LA DISABILITà IN TV
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LA DISABILITà IN TV
Desidero portare alla vostra attenzione un articolo letto oggi che parla di un reality con persone con disabilità.
riporto l'articolo:
Uk, arriva il reality per disabili
Show per portatrici di handicap
Il reality non risparmia nemmeno le ragazze portatrici di vistosi handicap: dopo il grosso successo riportato in Olanda si preannuncia l'arrivo in Gran Bretagna di uno show televisivo, Miss Ability, dove giovani donne disabili si racconteranno e si sfideranno in un atipico concorso di bellezza. Per partecipare alla trasmissione c'è un requisito essenziale: bisogna poter esibire "un handicap visibile ad occhio nudo".
Che cosa ne pensate?
riporto l'articolo:
Uk, arriva il reality per disabili
Show per portatrici di handicap
Il reality non risparmia nemmeno le ragazze portatrici di vistosi handicap: dopo il grosso successo riportato in Olanda si preannuncia l'arrivo in Gran Bretagna di uno show televisivo, Miss Ability, dove giovani donne disabili si racconteranno e si sfideranno in un atipico concorso di bellezza. Per partecipare alla trasmissione c'è un requisito essenziale: bisogna poter esibire "un handicap visibile ad occhio nudo".
Che cosa ne pensate?
Angela La Mura- Messaggi : 93
Data di iscrizione : 17.11.08
Re: LA DISABILITà IN TV
Personalmente non amo i reality
Maria Grazia Di Paola- Messaggi : 63
Data di iscrizione : 16.11.08
Re: LA DISABILITà IN TV
Gemma ha aperto il post sul reality per le persone disabili.
Ribadisco brevemente la mia opinione anche qui.
Non sono favorevole ai reality show in generale, quindi nemmeno a questo; ma per amor delle pari opportunità e della libera scelta credo che i partecipanti abbiano tutto il diritto a fare questo reality se credono che sia un'esperienza utile alla loro vita e se questo possa essere per loro un traguardo raggiunto sul piano della parità.
saluti
Ribadisco brevemente la mia opinione anche qui.
Non sono favorevole ai reality show in generale, quindi nemmeno a questo; ma per amor delle pari opportunità e della libera scelta credo che i partecipanti abbiano tutto il diritto a fare questo reality se credono che sia un'esperienza utile alla loro vita e se questo possa essere per loro un traguardo raggiunto sul piano della parità.
saluti
rita_anvg- Messaggi : 76
Data di iscrizione : 25.11.08
Bè
Come idea mi fa strana...ma credo che il motivo sia radicato nel fatto non sono abituata alla possibilità di vedere un programma del genere...Non lo vedo però in un ottica negativa nel senso che, dato che stiamo parlando tanto di pari opportunità, in questo caso al disabile viene data la medisima opportunità data a quello che viene definito "normodotato". Credo che forse questo sia considerato anche come un modo per far sentire i disabili uguali agli altri,perchè hanno potuto vivere un esperienza di un per così dire "normale"...
Che ne pensate di questa mia riflessione?
*Simona*
Che ne pensate di questa mia riflessione?
*Simona*
simona.asciolla- Messaggi : 105
Data di iscrizione : 15.11.08
Età : 37
Località : napoli
solo per questo
secondo questa logica io sono d'accordo con te, Simo.
mariarosaria tarallo- Messaggi : 318
Data di iscrizione : 16.11.08
Località : NApoli provincia
Re: LA DISABILITà IN TV
Grazie ragazze per gli interventi, mi scuso con voi e soprattutto con la cara Gemma; non mi sono resa conto che aveva gia aperto un post simile che parla dei reality show in TV.
Comunque credo che i reality si fanno solo a scopro di lucro. Certo sarebbe bello ogni tanto vedere della buona e sana TV, che si occupa magari anche dei diversamente abili, con fini comunicativi e sociologici.
Comunque credo che i reality si fanno solo a scopro di lucro. Certo sarebbe bello ogni tanto vedere della buona e sana TV, che si occupa magari anche dei diversamente abili, con fini comunicativi e sociologici.
Angela La Mura- Messaggi : 93
Data di iscrizione : 17.11.08
La vita è bella....
ecco un video sul significato della vita... sorridere perchè la vita è bella, quindi è meglio affrontarla con coraggio ma anche con il "gioco"!
ecco il link del video:
https://www.youtube.com/watch?v=r2CllUdbQGs
ecco il link del video:
https://www.youtube.com/watch?v=r2CllUdbQGs
stef scaccianemici- Messaggi : 24
Data di iscrizione : 25.11.08
Età : 47
Località : Telese Terme (BN)
per stefania
chiedo a tutti di leggere le istruzioni di antonellastef scaccianemici ha scritto:ecco un video sul significato della vita... sorridere perchè la vita è bella, quindi è meglio affrontarla con coraggio ma anche con il "gioco"!
ecco il link del video:
https://www.youtube.com/watch?v=r2CllUdbQGs
per evitare di aprire nuovi forum su temi aperti
grazie comunque a stefania per il video.
