Psicopedagogia dei linguaggi (Briganti)
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Articolo Sul Progetto Blu Brain

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Messaggio  Alessia.Zoccoli Ven Dic 05, 2008 4:58 pm

[i]Voglio riportarvi un articolo che ho letto, e che mi ha rimasta a bocca aperta.Se sono quasi in grado di riprodurre per intero un cervello umano, che prova emozioni, pensa e ha attività cerebrali come le nostre, dove arriveremo in futuro?Da un lato, temo queste pericolose similitudini del tecnologico con l'umano...Sarò anche infantile, ma forse quei film su i cyborg che si ribellano all'uomo mi hanno spaventata un pò.Forse un giorno ci saranno tanti cyborg simili a noi, e allora, cosa succederà?Come la pensate?E' giusto che l'uomo costruisca queste macchine?A quale scopo, se sono proprio queste a toglierci il lavoro molto spesso?Vi posto l'articolo:
Blue Brain: la coscienza dei computer
Un team di ricercatori del Politecnico di Losanna userà uno dei computer più potenti del mondo per simulare il modello funzionale di un’unità cerebrale. L’estensione del progetto, in prospettiva, potrebbe gettare luce su fenomeni neurali complessi, come il pensiero, la memoria… e la coscienza.

Il supercomputer Blue Gene, frutto della collaborazione dell'IBM con l'Ecole Polytechnique Fédérale di Losanna (CH), riprodurrà il modello del sistema nervoso centrale dei mammiferi più fedele che sia mai stato ideato.

Il progetto si chiama Blue Brain e ha dello straordinario: riprodurre nel dettaglio un cervello in un supercomputer. Henry Markram, giovane ricercatore sudafricano da diversi anni ormai attivo nel campo della neurologia, ha all’attivo studi sulla formazione della memoria e sull’interconnettività tra i neuroni. Sarà lui a dirigere il team di scienziati dell’Ecole Polytechnique Fédérale di Losanna (EPFL) nell’ambito della collaborazione con l’IBM che si propone di ricostruire il modello funzionale di una colonna della neocorteccia, la parte più grande e complessa del cervello nei mammiferi. Una colonna ha una dimensione media di 0,5 millimetri per 2 ed è costituita da un numero di neuroni compreso tra le 10.000 e le 80.000 unità. Per riprodurre il modello dettagliato di tutte le connessioni al suo interno, il team di Blue Brain utilizzerà il sistema Blue Gene, uno dei supercomputer più potenti del mondo, provvisto di circa 8.000 processori: un hardware responsabile delle sue straordinarie capacità elaborative, pari a 22,8 teraflop, qualcosa come 23mila miliardi di operazioni al secondo. E il progetto non si arresta alla riproduzione del modello, perché la seconda fase contempla la “clonazione” della colonna in un numero crescente di copie, fino a ricreare la corteccia nella sua totalità e, in prospettiva, spingersi fino alla complessità dell’intero cervello.



Finora la decennale esperienza dell’équipe di Markram ha portato, attraverso la ricerca sul campo, al più grande archivio di dati empirici sulla microarchitettura della neocorteccia. Adesso, insieme ai ricercatori dell’IBM, Markram ha messo a punto un sofisticato pacchetto di software che, mediante la reciproca interazione, potranno recuperare l’informazione dal database di Blue Brain per ricreare le proprietà molecolari, anatomiche e fisiologiche della struttura neocorticale, fornendo in questo modo un modello dettagliato del funzionamento di una colonna.



Obiettivo di Blue Brain è ovviamente una migliore comprensione dei processi neurali complessi, quali il pensiero, la memoria e l’elaborazione della percezione. Ma Blue Brain potrebbe anche aiutare a spiegare alcuni malfunzionamenti del microcircuito neocorticale che sarebbero all’origine di patologie come l’autismo, la schizofrenia e la depressione. Per il momento, il gruppo di Markram ha realizzato modelli tridimensionali di tutti i principali tipi di neuroni conosciuti e attraverso il modello elaborato è in grado di simularne il comportamento individuale in modo molto accurato. Blue Gene, che è l’ottavo supercomputer più potente al mondo, sarà tuttavia appena sufficiente ad avviare il progetto, riuscendo a emulare fino a 50.000 neuroni complessi (equivalenti a 100 milioni di neuroni semplici) quasi in tempo reale. Il prototipo software appena ultimato allocherà un neurone per ciascun processore, anche se alcuni ne simuleranno più di uno in quanto impegnati solo in una parte del loro potenziale di elaborazione. Per superare questa soglia, come dichiara lo stesso Markram, sarà necessaria molta più potenza di calcolo: è questo, attualmente, il fattore limitante del progetto. Nelle versioni future del programma, si prevede di allocare molte più risorse, arrivando fino ad alcune centinaia di neuroni complessi per ciascun processore.



