Psicopedagogia dei linguaggi (Briganti)
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La dislessia e alcuni consigli per tentare di risolverla

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Messaggio  Emilia Caporaso Ven Nov 28, 2008 9:50 pm

Ciao a tutti,
sto frequentando un corso d'aggiornamento nella scuola dove insegno e che tratta varie problematiche in maniera tecnica.
Una delle ultime lezioni riguardava la dislessia e a tutti vorrei dare i consigli che hanno dato al corso.
Innanzitutto la dislessia (credo che ormai sappiate tutti di cosa si tratta) è una disabilità molto diffusa tra gli studenti e con alcuni accorgimenti si può veramente fare tanto per aiutare queste persone.
Come primo consiglio vorrei dirvi di cercare di riassumere i testi troppo lunghi, altrimenti lo studente farebbe troppa fatica a leggerlo, ottenendo così uno scarso risultato. Il riassunto deve essere scritto al computer, con carattere di dimensione 14, interlinea doppia e carattere comica sans, che è quello più leggibile per persone con questo problema.
Inoltre utile sostegno è l'uso delle mappe concettuali, che il ragazzo potrebbe fare con l'aiuto dei compagni (favorendone così l'integrazione) o della docente.
Altro elemento fondamentale è l'accrescimento della sua autostima. Cercate sempre di fare in modo di sfruttare e valorizzare le sue capacità. Per fare ciò è fondamentale non fare mai interrogazioni a sorpresa, ma dirgli sempre la data esatta in cui verrà verificato il suo apprendimento (e la verifica deve essere fatta con le mappe concettuali!!!).
Facendo così lo studente capirà che il suo problema può essere aggirato e si possono ottenere ottimi risultati.
È tutto,più o meno. Very Happy

Emilia Caporaso

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Messaggio  Roberta Romano Ven Nov 28, 2008 11:46 pm

Sono molto interessata a questo argomento!
Ecco un approfondimento sulla differenza tra la modalità di pensiero di un soggetto dislessico e non:

...il pensiero può essere verbale e non verbale, quello verbale è lineare nel tempo, si pensa con i suoni delle parole, e si procede una parola dietro l'altra. si giunge, quindi, a comprendere il significato di una frase dopo averla finita di leggere. il pensiero non verbale, invece, è evolutivo, l'immagine si sviluppa mentre il pensiero raggiunge altri concetti, è come trovarsi davanti ad un quadro o ad una foto. Esso è molto più veloce, migliaia di volte più veloce di quello verbale. La persona dislessica pensa per immagini. E' impossibile per un pensatore non verbale pensare quelle parole il cui significato non può essere tradotto in immagine.

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Messaggio  adriana di costanzo Sab Nov 29, 2008 12:00 am

La dislessia e' una difficolta' che riguarda la capacita' di leggere e scrivere in modo corretto e fluente. leggere e scrivere sono atti cosi' semplici e automatici che risulta difficile comprendere la fatica di un bambino dislessico.
purtroppo in italia la dislessia è poco conosciuta, benchè si calcoli che riguardi almeno 1.500.000 persone. la dislessia non è causata da un deficit di intelligenza né da problemi ambientali o psicologici o da deficit sensoriali o neurologici.
il bambino dislessico puo' leggere e scrivere, ma riesce a farlo solo impegnando al massimo le sue capacita e le sue energie, poiche' non puo' farlo in maniera automatica. percio' si stanca rapidamente, commette errori, rimane indietro, non impara. la difficolta' di lettura puo' essere piu' o meno grave e spesso si accompagna a problemi nella scrittura, nel calcolo e, talvolta, anche in altre attivita' mentali. tuttavia questi bambini sono intelligenti e - di solito - vivaci e creativi
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Messaggio  manuela calenzo Sab Nov 29, 2008 9:05 pm