La vita è bella
Alla fine, non ricorderemo le parole dei nostri nemici,ma il silenzio dei nostri amici.
A volte basta un attimo per scordare una vita, ma a volte non basta una vita per scordare un attimo.ciao
Rosaria Kaiser- Messaggi : 90
Data di iscrizione : 17.11.08
Re: LA DISABILITà IN TV
Veramente molto bello questo video, poi la canzone dona un'atmosfera particolare.Complimenti per la scelta e grazie per averlo condiviso con noi...
Buona serata colleghe
rita_anvg- Messaggi : 76
Data di iscrizione : 25.11.08
ancora sulla disabilità in TV
Cara Angela,a proposito della disabilità in TV,sono fermamente convinto che la persona disabile abbia più bisogno di essere aiutata concretamente piuttosto che essere oggetto di spettacolo.
Purtroppo la televisione tende a fare di ogni evento, soprattutto se doloroso, un grande show al solo scopo di fare audience.
Ciao Aldo.
Purtroppo la televisione tende a fare di ogni evento, soprattutto se doloroso, un grande show al solo scopo di fare audience.
Ciao Aldo.
aldo- Messaggi : 40
Data di iscrizione : 16.11.08
Re: LA DISABILITà IN TV
Sono d'accordo con Aldo sul fatto che le persone disabili vanno aiutate concretamente.La televisione proponendo un reality con partecipanti disabili,non fa altro che strumentalizzare la disabilità in maniera inopportuna.Ritengo però, che Rita abbia perfettamente ragione quando afferma che anche i disabili devono essere liberi di fare le proprie scelte al pari dei normodotati.
angela rivieccio
angela rivieccio
angela rivieccio- Messaggi : 71
Data di iscrizione : 22.11.08
la disabilità in tv
La disabilità in tv ha un solo volto: non si parla di donne, bambini, anziani difficili e malati psichici
Sono soprattutto uomini (37,7%), in pari grado giovani e adulti, ed affetti prevalentemente da disturbi motori (48,7%), i disabili di cui si parla in Tv, secondo l’indagine realizzatata da Censis e Segretariato Sociale che ha analizzato dal 15 febbraio al 15 maggio di quest’anno la programmazione televisiva di Rai e Mediaset.
Scarsa la presenza femminile, come pure quella di anziani e bambini, ma soprattutto colpisce che l’unico genere di disabilità a cui venga data attenzione è quella fisica. Solo nell’8,9% dei casi analizzati infatti si parla in tv di disabilità psichica, che tuttavia tocca, anche in modo gravissimo, moltissime persone e le loro famiglie (l’Istat ha stimato che in Italia tra il ’99 ed il 2000 vi fossero 700mila persone affette da disturbi psichici). Nel 29,1% dei casi poi se ne parla in modo generico. “Sono dati che ‘aprono finestre’ su tre aspetti della comunicazione di grande problematicità: da una parte, quello della ‘questione femminile’ in televisione, dall’altro quello dell’ ‘anziano difficile’, dall’altro ancora quello della grande ‘rimozione’ del disturbo mentale nella nostra società’, sottolineano gli osservatori. Come dire che in tv vince la logica imposta dal mercato: donne perfette e nonni arzilli e sempre più giovani.
Nel complesso, il disabile è presentato come “soggetto positivo-normale” (41,9%) o “soggetto passivo” (35,9%), una tendenza che fa dire ulteriormente agli esperti che esiste una “tendenza virtuosa ad affrontare la disabilità con sguardo concreto e ad evitare i rischi della drammatizzazione da una parte e del ‘superomismo” dall’altra”. Nel 29,4% dei casi infatti il tono utilizzato nel parlare di disabilità è “normale”, mentre in percentuali del tutto minoritarie è “semplificato”, “scientifico” o “affettuoso”. In prevalenza il linguaggio scelto è quello giornalistico.
L’indagine ha rilevato che, nel periodo analizzato, la Rai è intervenuta sulla disabilità in 50 occasioni, Mediaset in 8; tra le testate giornalistiche è il Tg1 ad essere intervenuto il maggior numero di volte, seguito da Tg2 e Tg3, ma spiegano gli osservatori se “è la Rai che propone programmi di maggiore qualità, nel caso dei Tg sono i Tg Mediaset a fare eccellenza”.
