Psicopedagogia dei linguaggi (Briganti)
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Quando camminerà? E quando parlerà?

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Messaggio  Alessia.Zoccoli Gio Dic 04, 2008 5:10 pm

[i]Quando il bambino con sindrome di Down è piccolo (nei primi due o quattro anni di vita) i genitori si chiedono (e chiedono agli esperti, se hanno la fortuna di essere seguiti da esperti di psicologia dello sviluppo) qualcosa del tipo: “Sua sorella a questa età (18 mesi) camminava da almeno sei mesi, mentre Paolo riesce solo a spostarsi a quattro zampe: quando riuscirà a camminare?”
La sindrome di Down non comporta solo ritardo più o meno marcato nello sviluppo dell’intelligenza, ma anche, come è tipico del ritardo mentale, nello sviluppo motorio. Proprio per questo sono opportuni interventi abilitativi volti al potenziamento del fisico e dello sviluppo della motricità. Essi possono essere particolarmente utili. Nel caso non ci siano il bambino con sindrome di Down inizia a camminare da solo con molto ritardo rispetto ai bambini normodotati, ad esempio tra i 18 e i 24 mesi (in media a 20 mesi). Un intervento abilitativo può anticipare tali tempi di almeno due mesi. Resta il ritardo, ma ad un livello minore. L’esperienza di counselling con i genitori insegna che è opportuno tranquillizzare i genitori su questo aspetto dello sviluppo, dicendo loro che prima o dopo il bambino camminerà e che non è opportuno essere ansiosi per questo.
Diversa è la situazione quando la domanda è del tipo: “Come mai, pur avendo più di 12 mesi, Maria non parla ancora? Quando dirà le prime parole? E quando le prime frasi?”
Una risposta veritiera è in questo caso molto più difficile e complessa e richiede si considerino almeno tre aspetti diversi. Il primo è che lo sviluppo linguistico è nel complesso, per la sindrome di Down, più compromesso sia dello sviluppo motorio che dello sviluppo dell’intelligenza. Ci si deve perciò attendere un ritardo notevole nella produzione delle prime parole e ancor più delle prime frasi. Ad esempio prime parole a 24 mesi e prime frasi di due parole a 40 mesi. Il secondo aspetto da considerare è che la variabilità nella acquisizione di queste competenze è molto varia nella sindrome di Down e che una previsione è quasi impossibile anche per gli esperti, in quanto non è possibile prevedere lo sviluppo linguistico del singolo bambino dal suo sviluppo motorio e nemmeno dal suo sviluppo intellettivo. Il terzo aspetto è che alcuni bambini (pochi in percentuale) con sindrome di Down avranno sempre gravi carenze linguistiche (ad esempio esprimendosi quasi solo con parole singole e non con frasi). Come deve allora comportarsi l’esperto che segue un bambino e la sua famiglia? Con prudenza, ma anche con trasparenza, cioè trovando le parole giuste per dire la verità, anche se questo comporterà una certa dose di ansia nei genitori. Purtroppo i genitori devono aspettare e constatare giorno dopo giorno quali saranno i progressi, sapendo che sono molte le probabilità che il figlio prima o dopo acquisisca un linguaggio che gli permette di comunicare bene con gli altri, ma che vi sono anche alcune probabilità che il linguaggio resti povero. In ogni caso interventi abilitativi di potenziamento del linguaggio sono sempre utili, sia proposti da esperti, sia, coerentemente con il proprio ruolo e seguiti da un esperto, dagli stessi genitori.
L’integrazione e l’abilitazione proposta in Italia da più di trenta anni a questa parte ha portato a risultati nelle prestazioni linguistiche ritenuti nel passato quasi impossibili per la maggioranza delle persone con sindrome di Down. Questo è dovuto anche al fatto che a livello linguistico sono possibili progressi, anche nell’età adolescenziale e in quella giovanile e, per certi aspetti (quelli pragmatici, cioè relativi al riuscire comunque a comunicare adeguatamente), anche in quella adulta. Questo è reso possibile da interventi professionali mirati e costanti per molti anni.


Ultima modifica di Alessia.Zoccoli il Gio Dic 04, 2008 5:49 pm - modificato 1 volta.
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Messaggio  ivana.clemente Gio Dic 04, 2008 5:24 pm

ciao Ale! una cosa da non dimenticare è che i bambini con la sindrome di Down hanno una maturazione lenta soprattutto della dentatura, infatti, arrivano molto tardi (alla fine della 2 ed inizio della 3 elementare) a dire le prime sillabe dentali! ciò naturalmente crea una difficoltà non solo per il bambino che tende di farsi capire, ma anche da parte dei genitori e delle figure che stanno intorno al bambino (logopedisti, maestri, ecc) a capire! questi bambini acquisiscono molto tardi la concezione di spazio/tempo (hanno difficoltà a riconoscere il giorno e la notte ed a capire la successione dei giorni) e, come hai già detto tu giustamente, la locomozione. ciò nonostante hanno una sensibilità ed un'affettività molto accentuata! (ho scoperto molte cose grazie al tirocinio che mi ha permesso di entrare in contatto con un bambino Down stupendo!!)!
bacini! iv!
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Messaggio  angela rivieccio Mer Dic 17, 2008 5:09 pm

Anche se i caratteri somatici dei trisomici sono evidenti(cranio brachicefalo,testa tonda,viso appiattito,bocca piccola e labbra strette)il quadro psicologico si differenzia notevolmente per l'ampiezza della casistica.Lo sviluppo del soggetto Down avviene normalmente,con uno sfasamento temporale rispetto alla norma.Non sussistono alterazioni e impedimenti tali da richiedere per il soggetto Down una terapia di riabilitazione.Si tratta di creare subito un ambiente ricco di stimoli adeguati ,dato che il tratto principale del soggetto Down è una certa apatia,un certo ripiegamento su degli automatismi. Fra lo sviluppo del linguaggio e quello motorio sussiste un rapporto diretto,per cui una buona educazione della motricità influisce positivamente sulla formazione del pensiero e della personalità.
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