La pedagogia speciale

[Rossella Accardo]

La pedagogia speciale,pur avendo una sua identità culturale e scientifica,ha origini e linee di sviluppo concomitanti e d'intersezione con diversi ambiti scientifici. Il fine della pedagogia speciale è la promozione dell'individuo secondo le sue disponibilità interiori ed esteriori. Essa vuole in tal modo realizzare la dignità dell'individuo,qualunque sia il disadattamento dal quale è colpito.
In termini operativi,la pedagogia speciale mira all'individuazione e alla riformulazione di risposte ai problemi nell'area della disabilità da inserire in un contesto integrato in modo tale da garantire la scomparsa di un unico strumento o modalità specifiche di risposta. Dunque,la caratteristica più significativa di questo approccio disciplinare consiste nel cogliere il problema là dove può sfuggire all'attenzione comune,nell'inerpretarlo nei suoi termini corretti e nell'elaborare ipotesi di intervento con offerte di aiuto significative per consentire alla persona di riprendere,nel modo più umanamente ricco,la propria esperienza di esistenza.
La pedagogia speciale educa e sostiene l'evoluzione in presenza di condizioni particolari di sviluppo;per incontare questa particolarità mette in campo strumenti,strategie e metodologie speciali poichè pensate,create e progettate per rispondere ad esigenze evolutive ben precise,a canali di ricezione e comunicazione diversi da quelli della media dei soggetti in crescita e quindi,di volta in volta,a seconda delle disabilità che incontra,cerca di entrare in un rapporto che è speciale e non diverso.
il pensare speciale si rende necessario perchè ogni conquista operativa è provvisoria e non sempre ripetibile. difatti,lo schema operativo appropriato ad una situazione,in altre situazioni,anche solo parzialmente diverse o realizzate da persone diverse,non sarà altrettanto efficace e rispondente. Non si può vivere di vantaggi e di posizioni acquisiti una volta per sempre. La risposta educativa speciale va dunque inventata in ogni momento e sembra richiedere una speciale capacità di pensare che inizia dalla percezione globale,unitaria e contestuale del problema da elaborare in ogni situazione.

[orefice.veronica]

La Pedagogia speciale è un ambito di ricerca specifico della Pedagogia, che condivide con essa l'apparato epistemologico generale.
Il suo campo specifico di indagine riguarda la disabilità. Si tratta cioè di studiare da vicino un particolare aspetto della relazione educativa, ossia quello che riguarda individui "speciali", che necessitano, per questo, di risposte ai loro bisogni educativi speciali. È di sua esclusiva competenza tutto il campo riguardante il processo educativo di coloro che si segnalano per diversità, sia su un piano genetico, che funzionale, e che, a causa di ciò, presentano uno sviluppo che si discosta da quello che si verifica nel soggetto considerato "normodotato". In questo senso il termine norma è assunto fuori da ogni sistema valutativo, ma semplicemente come parametro estrapolato dal contesto statistico.
Il maggior esponente italiano in questo campo è stato Maria Montessori, che dopo una prima fase di studi e di sperimentazioni nell'ambito della pedagogia speciale mostrerà come le metodologie dedicate ai soggetti svantaggiati siano in realtà valide per tutti. Tutt'oggi accade sovente che le innovazioni avvengano prima nell'ambito della pedagogia speciale per poi estendersi a quello generale.
Brava Rossella...hai fatto bene ad inserire questo argomento....il quale sarà affrontato anche da uno degli esami del nostro corso di laurea..Ciao!!!

