Psicopedagogia dei linguaggi (Briganti)
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IL COMPUTER CHE LEGGE IL PENSIERO

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Messaggio  mariarosaria tarallo Mar Dic 02, 2008 10:50 am

Che cosa ne pensate? Vi posto l'articolo integralmente, poi, se qualcuno inizia a partecipare, potremmo parlarne, a meno che non sia già stato affrontato in aula, in tal caso mi scuso ; ) Ho un particolare interesse per tutto ciò che riguarda la riabilitazione di aree del cervello, un campo che mi fa anche un po' paura, perché comunque investe un organo ed un sistema comunque strettamente legati anche a questioni etiche, forse più di ogni altro, ma quando si apre una speranza così grande per certe lesioni, a vantaggio della comunicazione, dell'interazione anche per chi per tali lesioni sarebbe taglato fuori, non me la sento di essere contraria, anzi... Credo davvero in questo confronto tra noi tutti, qual è la vostra opinione in merito? Spero che si possa dedicare un angolino anche a lezione, per ascoltare anche l'opinione della Docente per poter avere il giusto approccio a questo tipo di questioni.

Lo suddivido in varie sezioni, per facilitarne la lettura. _____________________________________________________________________________________________________________________________
CORRIERE DELLA SERA, 28 NOVEMBRE 2008

"Poteva comunicare con il mondo soltanto attraverso il battito delle palpebre; adesso un uomo americano (di cui non sono noti il nome e l'età) ha cominciato a parlare grazie a un elettrodo impiantato nel cervello.

Soltanto tre vocali, d'accordo, pronunciate da un sintetizzatore, ma i ricercatori americani, che hanno realizzato per la prima volta al mondo l'esperimento, sono ottimisti: la prossima volta toccherà alle consonanti, poi a intere parole e forse anche a frasi complete.

Il paziente soffriva di una rara condizione chiamata sindrome loked-in o sindrome dell'«uomo chiuso dentro», come in un'armatura, (è il risultato di certi tipi di ictus o di traumi): sempre sveglio e cosciente, perché il cervello è perfettamente integro, ma incapace di muoversi e di parlare per la paralisi completa di tutti i muscoli del corpo.Quelli delle corde vocali compresi.

Così Frank Guenther, neuro scienziato alla Boston University, dopo 15 anni di ricerche sul modo di decodificare i segnali che si formano nel cervello quando una persona «pensa» di parlare, ha cercato di aiutare il suo paziente creando un'interfaccia cervello-computer capace di «produrre parole».
Gli ha impiantato nel cervello un elettrodo, impregnato con fattori neurotrofici, posizionandolo nell'area del linguaggio;

poi, grazie a un computer, ha raccolto i segnali, distinguendo quelli riferiti alla pronuncia di tre vocali, e ha usato un punto del linguaggio;

poi, grazie a un computer, ha raccolto i segnali, distinguendo quelli riferiti alla pronuncia di tre vocali,

e ha usato un sintetizzatore per trasformare questi segnali in suoni.

Un sistema completamente nuovo diverso da quelli utilizzati attualmente per aiutare malati incapaci di parlare.

II radicale Luca Coscioni, ormai muto e quasi completamente paralizzato per colpa della sclerosi laterale amiotrofica, riusciva a parlare attraverso un sintetizzatore: digitava al computer le parole e una voce metallica traduceva i suoi pensieri.
Pazienti come lui potranno, in futuro, sfruttare il nuovo sistema sperimentato dagli americani, che lo hanno presentato al meeting della Society for Neurosciences a Washington, e illustrato dalla rivista Nature.

«Una delle novità dell'esperimento - commenta Giancarlo Corni, di- rettore dell'Istituto di neurologia sperimentale al San Raffaele di Milano che sta conducendo ricerche proprio sull'interfaccia cervello-computer - sta nel fatto che l'elettrodo è stato impiantato direttamente nel cervello, invece che alla superficie della scatola cranica, e in un'area ben precisa, quella appunto del linguaggio.

Secondo: sono stati utilizzati fattori neurotrofici che stimolano i neuroni a crescere attorno all'elettrodo, impedendogli di muoversi».

I ricercatori sperano che, grazie a tecnologie più sofisticate, si possano impiantare anche più elettrodi per avere segnali più dettagliati.

