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Oscar Pystorius e protesi: vantaggio o svantaggio?

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Messaggio  MADDALENA MACARI Sab Nov 29, 2008 8:47 pm

Io sono pienamente daccordo con Angela Rivieccio sul caso di Oscar Pystorius infatti, la perdita degli arti inferiori è già di per se uno svantaggio enorme!
Bisognerebbe premiare questo campione che ha avuto tanto coraggio. é anche importante, secondo me, tenere ben presente l'aspetto psicologico di questa persona, che nonostante il suo "disagio", ha ancora tanta voglia di combattere e di mettersi in gioco...

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Oscar Pystorius e protesi: vantaggio o svantaggio? - Pagina 3 Empty Re: Oscar Pystorius e protesi: vantaggio o svantaggio?

Messaggio  incoglia antonio Dom Nov 30, 2008 4:16 am

salve a tutti,anche io ritengo come altre mie colleghe che se è scientificamente provato che le protesi che pystorius utilizza agevolino in un certo qual modo...(che sia del 30%, del 10% o dell'80% non cambia nulla),l atleta non debba partecipare alle olimpiadi.Il fatto è che,essendo un gioco,bisogna partire tutti alla pari,rispettando cosi anche chi da anni si allena per arrivare a competere a certi livelli e magari parte svantaggiato rispetto a pystorius per motivi non di impegno,di scarso allenamento ecc....
In qeusto modo,potrebbe sembrare un paradosso,ma si rende "diverso"il soggetto in questione in quanto lo si facilita pur di arrivare ad un traguardo,il ciò non è corretto,in quanto chiunque vero sportivo sa che una vittoria è vittoria solo quando è stata raggiunta con sforzi e mezzi a norma di legge sportiva.
Probabilmente sarò sembrato un po duro in questo mio intervento,ma in questi casi non stiamo parlando di discriminazione,il problema è solo se queste protesi danno si o no un vantaggio in campo sportivo.
In ogni caso voglio ricordare che per molti far accedere pystorius alle paraolimpiadi è un segno di discriminazione,una bocciatura o una retrocessione ad una categoria inferiori di olimpiadi,non è affatto cosi,queste ultime sono olimpiadi ugualmente belle e agonistiche se non addirittura,maggiori alle "normolimpiadi",purtroppo però sono i media che non ci mostrano questi eventi e li fanno sembrare una sorta di "serie b" delle olimpiadi,ma che a me affascinano molto in quanto è evidenziato ancora di piu lo sforzo di grandi atleti...atleti attenzione! in questo caso lascio da parte la parola disabile o altro in quanto l utilizzo di questi termini sembra gia di per sè discriminatorio.....

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Oscar Pystorius e protesi: vantaggio o svantaggio? - Pagina 3 Empty insieme nello sport

Messaggio  masullo fiorenza Dom Nov 30, 2008 11:56 pm

Questo articolo, ha sottolineato l'importanza e la possibilità per un disabile di gareggiare con gli altri,dalle parole scritte si evince una voglia di risolvere i quesiti normodotati e disabili? vantaggio o svantaggio? Finalmente non si parla del perchè ma del come e in che modo si potrebbe fare sport insieme.

Vari modelli di competizioni possibili fra disabili e non disabili
Come poter gareggiare insieme