Ciao emilia, una bella iniziativa quella per controllare la dislessia, un disturbo oggi molto frequente tra i bambini.
La dislessia è un disordine del linguaggio scritto caratterizzato da una capacità di lettura sostanzialmente al di sotto di quanto ci si dovrebbe aspettare, considerando l'età anagrafica del soggetto, la valutazione psicometrica dell'intelligenza e un' educazione scolastica adeguata all'età.
E' importante sapere anche quali sono gli errori tipici che i bambini con questo disturbo compiono:
•sostituzione dei suoni vicini come n/m (“mano” al posto di “nano”), f/v ( “foce” al posto di “voce”), t/d (“tue” al posto di “due”), s/z (“sara” al posto di “zara”),
•inversione di lettere (“al” invece di “la”) e di numeri (“12” invece di “21”)
•la sostituzione di lettere scritte in modo simile (n/m) o ribaltate (n/u, d/p/b/q)
•difficoltà, a volte, nei rapporti spaziali e temporali (lateralizzazione destra/sinistra, alto/basso e le varie combinazioni: in alto a destra, in basso a sinistra ecc.)
•difficoltà, a volte, ad imparare informazioni in sequenza (tabelline, mesi, giorni della settimana…)
•difficoltà, a volte, ad esprimere in modo chiaro il proprio pensiero
•difficoltà, a volte, nel calcolo, nella coordinazione oculo-motoria, nella comprensione del testo scritto.
A volte questi errori sono causa di comunicazione difficile e poco comprensibile.

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Messaggio  orefice.veronica Sab Nov 29, 2008 9:28 pm

Sono d'accordo con Emilia, è necessario considerare la dislessia, valutarla e capire come intervenire.
La dislessia non è una malattia o un problema mentale. La definizione più recente, approvata dall'International Dyslexia Association ([1]) è la seguente:
"La dislessia è una disabilità dell'apprendimento di origine neurobiologica. Essa è caratterizzata dalla difficoltà a effettuare una lettura accurata e/o fluente e da scarse abilità nella scrittura (ortografia). Queste difficoltà derivano tipicamente da un deficit nella componente fonologica del linguaggio, che è spesso inatteso in rapporto alle altre abilità cognitive e alla garanzia di una adeguata istruzione scolastica. Conseguenze secondarie possono includere i problemi di comprensione nella lettura e una ridotta pratica nella lettura che può impedire una crescita del vocabolario e della conoscenza generale".
Anche l'Organizzazione Mondiale della Sanità classifica la dislessia e gli altri classifica la dislessia e gli altri disturbi specifici di apprendimento come disabilità per cui non è possibile apprendere la lettura, la scrittura o il calcolo aritmetico nei normali tempi e con i normali metodi di insegnamento.
Se questo problema non viene identificato nei primi anni della scuola primaria, tramite la valutazione di un esperto nel campo dei Disturbi dell'Apprendimento, le conseguenze possono risultare di una certa gravità. Se il bambino dislessico è sottoposto a un metodo d'apprendimento usuale, egli riuscirà solo con un grande dispendio di energia e concentrazione a ottenere risultati che per i suoi compagni e per il suo maestro sono quasi banali. Durante la scuola dell'infanzia è possibile effettuare una valutazione dei prerequisiti per l'abilità di lettura, per poter intervenire precocemente e rafforzare delle competenze eventualmente carenti. Anche se la diagnosi di Dislessia può essere fatta solo in classe seconda o terza della scuola primaria, i segnali del disturbo possono essere colti molto prima (quando il bambino affronta l'apprendimento della lettura e della scrittura) ed è opportuno intervenire subito; aspettando, la difficoltà aumenta. I maschi tendono ad esternare di più un problema rispetto alle femmine che cercano di celarlo. I problemi maggiori nascono quando i bambini dislessici non vengono compresi, poiché spesso passano per pigri o addirittura per stupidi. Questo li porta spesso a perdere la propria autostima, a depressione, ansia, a crisi d'identità e molto spesso a rigettare in toto il mondo della scuola, rinunciando, in questo modo, a molte possibilità che la loro capacità di memoria standard gli consentirebbe. E' necessario secondo me intervenire adeguatamente, infatti ogni percorso terapeutico deve essere personalizzato in relazione alle caratteristiche psicologiche del soggetto, agli ambiti di competenza, potenzialità e difficoltà riscontrati, ai tempi di attenzione, ai livelli motivazionali e di metacognizione individuati. Le linee guida prevedono due itinerari da portare avanti parallelamente:
a) itinerario relativo alle competenze di base percettivo – motorie e meta - fonologiche
b) itinerario specifico per la lettura
E' da considerare comunque che insieme alla dislessia possono presentarsi diverse altre problematiche più o meno collegate:
Disgrafia ovvero la difficoltà di realizzare i grafemi manualmente in modo leggibile e fluente;
Disortografia ovvero la difficoltà di rispettare le regole di trasformazione del linguaggio parlato in linguaggio scritto;
Discalculia ovvero la difficoltà di svolgere calcoli aritmetici a mente o su carta;
Problematiche motorie.

