Psicopedagogia dei linguaggi (Briganti)
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protesi isolanti

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Messaggio  simona.asciolla Mer Nov 19, 2008 9:29 pm

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simona.asciolla

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protesi isolanti Empty un "paradosso"

Messaggio  mariarosaria tarallo Mer Nov 19, 2008 11:49 pm

Ciao Simo, innanzitutto mi scuso se torno ad intervenire io, perchè spero che veramente tutti possano regalarci le loro opinioni più diverse ; )
Questo argomento mi sta particolarmente a cuore.
Il rischio della spersonalizzazione, con l'allontanamento da altri spazi della realtà quotidiana (perchè la presenza in rete io la concepisco come parte della realtà e non mera virtualità) credo esista, certamente, e non soltanto per i disabili.

C' è una specie di paradosso che, secondo me, si può cogliere in merito alla questione:
mi pare, cioè, che le nuove tecnologie siano, sì, finalizzate al miglioramento della qualità di vita e all'integrazione, ma che possano essere riconosciute ed utilizzate correttamente, evitando quindi quel rischio, a patto che ci sia già un progetto di integrazione in atto, comprendente le nuove tecnologie stesse come strumenti al servizio di esso!

L'emarginazione e il conseguente isolamento sono preesistenti all'uso di un pc e della rete, che si rivelano tentativi di fuga, in quei casi, dalla solitudine, non mezzi per fuggire la realtà che, di fatto, denuncia la mancanza di progetti a favore dei diritti dei diversabili, e, quindi, di politiche sociali che mirino con serietà e coerenza all'integrazione e la coltivino costantemente, servendosi di tutti gli strumenti possibili per attuarla.

Chi si lega ad un pc, e alla rete, diventandone dipendente a scapito del contatto personale fisico con la realtà, lo fa, il più delle volte, perchè, comunque, ha dei vuoti talora vertiginosi, cause dei quali non sono un pc e la rete, occorre lavorare sulle vere cause, non addebitarne la colpa(a volte avviene) ai mezzi, poi assolutizzati, erroneamente, per sfuggire le conseguenze delle vere cause.
L'educazione con e alle nuove tecnologie è l'unica strada, credo, per rimuovere alcuni equivoci sulla natura ed i significati di esse, e per evitare i rischi che comportano, al pari di tutto ciò che ci circonda: un esempio lampante è l'uso scorretto dell'energia nucleare, tanto per dirne una.

In una comunità "civile" in cui, purtroppo, gli esseri umani sono ancora definiti per "categorie", compresi i disabili, e mancano totalmente o scarseggiano progetti organici, a lungo termine, volti a far scoprire o riscoprire agli esseri umani il valore della Comunicazione a 360°, le proprie risorse inutilizzate ed alternative, l'unicità e la ricchezza di ogni persona, è normale che poi la gente, scoprendo le possibilità, in questo senso, di certi mezzi, come la rete, si affezioni ad essi e finisca con il farne un utilizzo sconsiderato.

L'approccio all'uso di questi strumenti (che sono davvero delle estensioni della persona, sì, ne sono fermamente convinta, estensioni anche nel senso di molteplici linguaggi) va, quindi, guidato da operatori innamorati di questo campo e dotati di competenze specifiche, in raccordo, secondo me, con tutte le agenzie educative ed i contesti in cui si svolge la vita degli alunni.

Si parta, come spesso diciamo, dai bisogni personali e del contesto... allora sì che tutto sarà fatto nel modo opportuno, e si sapranno affrontare rischi e difficoltà con gli opportuni interventi, atti a far crescere la consapevolezza che tali strumenti sono parte di un progetto di più ampio respiro, volto non all'isolamento ma a promuovere e facilitare la COMUNICAZIONE e le RELAZIONI UMANE, a 360°.

Sorry..., non scrivo più, fino alla prossima ; ) Scusate se ogni tanto scrivo a colori, ma faccio sempre così...mi piacciono i colori, così come la varietà dei punti di vista e delle opinioni. Non vedo l'ora di leggerne altri. Buona serata alla Docente (mi scusi, se mi sono dilungata, sarà evitato da questo momento ; ), ciao a te, Simona, saluti a tutti i Colleghi, Like a Star @ heaven alla prossima ; )
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Messaggio  simona.asciolla Gio Nov 20, 2008 4:54 pm