Le varie discipline sportive hanno caratteristiche diverse e comportano diverse variabili in grado di compromettere un’adeguata partecipazione ed imparzialità. Sono state identificate alcune variabili utili per identificare i modelli ideali di sport per disabili
Uno dei principi organizzativi per costruire un modello sportivo ideale è quello di non svantaggiare gli atleti disabili. Questo implica che concorrenti con handicap possano richiedere apparecchiature o attrezzature o modifiche dei regolamenti per partecipare in gare sportive con altre persone disabili e forse anche con persone non disabili. Un secondo principio è che lo sport dovrebbe essere un mezzo di unione e non di emarginazione, atleti normodotati e disabili devono guadagnare l’accettazione ed il rispetto di tutti i partecipanti, degli organizzatori e della società. Su questo principio si basa l'idea che un’appropriata organizzazione e partecipazione possa includere nelle attività sportive qualsiasi soggetto della nostra società. Questo permetterebbe di integrare nell’organizzazione dei giochi olimpici anche specialità sportive per disabili oggi quasi esclusivamente svolte nei giochi paraolimpici. La classificazione degli sport per disabili è una questione difficile, perchè risulta arduo determinare le modalità di partecipazione delle persone con una disabilità pur mantenendo una competizione corretta e imparziale. Le varie discipline sportive hanno caratteristiche diverse e comportano diverse variabili in grado di compromettere un’adeguata partecipazione ed imparzialità. Sono state identificate alcune variabili utili per identificare i modelli ideali di sport per disabili. Esse sono: la possibilità di differenziare le gare in categorie di partecipanti selezionati in base alle loro disabilità, la possibilità di escludere o integrare l’accesso alle competizioni a seconda dell’abilità sportiva e selezionare le gare a seconda dell'adattamento o della disabilità, la rimodulazione del livello dell'intensità competitiva ed infine la classificazione dell' interazione competitiva e diretta tra i concorrenti suddividendoli in coloro con gravi o lievi incapacità e concorrenti senza disabilità. Sono presenti inoltre sette modelli tipici che classificano le gare cui possono accedere le persone con disabilità e comprendono tre modelli di sport che possiamo definire “segregazionistici” (solo per disabili) e quattro modelli che possiamo chiamare tradizionali (integrazione di disabili e sport tradizionali). I tre modelli di sport per disabili di tipo “segregazionistico” includono differenti tipi di attività sportive, fornendo la possibilità per i partecipanti di utilizzare ausilii e\o protesi e non permettono una competitività diretta fra partecipanti disabili e normodotati. Il primo modello è quello delle "Special Olympics" le cui caratteristiche distintive possono essere viste nella classificazione delle diverse discipline sportive che possono includere gare organizzate per una singola categoria di disabili ma con diversi livelli di difficoltà.
Le Special Olympics variano da una competizione "open" che quindi risulta generalmente aperta a quasi tutti i disabili giungendo, con l'aumentare del livello di difficoltà, a competizioni fra atleti d' èlìte di livello regionale, nazionale o internazionale.

Queste gare si basano generalmente sul motto "ognuno è un vincente", che è la filosofia delle "Special Olympics", ma possono aumentare d'intensità mano a mano che il livello sale a comprendere partecipanti provenienti da diverse nazioni. Le Special Olympics sono un esempio concreto di questo modello che sin dal 1968 si è via via arrichito per giungere ai Giochi Mondiali del 2004. Il secondo modello di sport per disabili, definito come modello delle Paraolimpiadi, è riscontrabile nelle gare organizzate dall' International Paralympic Committee e fornisce l' opportunità per atleti d'èlìte di gareggiare in una vasta gamma di categorie sportive equiparabili alle Olimpiadi (Haugen & Wolff, 2002). Fondamentalmente è caratterizzata dalla classificazione delle discipline sportive in eventi specifici per disabili in base alle abilità funzionali suddividendole per categorie (amputati, disabili mentali o altre disabilità motorie). Queste competizioni sono altamente selettive e solitamente ristrette ad atleti esperti e dotati con una intensità competitiva molto alta.Il terzo modello sportivo per disabili è il modello Misto Paraolimpico, ed è simile a quello delle Paraolimpiadi nella selettività ma si diversifica in merito alla suddivisione in categorie perchè mescola atleti con diversi tipi di disabilità nelle stesse gare. Questo modello differisce anche riguardo l'intensità della competizione e relativamente al grado di affaticamento che è generalmente più alto rispetto ai precedenti ed esclude gli atleti che hanno livelli più bassi di gestione della propria disabilità, prevedendo inoltre un numero minore di eventi sportivi rispetto al modello Paraolimpico. Sebbene le Special Olympics e le Paraolimpiadi si basino su una differenza in categorie che includano una singola disabilità o una disabilità specifica, il modello Misto Paraolimpico si basa su un principio di multidisabilità che pone l'accento maggiormente sull'abilità atletica dei partecipanti. Inoltre, il modello misto permette una integrazione di persone con diversi tipi di disabilità all'interno di una stessa disciplina sportiva, in questo senso rappresentando una sorta di "ponte" con i restanti ultimi modelli. I restanti quattro modelli prevedono l'integrazione di disabili e sport tradizionali e possono includere competizioni dirette fra i partecipanti con o senza disabilità. Il primo è il Reverse Integration model (Brasile, 1990) che include gare fra partecipanti normodotati ed atleti con una o multiple disabilità in cui vi è la possibilità di partecipazione anche per i non esperti. I soggetti disabili possono utilizzare ausilii e protesi o sedie a rotelle in gare a bassa o elevata intensità , a seconda della disciplina scelta.Gli altri tre modelli sono sport tradizionali organizzati da normodotati e che permettono la partecipazione di persone affette da disabilità. Il modello della Maratone include infatti atleti disabili che competono in eventi organizzati principalmente per persone prive di disabilità per cui la selettività può andare da un accesso "open" ad uno più restrittivo con gare di qualificazione all'ingresso. Anche qui vi è la possibilità di utilizzare protesi o ausilii se necessari, ma rispetto al modello precedente, l' intensità delle gare è più alta e comprende competizioni parallele fra partecipanti normodotati ed atleti con disabilità.


