieca che voleva adottare un bambino e la legislazione e i giudici non le hanno permesso l'edozione perche l'hanno ritenuta non in grado di badare ad un neonato. Fortunatamente ci ha pemsato il buon Dio a farle giustizia:la cantante (Anna........), dopo alcuni anni di matrimonio è rimasta incinta ed ha un bellissimo figlio di cui si occupa personalmente ed è molto fiera della sua maternità. In barba a tutti i pregiudizzi, le leggi e igiudici.

Angela La Mura

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Donne e disabilità: quando la discriminazione è doppia Empty Le donne con Handicap non sono considerate Donne

Messaggio  chiara.cicione1 Dom Nov 30, 2008 1:01 pm

La maggior parte delle persone quando si trova di fronte ad una donna diversamente abile,vede solo il suo handicap. E più evidenti sono i segni dell'handicap, più il suo “essere femminile”sembra scomparire.Non esiste, nell'immaginario collettivo, che una donna disabile possa piacere, possasuscitare desiderio sessuale e possa, di conseguenza, avere rapporti sessuali, relazioni sentimentali,essere madre.Esempi concreti potrebbero far meglio comprendere il fenomeno. Come lo stupore del ginecologo di fronte ad una donna che chiede consigli sui metodi contraccettivi. L'incredulità delle commesse davanti a clienti che acquistano biancheria intima sexy piuttosto che prodotti di bellezza per il corpo o per il viso. O ancora la perplessità dei professionisti del bisturi estetico, quando sisentono richiedere interventi da donne disabili che vogliono migliorare l'aspetto del loro seno odelle loro labbra. Gente comune che non si capacita di fronte a scambi di tenerezza di una coppia cui uno dei due partner è disabile. Mai una volta che si prenda in considerazione di primo acchito l'idea che i due siano amanti. Sono sempre parenti, o disabile-volontario/a, o disabile-assistentepersonale.Siamo di conseguenza convinte, che nell'immaginario collettivo non esista nemmeno il binomio donna disabile-violenza.Sembra effettivamente un paradosso che esseri considerati privi di interesse sessuale possano essere vittime di abusi in tal senso. Invece succede. Le donne disabili non sono escluse dalla tremenda gamma delle forme di violenza che colpisce tutto il genere femminile. Sono e restano vittime completamente invisibili di soprusi che si consumano quotidianamente e nemmeno raramente. Dalle mura domestiche a tutti gli altri contesti sociali.Quante volte se ne sente parlare? Certo è un tema molto delicato. Un fenomeno tanto complesso quanto taciuto.Ma quante vittime di abusi o violenze hanno ilcoraggio di denunciare? Di “raccontare” una tale esperienza? Secondo l'Istat poco meno del 10 percento delle vittime.

chiara.cicione1

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