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La dislessia e alcuni consigli per tentare di risolverla Empty Anxcora sulla dislessia

Messaggio  aldo Sab Nov 29, 2008 9:51 pm

Ritengo utile informare che alla dislessia,disturbo dell'apprendimento a cui spesso sono associati discalculia,disortografia e disgrafia,disturbo che influenza negativamente l'autostima e la relazione con l'altro,"L'Espresso" del 4 Dicembre 2008 ha dedicato un articolo come pure il "Corriere della Sera " del 24 ottobre c.a.Il Corriere, in un ampio articolo, sottolinea che un milione e mezzo di soggetti soffre di questo disturbo,circa il tre per cento della popolazione,ma non esiste una legge che li tuteli e la scuola li emargina.I bambini dislessici non sono nè pigri, nè svogliati,nè meno intelligenti degli altri,contrariamente a quanto genitori ed insegnanti hanno ritenuto finora.Per loro scrivere o fare i calcoli o leggere non è facile e automatico come lo è per i compagni.Il Corriere ha citato alcuni dislessici famosi,tra cui Andersen,Picasso e Tom Cruise.
Ciao Aldo.

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Messaggio  Sorrentino Lucia Lun Dic 08, 2008 9:49 am

Ciao Aldo,

Sono daccordo con te, è difficile riconoscere un bambino dislessico, specialmente in età scolare, dove un pò tutti i bambini di quella età hanno delle difficoltà nel scrivere, leggere e calcolare.
Mi è capitato di dover decidere, sempre con un unamità con il modulo, di effettuare delle prove ad alcuni ragazzi dove avevamo dei dubbi.
E' un test psicometrico che permette di esaminare abbastanza facilmente una grande quantità di soggetti rispetto alle loro prestazioni di linguaggio scritto.
Indicazioni
E' un test usato per sondare le difficoltà di lettura in bambini in età dagli 8 anni e 4 mesi ai 10 anni e 4 mesi. Questo, che non può essere un metodo completo ed esaustivo di diagnosi, permette però di ridurre enormemente il numero di soggetti da sottoporre ad indagine clinica e, nello stesso tempo, indica i soggetti che hanno bisogno dell'esame clinico.

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Messaggio  catia.dellomo Lun Dic 08, 2008 5:20 pm

catia.dellomo ha scritto:
Ho deciso di postare questo video, proprio per riflettere insieme a voi sul fatto che oggi nella scuola sono tantissimi i casi di soggetti dislessici, e cio' necessita di una giusto e accurato riconoscimento di questo disturbo d'apprendimento e l'adozione di strategie sempre piu' utili per aiutare questi bambini a superare le loro difficolta'.
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La dislessia e alcuni consigli per tentare di risolverla Empty grazie al contributo di emilia

Messaggio  Admin Lun Dic 08, 2008 8:17 pm

grazie emilia per questo tuo contributo
hai colto in pieno l'anima di questo forum: conoscenza, discussione, decostruzione dei termini,
condivisione di esperienze. grazie.
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Messaggio  rita_anvg Mer Dic 10, 2008 11:43 am

Vorrei ringraziare Manuela e Emilia per i loro suggerimenti.
Questo è proprio il nostro futuro campo d'azione e quindi è sempre interessante sapere notizie ed informazioni a riguardo.
Ancora GRAZIE!
Buona giornata a tutti Smile
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La dislessia e alcuni consigli per tentare di risolverla Empty una piccola aggiunta

Messaggio  Antonella Rivellino Mer Dic 10, 2008 4:30 pm

Ai preziosissimi consigli cha ha dato Emilia,aggiungerei anche questo:

USARE I COLORI per sottolineare le parole più lunghe,in particolare il rosso che stimola l'attenzione del bambino,
oppure procedere colorando le sillabe che vengono identificate con maggiore difficoltà.