La maratona di Boston è un esempio di evento sportivo che contiene molti elementi del modello descritto poc'anzi in cui, mentre gli atleti normodotati devono raggiungere un tempo di qualificazione minimo per potervi partecipare, gli atleti con sedia a rotelle, affetti da cecità o con disturbi psicomotori hanno ognuno un proprio standard minimo per gareggiare a seconda della disabilità (Boston Athletic Association, 2004). I corridori normodotati ed i disabili possono inoltre avere differenti tempi di partenza e possono quindi nel prosieguo della gara, mescolarsi durante il suo svolgimento. Nei modelli presentati sinora, le protesi o le sedie a rotelle sono permesse ed è nei restanti due rimanenti modelli di sport tradizionali che le regole in questo senso variano. Il modello degli sport tradizionali con adattamenti minimi comprende quasi tutte le discipline sportive, non classificando gli sport in base alla possibilità o meno per le persone disabili di accedervi. Questo modello permette un minimo utilizzo di ausilii ed attrezzature con selettività ed intensità molto elevata nelle gare che includono partecipanti con e senza disabilità. Un esempio di sport che si ispira fortemente a questi principi è il wrestiling in cui vi è la possibilità per wrestlers affetti da cecità di competere con atleti vedenti. L'ultimo modello è quello tradizionale e principalmente non permette l'utilizzo di protesi o attrezzature ed attrae disabili con elevate abilità atletiche che si confrontano direttamente con partecipanti normodotati.Esempi di questo modello possono essere ritrovati in diversi contesti che includono programmi interscolastici o intercollegiali e anche se non molto comuni sono presenti sia fra gli sport amatoriali che quelli professionistici. Raramente troviamo casi di questo tipo, dove atleti con disabilità gareggiano senza alcun ausilio o protesi, ma se questo avviene è permesso dalle straordinarie capacità atletiche di questi campioni ed alle disabilità che solitamente non sono legate al gesto atletico di tali sport. Marla Runyan, una mezzofondista professionista cieca è un esempio di questo tipo di atleti. E' difficile per questi sportivi evitare l'etichetta di "fenomeni" dato che essi sono talmente rari da diventare un evento in ogni loro gara proprio in virtù del non utilizzo di attrezzature o protesi o aiuti di altro tipo. Presentare sette modelli non può essere di certo esaustivo, e quelli proposti sono solo dei modelli ideali che rappresentato uno stimolo per ragionare sui principi organizzativi che devono essere considerati nella gestione di eventi sportivi atti ad includere persone disabili e permettere loro di scegliere fra una vasta gamma di scelte praticando uno sport indipendentemente dal grado di disabilità.