[angela rivieccio]

La pedagogia va considerata un intervento educativo nel processo di sviluppo,al fine di aiutare il soggetto a maturarsi e a formarsi culturalmente e socialmente.Gli interventi formativi sono molteplici e possono essere iscritti in contesti critico-morali,intellettivi,socioaffettivi,comportamentali,nonchè in quelli relativi all'apprendimento di tutto ciò che può essere considerato utile al soggetto nella vita futura.Ma possono essere considerate anche attività di recupero e di riabilitazione di alterazioni o di disturbi dell'apprendimento:anni fa questo tipo di azione pedagogica aveva il nome di pedagogia emendativa;oggi ,poichè il territorio di interventosi è notevolmente dilatato e il sistema perfezionato,il termine che più le si addice è quello di pedagogia clinica.Rientrano nei campi delle strategie didattiche quattro importanti aspetti che il pedagogista clinico si pone come punti di riferimento:
a)i fini da raggiungereper tutti,disabili o meno,ai quali fa capo il concettodi educazione;
b)la conoscenza della materia da insegnare;
c)la conoscenza dell'allievo,in tutti i suoi aspetti cognitivi,emotivi e affettivi,socioculturali e motivazionali;
d)l'utilizzazione dei metodi da impiegare onde recuperare il massimo dell'impegno da parte dell'allievo.
Il mezzo principale di cui dispone il pedagogista clinico è il COLLOQUIO DIAGNOSTICO,nel quale il suo ruolo è di osservatore partecipante.Il colloquio diagnostico è un metodo di indagine che lascia il campo aperto tanto ad un intervento relazionale di carattere verbale,quanto ad un accertamento,attraverso la somministrazione di reattivi didattici,che sono considerati peculiari per favorire l'apprendimento secondo un moderno processo formativo,di tipo motivazionale.L'intervento clinico da parte del pedagogista clinico è diretto a recuperare aspetti mentali,emotivi,linguistici e comportamentali profondi,che fanno parte delle potenzialità residue dei singoli soggetti.Il ruolo del pedagogista è attivo e partecipativo.
angela rivieccio

[francesca.pezone]

..la Pedagogia Specile insieme alla Didattica speciale costituisce un ramo articolato del sapere educativo che applica il metodo sientifico allo studio delle problematiche dei soggetti con bisgni speciali.
La pedagogia speciale, in generale, ha lo scopo di ricostruire un senso, un significato dove il significato della persona e del suo esistere vacilla a causa di elementi di disagio, devianza, marginalità o handicap che impediscono un pieno svilppo e una piena espressione del potenziale umano.....
Personalmente, mi piace molto la definizione di pedagogia speciale che da Andrea Canevareo come: "la disciplina che studia la presa in carico e la cura di una persona o di un gruppo che si trova in una situazione di vulnerabilità e che esprime, in un particolare momento, bisogni particolari". Canevaro ne sottolinea la specificità che non significa separatezza rispetto alla pedagogia generale, ma c'è una linea di continuità che attraversa tutto il quadro delle scienze dell'educazione; la pedagogia speciale ha come compito maggiore quello di comprendere e studiare i deficit, e comprendere e studiare gli handicap.
Complimenti per aver inserito questo interessante argomento!

[francesca.pezone]

..non solo la pedagogia ma ache la didattica quotidiana deve dunque diventare speciale, perché l’integrazione di qualità passa attraverso la qualificazione di ciò che l’insegnante fa, per dare risposte specifiche e qualificate alle difficoltà e ai deficit dell’alunno a cui si rivolge, quelli di facile approccio ma anche quelli che pongono interrogativi e scogli estremamente impegnativi, che sfuggono alla comprensione mettendo a dura prova il coraggio e gli equilibri psicologici più stabili.
Il farsi speciale della didattica normale coinvolge a tutti livelli le diverse figure professionali che operano nella scuola: gli insegnanti tutti, e non esclusivamente l’insegnante di sostegno, che sono coinvolti nella programmazione ordinaria per organizzare i curricoli in funzione delle diverse abilità, per gestire con modalità alternative le attività di apprendimento, per adottare materiali adeguati alle caratteristiche dei diversi alunni.