In qualche caso può essere utile ricorrere alla tecnica del "fading" ( il suggerimento che scompare a poco a poco),specie per le prime volte è possibile disegnare le lettere,dandogli la forma di animali o oggetti conosciuti al bambino ( ad esempio la S è un serpentello,la O è l'oblò di una nave etc...)a poco a poco i particolari aggiunti alla lettera ,devono scomparire,ma in modo graduale,per dare al bimbo la possibilità di familiarizzare con la lettera.

Lo stesso procedimento potrebbe essere utile anche per i casi di disgrafia.
Antonella Rivellino
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La dislessia e alcuni consigli per tentare di risolverla Empty Re: La dislessia e alcuni consigli per tentare di risolverla

Messaggio  rosa aromino Mer Dic 10, 2008 5:17 pm

"La dislessia è una disabilità dell'apprendimento di origine neurobiologica. Essa è caratterizzata dalla difficoltà a effettuare una lettura accurata e/o fluente e da scarse abilità nella scrittura (ortografia). Queste difficoltà derivano tipicamente da un deficit nella componente fonologica del linguaggio, che è spesso inatteso in rapporto alle altre abilità cognitive e alla garanzia di una adeguata istruzione scolastica. Conseguenze secondarie possono includere i problemi di comprensione nella lettura e una ridotta pratica nella lettura che può impedire una crescita del vocabolario e della conoscenza generale". - Da Wikipedia-

Come hanno dimostrato le ricerche scientifiche, le abilità di lettura e di scrittura non sono competenze unitarie, ma possono essere scomposte in una serie diversificata di abilità, tra loro più o meno indipendenti.
Lettura e scrittura sono dunque abilità cognitive complesse, che chiamano in causa due differenti domini: l'uno legato all'aspetto visivo delle lettere e l'altro relativo all'analisi e all'elaborazione dei suoni che caratterizzano la propria lingua (fonologia) .E' dunque essenziale che il bambino apprenda a distinguere e analizzare le caratteristiche visive euditive delle lettere, impari a integrare i due aspetti e a ricordare l'aspetto globale della parola e il suo suono.
L' ANALISI VISIVA è il primo prerequisito di natura visiva sottostante all'apprendimento lettura-scrittura. La capacità di analisi visiva consente al bambino di riconoscere e tracciare i segni grafici elementari e analizzare gli elementi che costituiscono la lettera.
LA SERIALITA' VISIVA è la capacità di elaborare la parola da leggere o da scrivere procedendo in modo sequenziale da sinistra verso destra e dall'alto verso il basso. Quest'abilità deve essere appresa in quanto la parola scritta si compone di simboli grafici convenzionale in precsa successione, e deve essere elaborata nell'ordine esatto per essere correttamente pronunciata o scritta.
Difatti ricerche dimostrano che i bambini che incontrano difficoltà nell'apprendimento della lettura hanno spesso disturbi dell'attenzione visiva quando devono analizzare più lettere o quando queste sono condensate in poco spazio ( effetto CROWDING), come accade nei testi scritti.

- Il crowding è un effetto di interferenza degli elementi circostanti sul riconoscimento di uno stimolo visivo centrale, che diventa meno riconoscibile quando è affiancato da altri elementi. Nel caso della lettura può essere provocato dalle lettere e dalle parole che circondano ciò che si sta leggendo. Sembra che i dislessici siano più vulnerabili all’effetto crowding rispetto ai lettori normali; in particolare se n’è osservata l’interferenza per la lettura di lettere e parole.L’effetto è presente sia in velocità che in correttezza di lettura.- Very Happy

rosa aromino

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Messaggio  Emilia Caporaso Gio Dic 11, 2008 1:03 am

Sono contenta che questo argomento sia stato considerato interessante da molti e ringrazio tutti coloro che vi hanno apportato contributi.
Mi raccomando: mai sottovalutare neanche i più piccoli problemi perchè in ballo ci sono delle vite umane delle quali noi costruiamo le basi per il futuro.
Un abbraccio a tutti

Emilia Caporaso

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Messaggio  Emilia Caporaso Gio Dic 11, 2008 1:05 am

Admin ha scritto:grazie emilia per questo tuo contributo
hai colto in pieno l'anima di questo forum: conoscenza, discussione, decostruzione dei termini,
condivisione di esperienze. grazie.