Sono soprattutto uomini (37,7%), in pari grado giovani e adulti, ed affetti prevalentemente da disturbi motori (48,7%), i disabili di cui si parla in Tv, secondo l’indagine realizzatata da Censis e Segretariato Sociale che ha analizzato dal 15 febbraio al 15 maggio di quest’anno la programmazione televisiva di Rai e Mediaset.
Scarsa la presenza femminile, come pure quella di anziani e bambini, ma soprattutto colpisce che l’unico genere di disabilità a cui venga data attenzione è quella fisica. Solo nell’8,9% dei casi analizzati infatti si parla in tv di disabilità psichica, che tuttavia tocca, anche in modo gravissimo, moltissime persone e le loro famiglie (l’Istat ha stimato che in Italia tra il ’99 ed il 2000 vi fossero 700mila persone affette da disturbi psichici). Nel 29,1% dei casi poi se ne parla in modo generico. “Sono dati che ‘aprono finestre’ su tre aspetti della comunicazione di grande problematicità: da una parte, quello della ‘questione femminile’ in televisione, dall’altro quello dell’ ‘anziano difficile’, dall’altro ancora quello della grande ‘rimozione’ del disturbo mentale nella nostra società’, sottolineano gli osservatori. Come dire che in tv vince la logica imposta dal mercato: donne perfette e nonni arzilli e sempre più giovani.
Nel complesso, il disabile è presentato come “soggetto positivo-normale” (41,9%) o “soggetto passivo” (35,9%), una tendenza che fa dire ulteriormente agli esperti che esiste una “tendenza virtuosa ad affrontare la disabilità con sguardo concreto e ad evitare i rischi della drammatizzazione da una parte e del ‘superomismo” dall’altra”. Nel 29,4% dei casi infatti il tono utilizzato nel parlare di disabilità è “normale”, mentre in percentuali del tutto minoritarie è “semplificato”, “scientifico” o “affettuoso”. In prevalenza il linguaggio scelto è quello giornalistico.
L’indagine ha rilevato che, nel periodo analizzato, la Rai è intervenuta sulla disabilità in 50 occasioni, Mediaset in 8; tra le testate giornalistiche è il Tg1 ad essere intervenuto il maggior numero di volte, seguito da Tg2 e Tg3, ma spiegano gli osservatori se “è la Rai che propone programmi di maggiore qualità, nel caso dei Tg sono i Tg Mediaset a fare eccellenza”.
alessandra di fiore- Messaggi : 20
Data di iscrizione : 26.11.08
Re: LA DISABILITà IN TV
i disabili col passare del tempo sono sempre+integrati nella società,e addirittura partecipano alle olimpiadi anzi paraolimpiadi,come ci dimostra quest'articolo dedicato ad un'atleta disabile dell'11 Dicembre 2008
Strepitosa Vittoria degli Atleti Italiani ai Campionati Mondiali di Nuoto per Disabili in Portogallo
Formidabili ragazzi, quelli partiti in rappresentanza dei colori azzurri alla volta di Albufeira (POR), per disputare il 4° World Swimming Championship riservato ad atleti con disabilità intellettivo-relazionale (27/11- 4/12): non bastavano i due bronzi conquistati alle primissime battute del Torneo, subito dopo sono arrivati, in successione, anche due ori, un argento ed altri tre bronzi.
Due bronzi, dicevamo: se li sono aggiudicati Erik Marchetti nei 200 rana (che realizza pure il record italiano, europeo e mondiale cat. master) e la staffetta 4×50sl (Marzocchi, Marchetti, Manauzzi e Stortini). Subito dopo sono arrivati i fuochi d’artificio da parte di Elena d’Odorico, che con l’oro nei 100 dorso stabilisce il record del mondo categoria 21 mosaico. Poi è arrivato, per Paolo Alfredo Manauzzi, l’oro nei 50 farfalla e l’argento nei 50 sl, che gli vale anche il nuovo record europeo. Chiudono egregiamente queste giornate di gare portoghesi, altri tre bronzi: di nuovo Erik Marchetti nei 100 misti e nella staffetta 4×50 misti in compagnia di Marzocchi, Manauzzi e Stortini e Marco Marzocchi che sale sul terzo gradino dei 100 rana.
Fin qui la cronaca, dei fatti agonistici, ora la viva voce di uno dei protagonisti: Erik Marchetti, della Carnia Special Team, 4 medaglie di bronzo sul petto, una timidezza infinita e poche parole, emozionantissime, all’aeroporto appena sceso dall’aereo.