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Oscar Pystorius e protesi: vantaggio o svantaggio? - Pagina 3 Empty l'inventore delle gambe di Pistorius

Messaggio  masullo fiorenza Lun Dic 01, 2008 12:14 am

Hugh Herr: Uomo delle superprotesi
Ma se potesse riavere, per un miracolo, le sue gambe vere, di carne e ossa, le rivorrebbe indietro? «No». La risposta è secca, fredda. Rispecchia il carattere granitico dell’uomo.
Hugh Herr è diventato famoso per aver creato le gambe artificiali che fanno volare Oscar Pistorius alla stessa velocità degli atleti integri, ai massimi livelli mondiali. Ora, quei piedi con i quali aveva scalato a 13 anni una parete di granito alta 300 metri, senza corde, chiodi o moschettoni, senza dir niente ai genitori per non essere sgridato, Herr non li rivorrebbe indietro. «Sono meglio le mie protesi. La gente pensa che il corpo umano sia perfetto, non migliorabile.
Herr, 44 anni, è stato ad ottobre in Italia per partecipare a BergamoScienza. Sfrutta tutti i ritagli, sopporta male i ritardatari. «Mi sono detto: una grossa porzione del tuo corpo è artificiale. Per sostituire le banali protesi che gli avevano fornito all’ospedale, Herr, durante i mesi della riabilitazione, si fabbrica una specie del tutta nuova di marchingegno, concepito più per scalare che per camminare.
Una decina di anni dopo, dopo una laurea in medicina e una in ingegneria al Mit di Boston, e un dottorato in biofisica a Harvard, Herr si ritrova a dirigere il «Biomechatronics research group» al Mit. Un team di una ventina di persone, età media 30 anni, rimasto nella semi-oscurità fino all’avvento di Pistorius. «Con le nostre protesi intelligenti abbiamo aiutato migliaia di persone colpite da ictus, paralisi, sclerosi multipla - racconta Herr, un po’ infastidito da questo legame troppo stretto con la celebrità dell’atletica -. Esplorare i limiti degli atleti ci serve per superare i nostri limiti e fornire soluzioni sempre più avanzate, per far vivere meglio le persone».
Neppure le gambe «Cheetah», da «ghepardo», di Pistorius sono un limite. Herr guarda più avanti. «Sono convinto che sia possibile costruire protesi molto più efficienti. Il passo successivo sarà il collegamento al corpo. Fra un decennio sarà possibile impiantare nei muscoli sensori, che potremmo chiamare “protesi interne” e che trasporteranno gli impulsi dal cervello alla protesi esterna». Questo sviluppo senza limiti, però, non porterà all’uomo bionico, al cyborg, almeno secondo Herr. «Non stiamo costruendo una nuova specie,la più umana possibile!
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Oscar Pystorius e protesi: vantaggio o svantaggio? - Pagina 3 Empty Re: Oscar Pystorius e protesi: vantaggio o svantaggio?

Messaggio  ivana.clemente Mer Dic 03, 2008 11:47 pm

scusatemi se posto solo ora la mia riflessione, ma è da poco che sono riuscita a postare! due sabati fa parlammo ancora di Oscar Pystorius e mi rimase in mente l'intervento che fece la ragazza che insegnava danza che disse che lui, poichè non ha i polpacci, è avvantaggiato poichè non risente la fatica! la mia riflessioe allora è:" se è avvantaggiato a gareggiare con i normodotati perchè non risente la fatica è avvantaggiato anche a gareggiare con chi ha una sola gamba (e quindi gareggia nelle paraolimpiadi)! Quindi è avvantaggiato per giocare nelle olimpiadi, è avvantaggiato per giocare nelle paraolimpiadi, MA PYSTORUS DOVE PUO' GAREGGIARE?" dove sta scritto che un disabile, se è pronto, non può gareggiare con i normodotati?
bacini! iv!
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Oscar Pystorius e protesi: vantaggio o svantaggio? - Pagina 3 Empty Re: Oscar Pystorius e protesi: vantaggio o svantaggio?