Grazie a Lei Prof.ssa, perchè ci sta dando questa opportunità di esternare le nostre conoscenze ed i nostri pensieri...stando comodamente a casa! Very Happy Grazie di cuore

Emilia Caporaso

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Messaggio  Maria Grazia Di Paola Gio Dic 11, 2008 6:51 pm

Le difficoltà di apprendimento in ambito scolastico determinano uno scarso rendimento, che porta a catene di insuccessi prolungati, che inevitabilmente compromettono l'immagine di sé e l'autostima del soggetto. La mancanza di fiducia nelle proprie possibilità determina quindi un disagio psicologico che può portare facilmente alla timidezza, alla fobia sociale, alla depressione. Le sollecitazioni provenienti dal mondo adulto possono far sentire il soggetto dislessico ancora più incapace ed incompetente, ma soprattutto colpevole di non applicarsi allo studio come si dovrebbe fare o, peggio, come fanno gli altri. Il non sentirsi all'altezza delle aspettative del mondo adulto, gli insuccessi scolastici, le difficoltà relazionali, la scarsa autostima possono indurre il soggetto dislessico ad un forte disimpegno scolastico, all'apatia, all'isolamento sociale.

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Messaggio  Maisto Teresa Ven Dic 12, 2008 12:54 pm

grazie a tutte per i preziosi consigli. Con la collaborazione spero che si riesca a risolvere qualche lacuna dovuta ad inesperienza che ognuna di noi può avere.

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Messaggio  tesone andreana Ven Dic 12, 2008 6:30 pm

La dislessia e' una difficolta' che riguarda la capacita' di leggere e scrivere in modo corretto e fluente. leggere e scrivere sono atti cosi' semplici e automatici che risulta difficile comprendere la fatica di un bambino dislessico.
purtroppo in italia la dislessia è poco conosciuta, benchè si calcoli che riguardi almeno 1.500.000 persone. la dislessia non è causata da un deficit di intelligenza né da problemi ambientali o psicologici o da deficit sensoriali o neurologici.
il bambino dislessico puo' leggere e scrivere, ma riesce a farlo solo impegnando al massimo le sue capacita e le sue energie, poiche' non puo' farlo in maniera automatica. percio' si stanca rapidamente, commette errori, rimane indietro, non impara. la difficolta' di lettura puo' essere piu' o meno grave e spesso si accompagna a problemi nella scrittura, nel calcolo e, talvolta, anche in altre attivita' mentali. tuttavia questi bambini sono intelligenti e - di solito - vivaci e creativi.

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La dislessia e alcuni consigli per tentare di risolverla Empty la dislrssia e il mondo scuola

Messaggio  tesone andreana Ven Dic 12, 2008 6:34 pm

Anche l'Organizzazione Mondiale della Sanità classifica la dislessia e gli altri disturbi specifici di apprendimento come disabilità per cui non è possibile apprendere la lettura, la scrittura o il calcolo aritmetico nei normali tempi e con i normali metodi di insegnamento.

Se questo problema non viene identificato nei primi anni della scuola primaria, tramite la valutazione di un esperto nel campo dei Disturbi dell'Apprendimento, le conseguenze possono risultare di una certa gravità. Se il bambino dislessico è sottoposto a un metodo d'apprendimento usuale, egli riuscirà solo con un grande dispendio di energia e concentrazione a ottenere risultati che per i suoi compagni e per il suo maestro sono quasi banali. Durante la scuola dell'infanzia è possibile effettuare una valutazione dei prerequisiti per l'abilità di lettura, per poter intervenire precocemente e rafforzare delle competenze eventualmente carenti.
I bambini dislessici ancora faticano ad essere compresi ed accettati a scuola. Recentemente la circolare Prot. n 4099/A/4 emanata dal Ministero della Pubblica Istruzione il 5 ottobre 2004 ha raccomandato agli insegnanti di utilizzare strumenti compensativi e dispensativi che agevolino l'apprendimento di bambini e ragazzi dislessici e di applicare con loro una valutazione specifica in tutte le fasi del percorso scolastico, compresi i momenti di valutazione finale. Si specifica, altresì, che per adottare tali misure possa essere sufficiente la diagnosi specialistica di disturbo specifico di apprendimento di lettura (o dislessia).