Quanti anni hai, Erik? Da quanto nuoti? Pensavi di sbaragliare, con i tuoi compagni di Nazionale, così tanti concorrenti?
Ho 30 anni, nuoto da 22. Questo è il secondo mondiale che faccio. Il primo in Islanda
Ma solo qui hai preso 4 medaglie: una capacità notevolissima di affrontare egregiamente gare molto diverse tra loro, sia singole che staffette. Direi che il tuo pregio più evidente sia la versatilità
Sì, sì, grazie…
Che atmosfera si respirava, in Portogallo?
C’era molta tensione, hanno organizzato tutto molto bene, era bellissimo
In Nazionale di nuoto, ora, vi monterete la testa?
No, no
Ti sento al colmo della felicità, so che devi ancora andare a pranzo, sarai affamato. Basta che non esageri, un campione del nuoto deve restare in forma
Ride e ringrazia. Lui…..
Strepitosa Vittoria degli Atleti Italiani ai Campionati Mondiali di Nuoto per Disabili in Portogallo
Formidabili ragazzi, quelli partiti in rappresentanza dei colori azzurri alla volta di Albufeira (POR), per disputare il 4° World Swimming Championship riservato ad atleti con disabilità intellettivo-relazionale (27/11- 4/12): non bastavano i due bronzi conquistati alle primissime battute del Torneo, subito dopo sono arrivati, in successione, anche due ori, un argento ed altri tre bronzi.
Due bronzi, dicevamo: se li sono aggiudicati Erik Marchetti nei 200 rana (che realizza pure il record italiano, europeo e mondiale cat. master) e la staffetta 4×50sl (Marzocchi, Marchetti, Manauzzi e Stortini). Subito dopo sono arrivati i fuochi d’artificio da parte di Elena d’Odorico, che con l’oro nei 100 dorso stabilisce il record del mondo categoria 21 mosaico. Poi è arrivato, per Paolo Alfredo Manauzzi, l’oro nei 50 farfalla e l’argento nei 50 sl, che gli vale anche il nuovo record europeo. Chiudono egregiamente queste giornate di gare portoghesi, altri tre bronzi: di nuovo Erik Marchetti nei 100 misti e nella staffetta 4×50 misti in compagnia di Marzocchi, Manauzzi e Stortini e Marco Marzocchi che sale sul terzo gradino dei 100 rana.
Fin qui la cronaca, dei fatti agonistici, ora la viva voce di uno dei protagonisti: Erik Marchetti, della Carnia Special Team, 4 medaglie di bronzo sul petto, una timidezza infinita e poche parole, emozionantissime, all’aeroporto appena sceso dall’aereo.
Quanti anni hai, Erik? Da quanto nuoti? Pensavi di sbaragliare, con i tuoi compagni di Nazionale, così tanti concorrenti?
Ho 30 anni, nuoto da 22. Questo è il secondo mondiale che faccio. Il primo in Islanda
Ma solo qui hai preso 4 medaglie: una capacità notevolissima di affrontare egregiamente gare molto diverse tra loro, sia singole che staffette. Direi che il tuo pregio più evidente sia la versatilità
Sì, sì, grazie…
Che atmosfera si respirava, in Portogallo?
C’era molta tensione, hanno organizzato tutto molto bene, era bellissimo
In Nazionale di nuoto, ora, vi monterete la testa?
No, no
Ti sento al colmo della felicità, so che devi ancora andare a pranzo, sarai affamato. Basta che non esageri, un campione del nuoto deve restare in forma
Ride e ringrazia. Lui…..
miriam.montella- Messaggi : 15
Data di iscrizione : 22.11.08
Re: LA DISABILITà IN TV
I Giochi Paralimpici, o Paralimpiadi, sono l'equivalente dei Giochi olimpici per atleti con disabilità fisiche, visive o intellettive. Pensati come Olimpiadi parallele, prendono il nome proprio dalla fusione del prefisso para con la parola Olimpiade e i suoi derivati.
In Italia sono tuttora chiamati anche Giochi Paraolimpici o Paraolimpiadi, che fu il termine usato ufficialmente fino al 2004. La legge n. 189 del 15 luglio 2003 "Norme per la promozione della pratica dello sport da parte delle persone disabili" designa la Federazione Italiana Sport Disabili come Comitato italiano paraolimpico (CIP) e usa termini quali attività paraolimpica e Paraolimpiadi. Anche il successivo decreto di attuazione, pubblicato il 5 maggio 2004 sulla Gazzetta Ufficiale, mantiene la stessa terminologia. Con il decreto di approvazione dello statuto del CIP del 17 dicembre 2004 anche la normativa italiana recepisce la denominazione Comitato italiano paralimpico
Storia [modifica]
Il medico britannico Ludwig Guttmann organizzò una competizione sportiva nel 1948, conosciuta come Giochi di Stoke Mandeville, per veterani della seconda guerra mondiale con danni alla colonna vertebrale; nel 1952 anche atleti olandesi parteciparono ai giochi, dandogli un carattere internazionale. La competizione prendeva il nome da Stoke Mandeville, la cittadina del Buckinghamshire che ospitava annualmente tali gare.