Rosy sono assolutamente daccordo con te quando dici che bisogna partire dai bisogni personali e dal contesto, in modo da affrontare rischi e difficoltà con gli opportuni interventi per promuovere e facilitare la comunicazione e le relazioni umane a 360°, però nel caso di quei disabili che riescono ad esprimersi solo mediante strumento tecnologico, come nel caso del filmato che abbiamo visionato venerdì scorso, come si può realizzarla praticamente?
A scuola lo si potrebbe fare, se ci fosse un aula adibita, che supporta questi strumenti,pertanto si potrebbe creare ,ad esempio, un lavoro di laboratorio con queste persone che si trovano tutte nella stessa aula,tutte munite della strumentazione che gli serve,e lavorare insieme, ma al di fuori di questo contesto, come faranno a interagire e a socializzare!?
E se pure al di fuori del contesto scolastico ci fossero dei luoghi appositi per queste persone, non credo sia positivo che socializzino solo tra loro,anzi, credo sia fondamentale socializzare anche con altre persone, diverse da loro per confrontarsi,per condividere esperienze e farne tesoro per crescere.
Non so se riesco a spiegarmi, ma questa situazione dell quale sto parlando, la vedo come una situazione fine a se stessa,nel senso che, finchè queste persone sono a scuola, si potrebbe intervenire (anche se non è tanto semplice dato che spesso si dice che non vi sono i fondi necessari per adibire delle aule per determinate esigenze,appunto perchè spesso i macchinari sono molto costosi,come avevo già detto in un altro intervento introdotto ieri che tra l'altro sembra sparito), ma al di fuori dell'ambito scolastico come si fa?

Rosy non è una domanda rivolta solo a te, immagino che forse neanche tu hai una risposta e se ce l'hai diccela e spero che anche le altre colleghe dicano la loro riflessione rispetto a ciò.
Un bacio a tutte Very Happy

*Simona*

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Messaggio  colomba.persico Gio Nov 20, 2008 5:30 pm

wow, hai messo dei dubbi anche a me con questa domanda... effettivamente non ci avevo mai pensato, help... devo assolutamente riflettere sul caso... però è un passo enorme se già nelle scuole e non si potrebbe usufruire di questi strumenti per la socializzazione e la comunicazione con l'esterno... no??... debbo però riflettere su questo aspetto molto interessante brava... Wink
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protesi isolanti Empty Interessante vero? non lo è solo per me :)

Messaggio  simona.asciolla Gio Nov 20, 2008 7:17 pm

Certo, sarebbe un grande passo in avanti...ma a quanto pare oggi giorno si dà importanza solo ai soldi, già vogliono mettere in atto molti tagli nella scuola in quanto c'è bisogno di fondi, figuriamoci se sarebbero disposti ad investire per queste giustissime cause...come sempre è la scuola che ci va di mezzo!!!
ED è SCANDALOSO!!! Vanno a toccare un' istituzione che dovrebbe essere l'ultima ad esser presa in considerazione, e invece...
Ma guardate è l'Italia che è così ed è una vergogna, perchè gli altri paesi sono ben organizzati!!! Crying or Very sad

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Messaggio  valentina Gio Nov 20, 2008 8:44 pm

ciao simo, voglio ricollegarmi al concetto di integrazione di cui hai parlato. sono d'accordo con te che l'integrazione nn bisogna solo considerarla a scuola, l'ambito più complicato nella quale chiedersi se c'è integrazione è fuori la scuola. credo che si tratti di senso di responsabilità un po' di tutti gli individui che si trovano di fronte a soggetti che presentano tale problema. in genere si tende a trasferire la responsabilità ad altri senza nemmeno che ce ne accorgiamo. il modo per combattere l'indifferenza non è difficile da trovare, bisogna che ci sia la volontà di ognuno di impegnarsi in un processo che riguarda chiunque non solo le persone che hanno disabilità evidenti. io ad esempio mi sento in situazione di handicap quando nn riesco ad integrarmi in contesti semplici, quindi immaginiamo quelli che i problemi ce li hanno davvero, argomento un po' difficile da trattare xkè è cm trovarsi in una situazione di stallo. tu ke ne dici
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Messaggio  Admin Gio Nov 20, 2008 9:16 pm

da admin = docente
Ringrazio Simona ( e quindi anche Antonella l'uso del pc diventa un fine...) per le tue riflessioni.
Dal momento che anche le mie lezioni sono un apprendimento collaborativo domani intendo discutere in aula anche di questo tuo punto di domanda che riassumo, più che in termini di integrazione, nel seguente modo: le protesi sono isolanti?
Dopo aver parlato delle protesi tecnologiche, introdurrò un video e poi daremo spazio a questa discussione.

Vi ricordo che le domande sono sempre interessanti: sono proprio i questiti che ci fanno ragionare e ci invitano quindi a pensare di più alle cose.
la docente
Admin
Admin
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