[aiello maria]

La Pedagogia Speciale trae origine dall’ intento di essere di aiuto a persone che ne hanno bisogno vitale, accompagnato dalla curiosità scientifica. L’“isprazione salvifica”, dunque, è una componente essenziale della Pedagogia Speciale e, in qualche misura, alimenta ogni forma di educazione, ogni relazione di aiuto.
Questa ispirazione, tuttavia, non è priva di problemi soprattutto se rimane “unica” e come unico punto di riferimento per il teorico della educazione e per l’operatore in campo educativo. Il momento più pericoloso è quando l’intento solidale si esaurisce nelle intenzioni e riamane impigliato nelle secche di una generosità incompetente, non pienamente consapevole e incapace di tradursi in vero aiuto per l’altro.
Dare aiuto si presenta infatti come l’attivtà relazionale più soggetta a rischi, a fraintendimenti e può produrre veri e propri danni alla persona che si intende aiutare. Da qui la necessità di integrare l’intenzione solidale con una competenza specifica.

La Pedagogia Speciale elabora una teoria dell’educazione speciale che può essere realizzata solo affidandola alla persona dell’operatore che mette in atto non solo le teorie e le tecniche ma impegna operativamente il suo stesso equilibrio psicoaffettivo, i suoi comportamenti, le sue reazioni, la sua stessa personalità
La dizione pedagogia speciale è piuttosto recente e sostituisce il termine 'ortopedagogia' utilizzato in precedenza per descrivere gli interventi correttivi nei confronti dei soggetti considerati 'non normali'.. Inoltre, ultimamente, il termine “speciale” ha acquisito la connotazione di “specifico”, ad indicare una risposta specifica a certe problematiche nell’ambito dell’educazione di tutti.

[Rossella Accardo]

Prima di analizzare i metodi e le tecniche propri della Pedagogia speciale è utile tracciarne un sintetico excursus storico.
Già nel 1700 i grandi pedagogisti si occupano di bambini con difficoltà. Con Itard e il caso del Selvaggio dell'Aveiron si parla per la prima volta di educabilità per tutti. Nel 1800,fra i grandi pedagogisti cambia gradualmente l'approccio all'educazione. L'approccio ai bisogni educativi speciali rimane competenza medica sulla scia del positivismo scientifico. Nel 1900 Maria Montessori sperimenta ed afferma che i bisogni educativi speciali vanno affrontati anche dal punto di vista pedagogico e psicologico e non solo medico. Nascono le prime scuole magistrali ortofreniche con orientamento emandativo (la diversità è una malattia da curare9.
Il concetto di disabilità e il suo trattamento sono intimamente connessi alla nozione di integrazione come processo intenzionale,la cui affermazione in Italina ha conosciuto un lungo percorso evolutivo:dal 1974 agli anni 70 parliamo di Assistenzialismo:i disabili sono equiparati agli invalidi civili e la tendenza è quella di assimilare il diverso al normale. E' la fase della pedagogia emendativa:le classi speciali affiancano quelle comuni;negli anni 70-80 si parla di inserimento:gli alunni disabili entrano nelle classi comuni sulla spinta del cambiamento ideologico conseguente al 68. In Italia la legislazione è all'avanguardia ma la società ancora non è pronta ad accettare questi cambiamenti. Negli anni 90 si afferma la logica dell'integrazione:alle persone con bisogni educativi speciali viene riconosciuta la piena integrazione sociale. Viene promulgata in questi ani la legge quadro. Oggi si diffonde il concetto di inclusione.
L'integrazione è un processo intenzionale che esprime:un diritto e come tale è esigibile e certo una tutela dela persona perchè ogni individuo ha dei diritti aggiuntivi rispetto agli altri. Infatti l'integrazione valorizza le diversità intesa come espressione di ricchezza,originalità e creatività.

