Psicopedagogia dei linguaggi (Briganti)
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PROTOTIPO VOCABOLARIO MULTIMEDIALE PER GLI AUDIOLESI

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Messaggio  Sorrentino Lucia Mar Nov 25, 2008 2:57 am

COSA PENSATE DELLA REALIZZAZIONE DEL PROTOTIPO VOCABOLARIO MULTIMEDIALE PER GLI AUDIOLESI COME MODELLO DI SUPPORTO LINGUISTICO ?


Chi sono gli audiolesi?
Gli audiolesi necessitano di trascrizione di tutti gli audio e di un linguaggio semplificato.
Per non escludere gli audiolesi, ogni suono emesso deve essere accompagnato da un effetto visivo e per coloro che non sentono, alcuni accorgimenti dovrebbero risultare ovvi; se si usano suoni per avvisare l'utente di un qualche evento, occorre fornire lo stesso avviso in forma visiva.
Un esempio può essere quando un pulsante prevede un'emissione sonora al click del mouse: in questo esempio è stato associato al suono il cambiamento dei colori.Bisogna fornire una trascrizione per le registrazioni!
Se la pagina web mette a disposizione una registrazione audio e se questa non ha solo un carattere "dimostrativo", occorre fornire anche l'equivalente in forma testuale.
Se invece nella pagina web è presente un video, sarebbe opportuno sottotitolarlo.
Anche una trascrizione nella lingua dei segni può aiutare la navigazione di un audioleso
Una parte delle persone sorde comunica attraverso il linguaggio dei segni. Si tratta di vere e proprie lingue, diverse da nazione a nazione e a volte anche a livello regionale, con regole proprie e un ricco vocabolario.
La presenza di filmati con la traduzione in Lingua Italiana dei Segni (LIS) di alcune pagine, soprattutto se contengono testi lunghi che rimangono stabili nel tempo, può essere molto gradita da una buona parte di persone sorde.
problemi più seri però non sono quelli esposti finora. C'è un lato oscuro dell'accessibilità che proprio con gli audiolesi viene posto in drammatica evidenza: il problema della lingua.
Gli esseri umani imparano a parlare la lingua dei genitori (lingua madre, per l'appunto) nell'età compresa tra i due e i quattro anni ascoltando ed imitando gli adulti che li circondano. In questo periodo della vita non si imparano soltanto un certo numero di parole, ma anche la costruzione sintattica e grammaticale, anche se la coscienza dei meccanismi che la regolano vengono appresi più tardi.
Da studi della neurofisiologia pare si sia giunti alla conclusione che in quell'età cruciale il cervello si specializza e mette a disposizione il massimo delle sue risorse proprio per imparare la lingua. Al termine di tale periodo questa particolare propensione ad apprenderla va, via via, scemando. Un fatto di cui abbiamo prova tutti noi che non abbiamo imparato l'inglese in età infantile e continuiamo anno dopo anno a frequentare corsi della lingua di Shakespeare senza trarne particolari benefici.
Cosa succede alle persone sorde dalla nascita in quel momento cruciale dello sviluppo comunicativo verbale?
Se il deficit non viene diagnosticato prestoe non vengono protesizzati e seguiti in modo adeguato dai servizi di riabilitazione, possono trovarsi esclusi dal normale processo di acquisizione della lingua parlata e scritta.
I soggetti di questo tipo si trovano poi nella vita ad avere una conoscenza della lingua madre molto limitata. Infatti, conoscere un numero limitato di parole, di strutture verbali e di strutture morfo-sintattiche, esclude queste persone dalla comprensione di quei testi che si esprimono con frasi strutturalmente complesse.
L'italiano e il burocratese in particolare tendono ad esprimersi con frasi complesse, con una principale e numerose subordinate... beh, è ovvio che ciò manda in tilt la persona sorda che ha problemi di comprensione nella lingua.

La realizzazione del prototipo del vocabolario multimediale è stata possibile grazie al contributo dell'Istituto Nazionale della Documentazione Per l'Innovazione e la Ricerca Educativa, che ha finanziato il progetto:"Didattica integrata finalizzata alla produzione di un Vocabolario Multimediale per alunni con disabilità linguistica".

L'essenza della novità del progetto sta nell'aver messo a punto un modello di supporto linguistico che consente anche ai ragazzi diversamente abili di poter consultare proficuamente un dizionario,grazie all'uso di nuove tecnologie, all'integrazione di diversi codici della comunicazione verbale e non verbale, e soprattutto al coinvolgimento diretto dei ragazzi come autori.
Il vocabolario è destinato ad alunni dai 5 agli 8 anni e contiene quattro sezioni complementari:
* la sezione scritta contiene la spiegazione semplificata del significato del vocabolo, un esempio di frase e note grammaticali con la simbologia montessoriana;
* la sezione iconica contiene immagini che aiutano a capire meglio il significato della parola;
* la sezione della lingua dei segni contiene il segno della LIS corrispondente alla parola presa in considerazione;
* la sezione parlata, alla quale hanno partecipato anche i ragazzi sordi, contiene l'articolazione labiale con sonoro della parola.
È stata, inoltre, inserita una sezione di approfondimento operativa soltanto per la parola "classe"al fine di dimostrare almeno in parte le enormi potenzialità offerte dalle nuove tecnologie.
Su invito delle persone sorde, che hanno collaborato al progetto, èstato aggiunto al titolo originario la dicitura "Italiano-LIS . LIS-Italiano" per dare pari dignità alla Lingua Italiana dei Segni (LIS).
L'ottica nella stesura del Prototipo è stata quella di dare spazio sia alla scuola di pensiero oralista che a quella gestualista. Il vocabolario, infatti, si presenta come un prodotto di cui ciascun utente può consultare liberamente le varie sezioni che lo compongono secondo le proprie esigenze e l'orientamento educativo ricevuto.
Lucia Sorrentino
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Messaggio  orefice.veronica Sab Dic 13, 2008 3:50 pm

Per conoscere il significato di una parola basta aprire il vocabolario: facile a dirsi. Ma cosa accade se questa consultazione risulta insufficiente? Bisogna intervenire per facilitare il compito di quanti, per un motivo o per l' altro, recalcitrano di fronte al dizionario. L' Associazione «Immagini e Parole» ha avuto l' idea di creare un «Vocabolario multimediale per alunni con disabilità linguistica». Si tratta di classificare le parole, renderle riconoscibili evidenziando il legame con le azioni che rappresentano, i concetti che esprimono, gli oggetti che designano. Illustrare le parole implica una ricerca sugli aspetti verbali, iconici, mimici, labiali. Vuol dire trasformare i ragazzi da soggetti passivi a protagonisti del processo conoscitivo. Comporta uno studio sulla lingua dei segni.
I bambini hanno la possibilità di studiare..rendendo se stessi protagonisti del proprio sapere............

orefice.veronica

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