Nel 1958 il medico italiano Antonio Maglio, direttore del centro paraplegici dell'Istituto Nazionale per l'Assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (INAIL), propose a Guttmann di disputare l'edizione del 1960 a Roma, che nello stesso anno avrebbe ospitato la XVII Olimpiade. I "IX Giochi Internazionali per Paraplegici" di Roma 1960, ovvero la nona edizione internazionale dei Giochi di Stoke Mandeville, vennero posteriormente riconosciuti come I Giochi Paralimpici estivi nel 1984, quando il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) approvò la denominazione "Giochi Paralimpici".
I contatti tra Guttmann e la delegazione giapponese presente a Roma in rappresentanza del Comitato Organizzatore della XVIII Olimpiade di Tokyo 1964 fecero sì che Tokyo ospitasse i Giochi Internazionali di Stoke Mandeville del 1964, successivamente riconosciuti come II Giochi Paralimpici estivi. Idealmente l'abbinamento avrebbe dovuto proseguire nel 1968 a Città del Messico, ma nel 1966 il progetto naufragò a causa del mancato sostegno del governo messicano. Fu allora Israele ad offrirsi di ospitare l'edizione del 1968, come parte delle celebrazioni per il ventesimo anniversario della nascita dello stato. I Giochi di Stoke Mandeville furono di nuovo ospitati nello stesso paese dei Giochi Olimpici nel 1972 in Germania e nel 1976 in Canada.
L'atleta paralimpico Oscar PistoriusLe prime Paralimpiadi Invernali furono tenute a Örnsköldsvik, in Svezia, nel 1976.
I giochi sono ormai abbinati sistematicamente ai Giochi Olimpici veri e propri dal 19 giugno 2001 quando fu siglato un accordo tra il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) ed il Comitato Paralimpico Internazionale (IPC).
Il logo dell'IPC è costituito da tre Tae-Geuk, in rosso, blu e verde. I tre Tae-Geuk simbolizzano i tre aspetti più significativi dell'essere umano: mente, corpo e spirito. "Mind, Body, Spirit" fu adottato dall'IPC come motto ufficiale.
I IX Giochi Paralimpici invernali si sono svolti a Torino dal 10 al 19 marzo 2006, mentre i prossimi XIII Giochi Paralimpici estivi sono in programma a Pechino (Cina) dal 6 al 17 settembre 2008.
In Italia sono tuttora chiamati anche Giochi Paraolimpici o Paraolimpiadi, che fu il termine usato ufficialmente fino al 2004. La legge n. 189 del 15 luglio 2003 "Norme per la promozione della pratica dello sport da parte delle persone disabili" designa la Federazione Italiana Sport Disabili come Comitato italiano paraolimpico (CIP) e usa termini quali attività paraolimpica e Paraolimpiadi. Anche il successivo decreto di attuazione, pubblicato il 5 maggio 2004 sulla Gazzetta Ufficiale, mantiene la stessa terminologia. Con il decreto di approvazione dello statuto del CIP del 17 dicembre 2004 anche la normativa italiana recepisce la denominazione Comitato italiano paralimpico
Storia [modifica]
Il medico britannico Ludwig Guttmann organizzò una competizione sportiva nel 1948, conosciuta come Giochi di Stoke Mandeville, per veterani della seconda guerra mondiale con danni alla colonna vertebrale; nel 1952 anche atleti olandesi parteciparono ai giochi, dandogli un carattere internazionale. La competizione prendeva il nome da Stoke Mandeville, la cittadina del Buckinghamshire che ospitava annualmente tali gare.
Nel 1958 il medico italiano Antonio Maglio, direttore del centro paraplegici dell'Istituto Nazionale per l'Assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (INAIL), propose a Guttmann di disputare l'edizione del 1960 a Roma, che nello stesso anno avrebbe ospitato la XVII Olimpiade. I "IX Giochi Internazionali per Paraplegici" di Roma 1960, ovvero la nona edizione internazionale dei Giochi di Stoke Mandeville, vennero posteriormente riconosciuti come I Giochi Paralimpici estivi nel 1984, quando il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) approvò la denominazione "Giochi Paralimpici".