[giusappina d'angelo]

La pedagogia speciale in questi anni ha fatto dei passi in avanti notevoli, ha sollecitato un cambiamento reale nelle metodologie educative e scolastiche, ha favorito una maturazione globale della considerazione collettiva sui dirittoi delle persone con BES, ha aiutato molte famiglie a comprendere meglio le esigenze delle persone diversamente abili all'inerno del nucleo familiare, suggerendo linee procedurali che consentano all'intero sistema sociale di favorire percorsi integrativi. Ecco perchè è necessario che ogni docente chiamato a lavorare con alunni con difficoltà di apprendomento, con o senza certificazione, sia preparato dal punto di vista pedagogico ad affrontare con consapevolezza e competenza i problemi che la relazione educativo-formativa con gli alunni con difficoltà nevitabilmente pone.

[carmela.romano]

La Pedagogia speciale è un ambito di ricerca specifico della Pedagogia, che condivide con essa l'apparato epistemologico generale.
Il suo campo specifico di indagine riguarda la disabilità. Si tratta cioè di studiare da vicino un particolare aspetto della relazione educativa, ossia quello che riguarda individui "speciali", che necessitano, per questo, di risposte ai loro bisogni educativi speciali. È di sua esclusiva competenza tutto il campo riguardante il processo educativo di coloro che si segnalano per diversità, sia su un piano genetico, che funzionale, e che, a causa di ciò, presentano uno sviluppo che si discosta da quello che si verifica nel soggetto considerato "normodotato". In questo senso il termine norma è assunto fuori da ogni sistema valutativo, ma semplicemente come parametro estrapolato dal contesto statistico.

Carmela Romano

[Marianna A. Russo]

L'oggetto della Pedagogia Speciale è la disabilità, la situazione di handicap, ovvero la situazione di coloro che vivono la limitatezza di un deficit. La Pedagogia Speciale oggi, nella prospettiva dell'integrazione, significa una possibilità di raggiungere, nei contesti di vita e nelle pratiche abituali di un contesto sociale organizzato e organizzabile, coloro che sono diversamente abili.

[Debbie]

Il concetto di pedagogia speciale equivale sostanzialmente al vecchio termine di pedagogia emendativa,largamente usato in Italia, e a quello di ortopedagogia, maggiormente usato all'estero. Con questi termini si vuole indicare l'insieme dellericerche e delle tecniche mediante le quali viene presa in esamela situazione educativa della persona che presenta difficoltànel suo sviluppo normale, al fine di scoprire e mettere a punto i metodi adatti a fornirgli le migliori possibilitàdi educazione e d'integrazione nell'ambiente sociale [...] Il suo compito non èsolo quello di far scomparire le anomalie, bensìdi realizzare, nei limiti del possibile, gli obiettivi propri dell'educazione normale, che consiste nell'armonico sviluppo della personalità. Il fine della pedagogia speciale èdunque la promozione dell'individuosecondo le sue disponibilitàinteriori ed esteriori, attraverso la rimozione, il contenimento o la compensazione delle difficoltà.
Essa vuole in tal modo realizzare la dignitàdell'uomo, qualunque sia il disadattamento dal quale ècolpito

La caratteristica piùsignificativa di questo approccio disciplinare sembra consistere nel cogliere il problemalàdove può sfuggire all’attenzione comune, nell’interpretarlo nei suoi termini correttie nell’elaborare ipotesi di intervento con offerte di aiuto significative per consentire alla persona di riprendere, nel modo più umanamente ricco, la propria esperienza di esistenza il proprio fare significativo e il proprio essere motivato...
Il compito della Pedagogia Speciale èdunque quello di rendere sempre piùspeciale ogni forma di intervento educativo, facendo in modo tale che diventino patrimonio comunela capacitàdi cogliere i problemi e la competenza nell'affrontarli, la padronanza nell'ipotizzare opzioni nelle risposte educative..

....…unabuona pedagogia speciale èparte di una buona pedagogia generale e i problemi posti dall'educazione di bambini handicappati mettono alla prova e verificano la validitào meno dell'educazione generale !!

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