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La dislessia e alcuni consigli per tentare di risolverla Empty Re: La dislessia e alcuni consigli per tentare di risolverla

Messaggio  Angela Riv. Ven Dic 12, 2008 8:27 pm

Ciao Emilia.La tua esperienza a scuola mi ha fatto riflettere sul fatto che oggi più che mai le insegnanti e non solo quelle di sostegno devono possedere delle competenze specifiche sulla dislessia e sulle varie tipologie di handicap.Questo è possibile soltanto grazie alla loro formazione iniziale e continua.Molto spesso la categoria delle insegnanti di scuola dell'infanzia e primaria viene sottovalutata senza rendersi conto delle responsabilità che le figure educative hanno per lo sviluppo della personalità e della formazione dei futuri uomini.
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Messaggio  Angela Lucia D'Agostino Sab Dic 13, 2008 1:19 am

Dislessico non vuol dire più indietro degli altri. Il bambino dislessico è intelligente come gli altri, anzi spesso è più intuitivo e creativo della media. Ha soltanto bisogno di tempo, e di una diversa organizzazione dell'apprendimento per arrivare dove arrivano gli altri, e a volte anche più in là. Tra i dislessici presunti, in fondo, figurano personaggi del calibro di Einstein,Michael Faraday, Leonardo da Vinci, Pablo Picasso. [ ... ]
"La distribuzione dell'intelligenza è uguale al resto della popolazione anche se ci si stupisce ancora di trovare delle supermenti tra chi soffre di questo problema"
spiega Giacomo Stella, docente di psicopatologia dell'apprendimento all'Università di Urbino

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Messaggio  orefice.veronica Sab Dic 13, 2008 3:55 pm

Tutte queste informazioni...non fanno che riempire il nostro bagaglio culturale.. Smile .Ringraio ancora la professoressa per averci dato questa opportunità...tutto questo: ''Discussioni, conoscenze di nuovi termini e argomenti.''..(in piu' utilizzo del pc) ci permette di essere protagoniste attive dei nostri apprendimenti...!!!

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Messaggio  teresa aligante Dom Dic 14, 2008 10:57 pm