Il passo più interessante della ricerca è però ancora lontano a venire. La replica della colonna neocorticale in migliaia di copie, infatti, riuscirà a creare un modello complessivo dell’intero cervello, fornendo una chiave utile per l’interpretazione delle dinamiche neurali. Ma non è tutto. Il modello elaborato dall’EPFL include sia un certo grado di stocasticità della comunicazione sia il rumore di fondo caratteristico di ogni ambiente reale, e di quello neuronale in particolare. In conseguenza di questo fatto, le sue risposte non saranno completamente deterministiche, ma quanto più fedeli possibili alla realtà fisica del sistema nervoso. Il software, inoltre, è stato sviluppato in maniera tale che, secondo una dinamica ampiamente consolidata nello studio delle reti neurali, possa auto-organizzarsi sul lungo periodo, per raggiungere attraverso l’apprendimento e l’esperienza un dato obiettivo. In condizioni simili, sussiste quindi la possibilità che Blue Brain arrivi a sviluppare nel corso della sua evoluzione una forma primitiva di autocoscienza. Interrogato sulla questione, Markram è stato comunque abbastanza prudente. “Se immaginiamo che la coscienza possa emergere in seguito al superamento di una massa critica di interazioni, allora ritengo che sia possibile” ha dichiarato. “Ma, dato che non sappiamo esattamente cosa sia la coscienza, trovo molto difficile azzardare una risposta”.



Quello che è ben chiaro al lettore affezionato di fantascienza, è l’importanza di un simile progetto tale da generare attesa e curiosità per i suoi risultati. Lo spettro di Invernomuto (o, se preferite, Neuromante) incombe sul nostro futuro. Forse non dovremo attendere ancora a lungo, per vedere trasformate in profezie le fantasie di William Gibson e soci.


Ultima modifica di Alessia.Zoccoli il Ven Dic 05, 2008 5:33 pm - modificato 1 volta.
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Messaggio  Antonella Rivellino Ven Dic 05, 2008 5:19 pm

Non sono spaventata da queste applicazioni,
anzi,trovo che siano importantissime per la ricerca.
L'immagine del cyborg che si "ribella" all'uomo è,a mio avviso,una fantasia (perchè nessuna macchina mai potrà arrivare al livello di complessità a cui è giunta la nostra specie),
ma se ti riferisci ai "danni" della meccanizzazione del lavoro,lì siamo in un ambito diverso,in cui sono legittime le tue preoccupazioni...

Pensa che meraviglia sarebbe,riuscire a comprendere cosa ( all'interno dei processi cerebrali) induca o favorisca l'autismo etc...sarebbe il punto di partenza per una positiva azione di "recupero" in quel senso,mentre oggi ci si muove " per tentativi" che ,nella pur fondamentale importanza della globalità, potrebbero trascurare proprio il fattore scatenante...

Sono ipotesi,ma che meritano di essere scandagliate,per far luce su un oggetto che da sempre incuriosice l'uomo: le straordinarie potenzialità dei meccanismi del suo cervello...
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Messaggio  rita moscatelli Ven Dic 05, 2008 7:46 pm

Concordo con Antonella: ritengo infatti che la ricerca sia in genere positiva, in quanto apre nuove strade alla conoscenza.
Se poi le nuove scoperte possono risultare utili in campo medico, esse sono particolarmente apprezzabili.
Si sa che la parte del corpo umano meno conosciuta è proprio il cervello (anche se fin dall'età della pietra tale organo ha suscitato grande curiosità nell'uomo, tanto che , come dimostrano alcuni reperti archeologici, furono tentati nel paleolitico esperimenti di trapanazione del cranio). Ritengo quindi che, al di là di semplicistiche interpretazioni fantascientifiche, gli studi sul cervello siano particolarmente importanti.
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Messaggio  Angela Riv. Ven Dic 05, 2008 9:28 pm

E' ormai un dato di fatto che la tecnologia abbia fatto passi da gigante e questo ha comportato un'evoluzione nell'ambito medico e scientifico.Naturalmente anche la tecnologia presenta i suoi svantaggi,come quello di svalutare le cose semplici,naturali,non so se sono stata chiara.Ma in termini medici e curativi,l'uso degli strumenti tecnologici è fondamentale,indispensabile.Grazie alla tecnologia,la mortalità si è ridotta notevolmente e molte persone possono continuare a vivere svolgendo le semplici azioni quotidiane.Abbiamo parlato a lungo di quanto i supporti tecnologici hanno cambiato la vita delle persone disabili,rendendole autonome.
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Messaggio  orefice.veronica Ven Dic 05, 2008 9:36 pm

Anchio concordo con le mie colleghe: Se la tecnologia..può produrre dei benefici...ben venga... !!!!!!!!!!! cheers
A volte anche ciò che apparentemente può sembrare difficile i irragiungibile..può essere vinto e può portare delle soddisfazioni!! sunny sunny

orefice.veronica

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