«Siamo all'inizio della storia aggiunge Corni. - È un'interfaccia cervello-computer di tipo nuovo e per la prima volta riguarda il linguaggio. Ma già esistono esperimenti sulla possibilità di muovere un braccio con la sola forza del pensiero oppure di accendere la televisione o la luce. In questi casi gli elettrodi, messi sulla superficie del cranio, registrano l'attività del cervello quando pensa di compiere queste azioni e trasmettono il segnale a un computer che porta a compimento l'azione stessa»".
ARTICOLO TRATTO DA Il Corriere della Sera di Adriana Bazzi
Data: 28 Novembre, 2008
-01:00
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Messaggio  Angela La Mura Lun Dic 08, 2008 2:53 pm

Rosi, so quanto ti è fastidioso parlare di cervello e mi fa piacere che proprio tu ne tratti.
Per quanto riguarda un compiuter che legge il pensiero, ben venga se utilizzato solo per fini positivi, ma come tante cose a volte non vengono usate per buoni fini.
Credo che i nostri pensieri siano la cosa più intima di una persona e sapere di una macchina che mi posa mettere veramente a nudo di tutto non mi allieta tanto, mi sentirei violata nel mio essere più intimo.
Credi che tutto ci si possa vietare ma non di pensare.
Spero che le nuove tecnologie tengano sempre presente che cosa è la morale e l'etica; oggi un pò messe nel dimenticatoio.

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Messaggio  mariarosaria tarallo Lun Dic 08, 2008 3:54 pm

anche io sono contraria ad usi al di fuori del campo medico di tali dispositivi, essi chiamarebbero in causa delicate questioni etiche.
Credo che per il momento siano utilizzati per tradurre "l'intenzione" in atto, comunque è una questione molto delicata, che nelle menti e nelle mani delle persone "sbagliate" potrebbero certo evolversi in senso negativo. Non sia mai.
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IL COMPUTER CHE LEGGE IL PENSIERO Empty GIOVANE DONNA SI RISVEGLIA DA STATO VEGETATIVO.

Messaggio  mariarosaria tarallo Lun Dic 22, 2008 12:14 am

Ciao, vi propongo questo articolo, che mi conferma nella mia idea: nulla può esser dato per scontato, quando si tratta, soprattutto, di esseri umani, del cervello e del funzionamento della mente. Leggete un po' qui....

Torino, ragazza si sveglia da stato vegetativo Eluana, la Cassazione contro l'atto di Sacconi
PER LEGGERE L'ARTICOLO, CLICCA QUIgiovedì 18 dicembre 2008, 16:35
_______________________
La notizia di cui all'articolo suddetto conferma che le perplessità e le opposizioni di persone e gruppi di persone di fronte alle richieste di "staccare la spina", come si suol dire, a quanti sono in stato di coma irreversibile, non sono del tutto infondate.
Io posso, lucidamente, esprimere la mia volontà, in caso di incidente fino al coma irreversibile, di non continuare a vivere, perchè, in quel momento, il coma irreversibile è assunto come tale, ma non avrò avuto modo di esprimermi in merito ad una possibilità come quella esplicitata dall'articolo.
Sono questioni di una tale complessità, che risulta davvero difficile esprimersi. La notizia, comunque, merita la diffusione.
Il cervello e la mente umano sono come dei territori esplorati in parte, e in gran parte ancora sconosciuti...
Mi sembrano come quei paesaggi abitati, a pochi chilometri dei quali ci sono i deserti...Un fascino incredibile. Una speranza infinita, che un giorno tanti mali possano essere superati, anche se, a questo scopo, ci dovranno essere esperienze pioneristiche, e ancora piene di punti interrogativi.
Speriamo bene. Buona serata, amici, ciao.
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Messaggio  rosa aromino Lun Dic 22, 2008 4:29 pm

ovviamente condivido la vostra remora sul violare l'intimità del pensiero Neutral !...è però anche vero che in certi casi by-passare alcuni step etici o morali non deve soltanto significare una " intrusione " nell'altro, bensì un ausilio importante per il << funzionamento >>, anche se condizionato e condizionante , di un soggetto che ne ha perso l'abilità! probabilmente è proprio la comunicazione il fattore chiave su cui bisogna battere quando si parla di disabilità, di qualunque genere essa sia!
ad ogni modo tempo fa lessi un articolo che raccontava di certe sperimentazioni su delle scimmie; vi posto parte dell'articolo per semplificare.