navigando su internet ho trovato altre informazioni utili sulla dislessia. sembra che nel bambino con D.S.A. si incontri un quandro riconducibile ad una disfunzione del Sistema Propriocettivo fa pensare che una azione riabilitativa che vada anche in questo senso non possa che migliorare la situazione del bambino.L'esperienza dice infatti che questo è un ulteriore aiuto che possiamo dare nel D.S.A. sia per i problemi di letto/scrittura che per quelli relativi al comportamento di questi bambini.
Terapia propriocettiva: L'ipotesi che sta alla base di questa terapia riabilitativa è che, nei soggetti dislessici e in generale nei portatori di D.S.A., si possa essere instaurata una disfunzione del "sistema propriocettivo" tale da impedire, a livello oculare per esempio, una corretta realizzazione dell'informazione visiva.
Probabilmente è presente anche una disfunzione dell'elaborazione centrale dell'informazione per cui questi soggetti hanno una anomala percezione di sè stessi e di ò che li circonda.
Infatti nel momento in cui correggiamo questa situazione vediamo cambiare anche comportamenti apparentemente estranei alla lettura (movimenti più precisi e coordinati, i soggetti che inciampano spesso e sbattono dappertutto smettono di farlo, i soggetti che "fanno cadere tutto" smettono di farlo, i soggetti che spesso sembrano non sentire e "stare con la testa fra le nuvole" sono più presenti).
La propriocezione è la capacità che ha il nostro cervello di conoscere la posizione precisa di ogni segmento corporeo nello spazio e di poter valutare il tono di ogni muscolo del corpo. Questo "sesto senso" permette al nostro cervello di tenere sotto controllo costantemente tutto il nostro organismo. Per fare questo il sistema utilizza tutte le informazioni provenienti dai cosiddetti recettori propriocettivi del sistema posturale. Sulla base di queste informazioni il nostro cervello si fa "un'idea" della situazione scheletrica, muscolare viscerale ecc. ed elabora ed acquisisce un suo schema corporeo che poi tende a mantenere nel tempo. Se le informazioni sono errate o vengono malamente elaborate il cervello non conosce più con precisione la situazione del corpo e la conseguenza è un cattivo controllo dello stesso. Questa situazione anomala può generare conflitti sia a livello muscoloscheletrico che a livello della percezione del corpo stesso e del corpo in relazione allo spazio circostante. L'azione terapeutica quindi deve mirare ad indurre informazioni propriocettive differenti da quelle correnti in modo che il cervello sia in grado di modificare la risposta periferica.Il "trattamento" sarà inteso in senso globale con un'azione di "riprogrammazione" propriocettiva a partenza dai più importanti distretti posturali del corpo.Per quello che riguarda il sistema visivo, che grande importanza riveste nei soggetti dislessici, un modo semplice e costante per cambiare l'informazione propriocettiva a partenza oculare è la messa in posa di lenti personalizzate, prismatiche, di debole potere che siano in grado di modificare l'informazione propriocettiva proveniente da determinati muscoli oculari, apparentemente senza determinare spostamento reale del bulbo.
Questo nuovo input propriocettivo, unitamente ad esercizi particolari che agiscano sull'informazione propriocettiva del corpo e dei piedi (esercizi posturali statici e dinamici), dovrebbe permettere al cervello di modificare gli "ordini" ai distretti periferici e quindi anche al sistema visivo in modo da permettergli un corretto funzionamento durante il meccanismo della lettura.
Non solo; la correzione della disfunzione propriocettiva comporta la correzione della disfunzione percettiva che probabilmente concorre alla incoordinazione del meccanismo di inseguimento oculare durante la lettura.
Sostanzialmente questi interventi a livello visivo, somatico e podalico funzionano come chiave per intervenire sul "sistema propriocettivo" riportandolo ad un più corretto funzionamento.Questa è anche la sostanziale novità su cui si fonda questo particolare metodo riabilitativo dei soggetti dislessici.

teresa aligante

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Messaggio  Sorrentino Lucia Lun Dic 15, 2008 1:28 pm

DISCALCULIA

Per quel che riguarda la dislessia sappiamo che è una disabilità che comporta una limitazione nella capacità di leggere in modo corretto e fluente. È un disturbo specifico dell’apprendimento: cioè non è conseguente ad altri deficit neurologici, sensoriali o a problemi psicologici.
I disturbi specifici dell’apprendimento vanno tenuti distinti dai problemi non specifici, che sono conseguenti a un generalizzato ritardo mentale o alla presenza di una malattia neurologica o di un deficit degli organi di senso (vista e udito).
Ovviamente bisogna tener presente di aAltri disturbi specifici che sono la disgrafia, la disortografia, la discalculia ; queste difficoltà spesso si accompagnano alla dislessia, ma possono anche presentarsi da sole.
Il problema grosso riguarda l’elaborazione dei rapporti tra suoni e simboli grafici (cioè tra fonemi e grafemi). La corrispondenza tra fonemi e grafemi , una volta appresa, diviene un fatto automatico che noi utilizziamo normalmente nella lettura e nella scrittura senza alcuna fatica. I ragazzi dislessici non riescono ad automatizzare questa corrispondenza, per cui il processo di lettura risulta rallentato, faticoso, con errori frequenti che persistono a lungo nel tempo nonostante le frequenti correzioni.