I contatti tra Guttmann e la delegazione giapponese presente a Roma in rappresentanza del Comitato Organizzatore della XVIII Olimpiade di Tokyo 1964 fecero sì che Tokyo ospitasse i Giochi Internazionali di Stoke Mandeville del 1964, successivamente riconosciuti come II Giochi Paralimpici estivi. Idealmente l'abbinamento avrebbe dovuto proseguire nel 1968 a Città del Messico, ma nel 1966 il progetto naufragò a causa del mancato sostegno del governo messicano. Fu allora Israele ad offrirsi di ospitare l'edizione del 1968, come parte delle celebrazioni per il ventesimo anniversario della nascita dello stato. I Giochi di Stoke Mandeville furono di nuovo ospitati nello stesso paese dei Giochi Olimpici nel 1972 in Germania e nel 1976 in Canada.
L'atleta paralimpico Oscar PistoriusLe prime Paralimpiadi Invernali furono tenute a Örnsköldsvik, in Svezia, nel 1976.
I giochi sono ormai abbinati sistematicamente ai Giochi Olimpici veri e propri dal 19 giugno 2001 quando fu siglato un accordo tra il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) ed il Comitato Paralimpico Internazionale (IPC).
Il logo dell'IPC è costituito da tre Tae-Geuk, in rosso, blu e verde. I tre Tae-Geuk simbolizzano i tre aspetti più significativi dell'essere umano: mente, corpo e spirito. "Mind, Body, Spirit" fu adottato dall'IPC come motto ufficiale.
I IX Giochi Paralimpici invernali si sono svolti a Torino dal 10 al 19 marzo 2006, mentre i prossimi XIII Giochi Paralimpici estivi sono in programma a Pechino (Cina) dal 6 al 17 settembre 2008.
miriam.montella- Messaggi : 15
Data di iscrizione : 22.11.08
disabili e tv
La ricerca "Oltre il Giardino: i disabili e le disabilità in televisione" evidenzia come la televisione sia su questo tema ormai consapevole e seria, ma mostri timidezze e pudori. L'indagine realizzata dal Censis in collaborazione con l'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni e promossa dal Segretariato Sociale della Rai rivela alcuni elementi di assoluta novità rispetto agli studi precedenti.
1 Non è frequente che si parli di disabilità in TV (80 unità di analisi nei 2 mesi analizzati), ma quando se ne parla viene dedicato all'argomento uno spazio ampio e completo.
2 Sono le "storie di vita" la forma espressiva utilizzata con un forte ancoraggio all'esperienza vissuta dal disabile che è rappresentata in una cornice di "normalità positiva". Vengono evitati i toni drammatici oppure l'enfatizzazione delle tragedie familiari.
3 Il disabile in TV è prevalentemente maschio, adulto, e handicappato motorio. Questo dimostra che:
- oggi è impossibile presentare in televisione un'immagine femminile imperfetta;
- l'anziano in televisione deve essere un anziano felice, consumatore e "giovane" ad ogni costo. Perciò l'anziano disabile non è "presentabile";
- i disturbi mentali trovano voce in TV solo quando approdano alla cronaca nera. Si rileva una rimozione colpevole rispetto alla realtà più diffusa, mentre sarebbe indispensabile ben altra attenzione collettiva.
4 È la Rai che mostra una comunicazione più attenta e approfondita nelle trasmissioni sulla disabilità (50 interventi contro 8 di Mediaset).
5 La decisione di trattare il tema non rincorre la cronaca o l'evento ma è frutto di una scelta autonoma delle trasmissioni (nel 70,9% dei casi).
6 La cronaca nera è completamente assente e questo è in controtendenza con quanto avviene per altri soggetti sociali deboli (minori, immigrati, donne).
7 La comunicazione risulta chiara, in genere indirizzata al largo pubblico, ma manca l'informazione di servizio rivolta direttamente ai disabili o a chi di loro si fa carico. Il ruolo di sensibilizzazione proprio dell'informazione non arriva a produrre in questo caso proposta istituzionale.
1 Non è frequente che si parli di disabilità in TV (80 unità di analisi nei 2 mesi analizzati), ma quando se ne parla viene dedicato all'argomento uno spazio ampio e completo.
2 Sono le "storie di vita" la forma espressiva utilizzata con un forte ancoraggio all'esperienza vissuta dal disabile che è rappresentata in una cornice di "normalità positiva". Vengono evitati i toni drammatici oppure l'enfatizzazione delle tragedie familiari.