Si avvicina la fusione uomo-macchina: in un esperimento all’Università di Pittsburgh impiantati nel cervello di un macaco degli elettrodi che gli permettono di controllare un arto meccanico con la forza della mente.
Due scimmie cui sono stati inseriti dei sensori nel cervello sono in grado di portarsi il cibo alla bocca controllando un braccio meccanico con la sola forza del pensiero. Alle due bestiole gli scienziati hanno praticamente messo una camicia di forza che impedisce loro di usare gli arti naturali costringendole ad azionare un braccio robot.
“Usano - ha spiegato l’inventore del sistema il professore Andrew Schartz dell’Università statunitense di Pittsburgh - una protesi robotizzata che in futuro potrà essere applicata alle persone che hanno perso un arto o sono state ferite alla colonna vertebrale”.Le scimmie, si legge in un rapporto pubblicato dalla rivista specializzata Nature, guidano in pratica col loro pensiero l’arto robotico esattamente come succede alle braccia quando il cervello dà l’ordine di muoversi.
“Stiamo - ha poi aggiunto il professore Schartz - cominciando a capire, con l’aiuto della tecnologia, come funziona il nostro cervello. Più si va avanti con questo tipi di studi, più saremo in grado di alleviare problemi fisici gravi tipo quelli creati da morbo di Parkinson, paralisi, eventualmente morbo di Alzheimer e malattie mentali”.

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Messaggio  Angela La Mura Lun Dic 22, 2008 11:46 pm

Sicuramente è giustissimo dire che nulla è dato per scontato, visto gli enormi progressi delle scienze negli ultimi tempi. Tutto è giusto fino a prova contraria; se prima il cessare dei battiti del cuore significava la morte, oggi è la costatazione dell'encefalogramma piatto.Quindi molto è da riferirsi anche al momento storico in cui vengono prese delle decisioni.
Quella di Eluana è una situazione che ad oggi è irrisolvibile, che lascia molti dubbi e molte perplessità,qualunque sia la decisione che verrà presa.

Angela La Mura

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Messaggio  Rossella Accardo Lun Dic 29, 2008 2:13 pm

Addio nasi lunghi e gambe corte: le bugie hanno le ore contate. È arrivato il primo computer che legge la mente. Ci avevano provato fattucchiere, medium e indovini, ce l`ha fatta un team di ricercatori giapponesi che ha pubblicato i suoi risultati sulla rivista Neuron.

Lo studio è riuscito a ricreare, attraverso una scansione magnetica del cervello, le immagini che in quel momento alcuni individui stavano osservando. “Analizzando i segnali del cervello mentre qualcuno sta visualizzando una figura, siamo stati in grado di ricostruire questa immagine”, hanno spiegato i ricercatori.

Già all`inizio di quest`anno una ricerca californiana era stata in grado di capire ciò che una persona stava focalizzando. Un software era riuscito a riconoscere l`oggetto osservato grazie a una sorta di raccolta di “foto” dell`attività cerebrale (appositamente creata) a cui corrispondevano determinati oggetti.

In questo modo, però, era stato possibile “indovinare” una gamma limitata di immagini già precedentemente osservate e registrate. Adesso la ricerca giapponese, sempre sfruttando uno scanner a risonanza magnetica, non si è limitata a riconoscere le immagini, ma le ha ricreate a partire da zero. Ciò significa che, potenzialmente, si potrà “leggere” tutto quello che qualcuno sta pensando o osservando, fino addirittura a carpirne i sogni.

Gli scienziati giapponesi hanno sottoposto ai partecipanti alcune immagini mentre il loro cervello veniva scansionato, fino a individuare quale fosse l`attività cerebrale corrispondente a ogni singolo pixel della figura osservata. In questo modo è stato possibile decifrare e visualizzare quale immagine l`individuo stesse osservando.

Le figure “rubate al pensiero” sono leggibili, ma ancora piuttosto grezze, e in bianco e nero. Secondo Yukiyasu Kamitani, che ha condotto la ricerca, il miglioramento della tecnologia di scansione consentirà di aumentare la definizione delle immagini.

Avere la possibilità di entrare nella mente di chiunque offre nuove possibilità alla scienza, ma porta anche diversi timori. Sarebbe infatti da aiuto nella comunicazione per chi non può parlare, ma potrebbe anche essere usata per scopi non sempre leciti. Come ammette lo stesso Kamitani, “la scoperta potrebbe avere un impatto sulla nostra vita privata tanto da obbligarci a discutere su come applicare questa nuova tecnologia”.
Rossella Accardo
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