Come accennato prima alla dislessia quasi sempre si affiancano altri disturbi, volgo un'attenzione particolare al disturbo della discalculia, difficile da diagnosticare in un contesto classe .
Vi elenco alcuni indici d'informazioni che possono essere sicuramente strumenti di aiuto per i futuri insegnanti nel caso che sia un dubbio di discalculia evolutiva .
COME RICONOSCERE LA DISCALCULIA EVOLUTIVA
E’ soprattutto verso la fine della terza elementare che può essere più facile fare l’ipotesi che un bambino inefficiente nella parte esecutiva della matematica possa essere affetto da D.E..
Infatti è a questo punto del cammino scolastico che normalmente le operazioni di calcolo e di processamento numerico più elementari vengono svolte da tutti i bambini con elevati livelli di automatizzazione.
Si tratta di cogliere delle discrepanze: a fronte di una intelligenza adeguata in molte materie scolastiche ( spesso adeguata anche nel saper scegliere l’operazione necessaria alla soluzione del problema), si nota grande difficoltà nell’immagazzinare le tabelline o nell’eseguire semplici operazioni a mente senza l’uso delle dita o nell’enumerare correttamente all’indietro.
Spesso la discalculia evolutiva si manifesta solo con elevati livelli di lentezza nell’esecuzione di calcoli o di operazioni, il cui risultato è spesso corretto.
In seconda elementare, sintomi precoci di un possibile disturbo discalculico possono essere:
significativa difficoltà ad enumerare all’indietro da 20 a 0, difficoltà nella lettura e scrittura dei numeri ad una cifra, difficoltà ad eseguire l’addizione di numeri in coppia ( 2+2, 3+3, 4+4, 5+5) ricorrendo al fatto aritmetico ( senza dover calcolare).

CHI FA LA DIAGNOSI DI D.E.
La diagnosi di discalculia evolutiva spetta alle strutture sanitaria di psicologia e di neuropsichiatria infantile che devono somministrare protocolli neuropsicologici adeguati all’individuazione ed alla diagnosi di questa disabilità. E’ ad esse che gli insegnanti devono indirizzare le famiglie dei bambini per i quali suppongono la presenza di d.e.
Ad ogni buon conto sono a disposizione degli insegnanti testi che possono fornire informazioni utili per un invio sempre più mirato alla struttura sanitaria.

COSA FARE CON UN BAMBINO CON D.E.
Come per altri disturbi specifici dell’apprendimento è importante ricordarsi che si tratta di disturbi congeniti e che, pertanto, non “guariscono”. Proprio per questo l’obiettivo primario è che il bambino possa procedere nella concettualizzazione della matematica e nella capacità di risolvere problemi matematici minimizzando al massimo la dipendenza dalla sua disabilità. Nella soluzione dei problemi, a partire dalla III° elementare, è quindi importante che il bambino possa usare una calcolatrice. Questo è il suggerimento che viene dato dalla maggioranza degli studiosi della materia. Pur tuttavia fino alla fine della scuola elementare è necessario che i bambini siano aiutati a migliorare negli ambiti deficitari, con esercizi molto mirati che possono consentire di diminuire l’intensità del disturbo.
Per le tabelline si può proporre la tavola pitagorica.

Un saluto a tutti

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Messaggio  aldo Sab Dic 20, 2008 1:16 pm

in riferimento a quanto già detto.ritengo utile segnalare alcuni testi che potrebbero aiutare a conoscere meglio questo problema.
1) MUCCHIELLI - BOURCIER. La Dislessia. Editrice La Nuova Italia,Firenze.
2) JADOULLE.A. Apprendimento della lettura e dislessia.Editore Armando Armando,Roma.
3) KOCHER FRANCIS. La rieducazione dei dislessici.Editore Armando Armando,Roma.
4) DELACATO CARL H. Quanto è difficile imparare a leggere.Editore Armando Armando,Roma.
Saluti,Aldo.

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Messaggio  rosaianniello Ven Gen 09, 2009 12:26 am

La dislessia e' l'incapacita' di leggere correttamente a causa di difficolta' nell'acquisizione della lettura riscontrate nella prima scolarita';essa compare generalmente tra i sette e i dieci anni ed e' diffusa in circa il 10% dei bambini, che peraltro in genere non presentano disturbi legati alla sfera intellettiva.Per quanto riguarda le cause c'e' chi sostiene l'ipotesi genetica,altri ritengono invece piu' interessante analizzare il percorso affettivo del bambino,individuando eventuali alterazioni della personalita'.Altri ancora sostengono che la dislessia e' determinata da una cattiva lateralizzazione,processo che consente ad un emisfero del cervello di specializzarsi nell'adempimento di certe funzioni,infatti e' rilevante l'alto numero di dislessici tra i mancini.

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