3 Il disabile in TV è prevalentemente maschio, adulto, e handicappato motorio. Questo dimostra che:
- oggi è impossibile presentare in televisione un'immagine femminile imperfetta;
- l'anziano in televisione deve essere un anziano felice, consumatore e "giovane" ad ogni costo. Perciò l'anziano disabile non è "presentabile";
- i disturbi mentali trovano voce in TV solo quando approdano alla cronaca nera. Si rileva una rimozione colpevole rispetto alla realtà più diffusa, mentre sarebbe indispensabile ben altra attenzione collettiva.
4 È la Rai che mostra una comunicazione più attenta e approfondita nelle trasmissioni sulla disabilità (50 interventi contro 8 di Mediaset).
5 La decisione di trattare il tema non rincorre la cronaca o l'evento ma è frutto di una scelta autonoma delle trasmissioni (nel 70,9% dei casi).
6 La cronaca nera è completamente assente e questo è in controtendenza con quanto avviene per altri soggetti sociali deboli (minori, immigrati, donne).
7 La comunicazione risulta chiara, in genere indirizzata al largo pubblico, ma manca l'informazione di servizio rivolta direttamente ai disabili o a chi di loro si fa carico. Il ruolo di sensibilizzazione proprio dell'informazione non arriva a produrre in questo caso proposta istituzionale.
alessandra di fiore- Messaggi : 20
Data di iscrizione : 26.11.08
la disabilita' e la tv
Sono pienamente d'accordo co nte Aldo, poiche' le persone disabili devono essere aiutate, non potrebbero imbattersi in programmi tv o reality show, sono assolutamente contraria alla loro partecipazione.
tesone andreana- Messaggi : 33
Data di iscrizione : 27.11.08
una provocazione
tesone andreana ha scritto:Sono pienamente d'accordo co nte Aldo, poiche' le persone disabili devono essere aiutate, non potrebbero imbattersi in programmi tv o reality show, sono assolutamente contraria alla loro partecipazione.
E se la motivazione fosse "dare maggiore visibilità alla disabilità per farne mutare l'immagine comune" come la penseresti?
Antonella Rivellino- Messaggi : 203
Data di iscrizione : 15.11.08
Re: LA DISABILITà IN TV
in attesa della risposta della Collega, aggiungo che, secondo me, comunque le persone sono libere, al di là di tutte le opinioni, favorevoli e contrarie, a partecipare a qualunque programma televisivo, compreso questo, consapevoli di vantaggi e rischi.
Uno dei vantaggi potrebbe essere quello che tu, Antonella, hai ipotizzato nel quesito ad Andreana.
Uno dei rischi proprio la spettacolarizzazione del tutto.
Però, poichè ci si riflette sempre su questi argomenti che affrontiamo, pensavo che in fondo gli esseri umani riescono a scrivere pure sulle righe storte (quasi come fa Dio ; ) ma non proprio ) e allora anche da questa esperienza potrebbe venire qualcosa di positivo. Il fatto è che non dovrebbe fare proprinotizia la partecipazione di una persona con disabilità.
Uno dei vantaggi potrebbe essere quello che tu, Antonella, hai ipotizzato nel quesito ad Andreana.
Uno dei rischi proprio la spettacolarizzazione del tutto.
Però, poichè ci si riflette sempre su questi argomenti che affrontiamo, pensavo che in fondo gli esseri umani riescono a scrivere pure sulle righe storte (quasi come fa Dio ; ) ma non proprio ) e allora anche da questa esperienza potrebbe venire qualcosa di positivo. Il fatto è che non dovrebbe fare proprinotizia la partecipazione di una persona con disabilità.
mariarosaria tarallo- Messaggi : 318
Data di iscrizione : 16.11.08
Località : NApoli provincia
Re: LA DISABILITà IN TV
mariarosaria tarallo ha scritto:in attesa della risposta della Collega, aggiungo che, secondo me, comunque le persone sono libere, al di là di tutte le opinioni, favorevoli e contrarie, a partecipare a qualunque programma televisivo, compreso questo, consapevoli di vantaggi e rischi.
Uno dei vantaggi potrebbe essere quello che tu, Antonella, hai ipotizzato nel quesito ad Andreana.
Uno dei rischi proprio la spettacolarizzazione del tutto.
Però, poichè ci si riflette sempre su questi argomenti che affrontiamo, pensavo che in fondo gli esseri umani riescono a scrivere pure sulle righe storte (quasi come fa Dio ; ) ma non proprio ) e allora anche da questa esperienza potrebbe venire qualcosa di positivo. Il fatto è che non dovrebbe fare proprinotizia la partecipazione di una persona con disabilità.