Messaggio  incoglia antonio Lun Dic 08, 2008 6:10 pm

PER IVANA CLEMENTE: leggo nel tuo intervento che chiedi esplicitamente. dove sta scritto che un disabile nn possa gareggiare con un normodotato? Ti rispondo subito: se parli di gare a livello professionistico sta scritto nel regolamento di tale gare,come nel caso delle olimpiadi e delle paraolimpiadi:Qualsiasi atleta può gareggiare senza distinzioni di razza,classe sociale,ecc... purchè parta dalla stessa posizione di partenza degli avversari,ne avvantaggiato,ne penalizzato.
Purtroppo sono gare dove c è un regloamento ben chiaro,al massimo si può chiedere di cambiarlo,ma accettare una situazione di partenza di vantaggio di uno o piu atleti sarebbe molto difficie e gravoso in termini di credibilità di quell evento.
Inoltre vorrei far presente che molte sostanze usate dagli atleti,quali può essere una cura vitaminica per rallentare la perdita dei capelli,oppure una pillola che viene somministrata dopo l eportazione di cellule tumorali,possono risultare dopanti e quindi,anche se minimametne,far partire l altleta in condizioni di vantaggio...ebbene,anche quelle sono punibili dalla legge sportiva e credo che sia giusto cosi...

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Oscar Pystorius e protesi: vantaggio o svantaggio? - Pagina 3 Empty Re: Oscar Pystorius e protesi: vantaggio o svantaggio?

Messaggio  mariapia russo Mer Dic 10, 2008 8:43 pm

In qualunque caso io penso sia comunque uno svantaggio, perchè ritengo che il non avere il possesso del proprio corpo non possa rendere più forti.

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Oscar Pystorius e protesi: vantaggio o svantaggio? - Pagina 3 Empty Re: Oscar Pystorius e protesi: vantaggio o svantaggio?

Messaggio  angela cecere Mer Dic 10, 2008 9:32 pm

personalmente non concordo con coloro i quali ritengono più giusta la "non partecipazione" di Pystorius alle olimpiadi.E' indubbio che tutti i partecipanti devono partire dalle stesse condizioni fisiche e che una gara sportiva olimpionica comporti per gli sportivi un grande sforzo fisico,un duro allenamento protratto nel tempo...ma vogliamo forse negare l'incredibile sforzo non solo fisico ma anche e soprattutto morale che ha compiuto Pystorius non solo per la partecipazione alla gara ma anche per "l'adattamento" a quelle protesi che da qualcuno vengono definite un vantaggio????vogliamo forse negare gli sforzi non solo fisici di una persona costretta dalla nascita da una malformazione all'amputazione delle gambe e all'adattamento alle protesi????Come è possibile leggere dalla sua biografia Pistorius fin dai tempi del liceo si è impegnato in diverse tipologie sportive rugby,pallanuoto,atletica leggera e leggendo ancora sono sempre più convinta che la possibilità di gareggiare con i normodotati alle olimpiadi sia stato oltre che un grande riscatto morale prima ancora che fisico da parte dell'atleta, uno dei più visibili e concreti atti di integrazione del soggetto diversamente abile nella società contemporanea.

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Oscar Pystorius e protesi: vantaggio o svantaggio? - Pagina 3 Empty non ci sarà mai fine...

Messaggio  Emilia Caporaso Gio Dic 11, 2008 1:22 am

A questo argomento non verrà mai posto un punto.
Non so se sia stato giusto o meno che Pistorius abbia potuto partecipare o no alle gare, ma almeno si è cercato di integrarlo in un comtesto che fino a prima dell'operazione per lui era diventato offlimits.
Le cose succedono così...ora quello che mi chiedo è: è davvero necessario giudicare se sono fatte giuste o sbagliate? Un uomo in più è felice al mondo, perchè togliergli anche questo?

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Oscar Pystorius e protesi: vantaggio o svantaggio? - Pagina 3 Empty Oscar Pystoris

Messaggio  Angela Lucia D'Agostino Ven Dic 19, 2008 2:10 am

In merito alla questione di Oscar Pystorius,penso che possa partecipare sia alle olimpiadi che alle paraolimpiadi per dimostrare a tutti che la vera forza e' la volonta' d'animo e non quella fisica.

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