Hai ragione Rosaria ( mi hai "smascherato" ,) in effetti,il mio intervento era anche un po' "provocatorio"...
in genere tendo sempre a "scardinare" le certezze assolute (anche le mie!) e poi nel post della collega (che spero risponda per chiacchiererne un po')
c'era una frase che in particolare mi ha "attivato": quella che definisce il disabile come un soggetto (solo) da aiutare...
e se fosse invece lui,con la sua maggiore consapevolezza e civiltà ( in alcuni casi) ad aiutare noi a prendere coscienza di una visione errata ?
Ecco da dove nasceva la mia domanda...
Antonella Rivellino- Messaggi : 203
Data di iscrizione : 15.11.08
disabili in tv
io non amo i reality perchè vedo in chi li guarda solo il desiderio di occuparsi delle cose altrui e per di più in modo morboso. Ancora di più questo non lo posso accettare quando ad essere protagonista è un disabile
Luigia Limongelli- Messaggi : 3
Data di iscrizione : 03.12.08
Re: LA DISABILITà IN TV
Anche io sono perfettamente d'accrdo con te. Tanto che ho avuto una discussione con delle persone, che pensano che questo reality, parole testuali " sono dei fenomeni da baraccone che sono messi in mostra", per me non è assolutamente così.simona.asciolla ha scritto:Come idea mi fa strana...ma credo che il motivo sia radicato nel fatto non sono abituata alla possibilità di vedere un programma del genere...Non lo vedo però in un ottica negativa nel senso che, dato che stiamo parlando tanto di pari opportunità, in questo caso al disabile viene data la medisima opportunità data a quello che viene definito "normodotato". Credo che forse questo sia considerato anche come un modo per far sentire i disabili uguali agli altri,perchè hanno potuto vivere un esperienza di un per così dire "normale"...
Che ne pensate di questa mia riflessione?
*Simona*
Rossella Guida- Messaggi : 12
Data di iscrizione : 15.11.08
Età : 41
Località : Napoli
Aiutatemi a rispondere alla mia domanda!!!
Ho visto in questa settimana, su mattino 5, un uomo diventato non vedente con il tempo, che con l'aiuto di una persona molto allennata a fare lunghi percorsi pericolosi, hanno attraversato, se non vado errando, per una settimana il deserto del Sahara , con tutte le interperie e le difficoltà che il diserto comporta.
A lui è piaciuta moltissimo questa esperienza e vuole rifarla. Si parlava anche di scalare il monte Everest.
Mi chiedo e chiedo anche a voi, quali sono le sensazioni ed i sentimenti che prova una persona con quell'handicap avuto in seguito e, cosa fondamentale, con quanta sensibilità affronterà questi percorsi della sua vita
A lui è piaciuta moltissimo questa esperienza e vuole rifarla. Si parlava anche di scalare il monte Everest.
Mi chiedo e chiedo anche a voi, quali sono le sensazioni ed i sentimenti che prova una persona con quell'handicap avuto in seguito e, cosa fondamentale, con quanta sensibilità affronterà questi percorsi della sua vita
Ultima modifica di Rossella Guida il Ven Dic 12, 2008 11:21 pm - modificato 1 volta. (Motivazione : Campania)
Rossella Guida- Messaggi : 12
Data di iscrizione : 15.11.08
Età : 41
Località : Napoli
Re: LA DISABILITà IN TV
Sono d'accordo con la maggior parte di voi sul fatto che si tratta di una scelta personale la partecipazione o meno ad un programma televisivo,in particolare un reality.Ognuno di noi ha libero arbitrio sulle sue azioni e credo che le persone disabili che si mettono in gioco vengono strumentalizzate ed escluse in quanto il reality è per soli disabili.
Angela Rivieccio 2
Angela Riv.- Messaggi : 53
Data di iscrizione : 22.11.08
Re: LA DISABILITà IN TV
io non so se vi è capitato di vedere il programma "c'è posta per te", ma è dall'anno scorso che vengono al programma dei bambini/ragazzi con la sindrome di Down invitati da parenti per fare incontrare a loro i propri idoli! le prime puntate pensavo che era bello che una trasmissione desse visibilità alla diversità, ma poi mi sono resa conto che al di sotto c'è un motivo di audience! se vi guardate una di queste puntate noterete come questi ragazzi vengano in un certo senso utilizzati per ridere! mi piange il cuore dire queste cose, ma vi invito veramente a trovare una di queste storie e di vederla!
bacini! iv!
bacini! iv!
ivana.clemente- Messaggi : 32
Data di iscrizione : 19.11.08
Età : 37
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