Psicopedagogia dei linguaggi (Briganti)
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INTEGRAZIONE SCOLASTICA DEL DISABILE

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SECONDO TE,LA SCUOLA PRIVATA DA' MAGGIORI GARANZIE SULLA POSSIBILITA' DI UNA PROGRAMMAZIONE SPECIALE ?

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INTEGRAZIONE SCOLASTICA DEL DISABILE - Pagina 3 Empty sull'integrazione scolastica

Messaggio  Maria Gio Dic 11, 2008 11:48 pm

... proprio considendo l'importanza di tutto questo, dobbiamo valutare ancora di più il ruolo che il docente di sostegno ha all'interno dell' istituzione scolastica. L’insegnante di sostegno essendo un docente specializzato, rappresenta la migliore risorsa per l’integrazione.
La sua figura opera partendo dalle seguenti premesse:
tutti gli alunni possono imparare;
tutti gli alunni hanno il diritto di imparare e di essere educati insieme ai loro coetanei in classi eterogenee nelle scuole del territorio.
E’ compito del sistema scolastico soddisfare i bisogni educativi e psicologici di tutti gli alunni. Compito della scuola è creare il successo scolastico.
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Messaggio  stef scaccianemici Ven Dic 12, 2008 12:26 am

Anche secondo me la figura dell'insegnante di sostegmo è fondamentale per l'integrazione dell'alunno diversamente abile, infatti ogni insegnante di sostegno deve rispettare secondo me le seguenti "regole" o meglio indicazioni:
- non lavorare e progettare da solo ma con gli insegnanti di classe;
- far si che tutti siano conivolti e intendo non solo le insegnanti e i bambini della classe ma dell'intera scuola;
deve, altresì, possedere la capacità di iniziativa correlata alla disponibilità all'azione pluriprofessionale con interventi coordinati sulla realtà sociale e in ordine alla stretta integrazione tra scuola, famiglia e ambiente sociale.
Quindi un bravo docente di sostegno deve, secondo me, in modo particolare conseguire approfondite abilità sul piano relazionale in quanto il suo intervento non si limita al rapporto esclusivo con l'allievo in situazione di handicap, ma lavora con la classe, così da fungere da mediatore tra l'allievo disabile e i compagni, tra l'allievo disabile e gli insegnanti, tra l'allievo disabile e la scuola ...

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INTEGRAZIONE SCOLASTICA DEL DISABILE - Pagina 3 Empty Re: INTEGRAZIONE SCOLASTICA DEL DISABILE

Messaggio  Antonella Rivellino Ven Dic 12, 2008 2:36 am

stef scaccianemici ha scritto:
Quindi un bravo docente di sostegno deve, secondo me, in modo particolare conseguire approfondite abilità sul piano relazionale in quanto il suo intervento non si limita al rapporto esclusivo con l'allievo in situazione di handicap, ma lavora con la classe, così da fungere da mediatore tra l'allievo disabile e i compagni, tra l'allievo disabile e gli insegnanti, tra l'allievo disabile e la scuola ...

Concordo in pieno con questa tua affermazione,hai centrato perfettamente il punto!
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INTEGRAZIONE SCOLASTICA DEL DISABILE - Pagina 3 Empty Il mio pensiero è...

Messaggio  colomba.persico Ven Dic 12, 2008 4:15 am

Il docente di sostegno non deve essere l'unico per INCLUDERE il bimbo diversabile nella sfera scolastica ma deve avvalersi sia dell'insegnate di base, che della stessa collaborazione dei bambini e dell'equipe psicopedagogica, vabbè questo credo che un pò tutti lo sanno,la cosa importante, secondo me e che l'insegnate di sostegno lo si debba essere per PASSIONE... parlo per esperienza personale, chi fa questo mestiere con passione riesce ad adattarsi e ad ottenere davvero dei risultati straordinari... spero con tutto il cuore che la maggior parte di voi siate consapevoli del grado di impegno che andremo ad affrontare, ma con passione e consapevolezza sarà solo una gioia affrontarli perchè i risultati arriveranno, questo secondo me è l'ingrediente in piu' per creare poi tutte le condizioni favorevoli alla VERA INCLUISIONE DEL SOGGETTO. Pensiamo solo a quell'insegnate ( e ci sono ancora purtroppo) che porta il proprio alunno fiìuori dalla classe perchè deve "passare la giornata" quello è un insegnante senza passione... che promuove solo l' esclusione... Mad
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INTEGRAZIONE SCOLASTICA DEL DISABILE - Pagina 3 Empty SONDAGGIO

Messaggio  Antonella Rivellino Ven Dic 12, 2008 3:54 pm

Ho provato ad inserire il sondaggio in questo forum per vedere "che ne usciva fuori" e sono contenta che stiate partecipando... Very Happy
se vi va (e la Prof è d'accordo),se ne possono inserire anche altri in base ai temi e poi discuterne insieme i risultati ( magari dal vivo!)

che ne dite?
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INTEGRAZIONE SCOLASTICA DEL DISABILE - Pagina 3 Empty Re: INTEGRAZIONE SCOLASTICA DEL DISABILE

Messaggio  TaniaG Ven Dic 12, 2008 4:15 pm

Antonella Rivellino ha scritto:Ho provato ad inserire il sondaggio in questo forum per vedere "che ne usciva fuori" e sono contenta che stiate partecipando... Very Happy
se vi va (e la Prof è d'accordo),se ne possono inserire anche altri in base ai temi e poi discuterne insieme i risultati ( magari dal vivo!)

che ne dite?

è una bellissima idea anto...un ulteriore strumento di confronto e anche di indagine..
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Messaggio  MariMarinelli Ven Dic 12, 2008 10:56 pm

La scolarizzazione degli alunni diversamente abili dall'inizio del secolo scorso ad oggi.

Fino agli inizi del ‘900, con fasi alterne, il recupero dei soggetti diversamente abili è stato un obiettivo marginale, sebbene sia stato affrontato con interesse da numerosi pedagogisti, psicologi, sociologi e studiosi esperti nel settore. Sante de sanctis, padre della psichiatria infantile, all’inizio del secolo, fu trai primi ad interessarsi dei problemi di queste persone: in collaborazione con Maria Montessori, infatti, creò un ospizio-scuola nel quale i fanciulli diversamente abili, oltre alle cure mediche, ricevevano l’istruzione più consona alle loro potenzialità .In questi anni fu fondata a Roma la prima scuola ortofrenica.
Il periodo fascista segnò una battuta d’arresto per la scolarizzazione degli alunni diversamente abili che vennero affidati ad appositi istituti riabilitativi. Ci fu dunque una netta inversione di tendenza che sostituì al principio dell’integrazione quello della medicalizzazione e che inevitabilmente riportò i soggetti diversamente abili nuovamente ai margini della società. L’handicap in quest’ottica venne a configurarsi come una malattia.
La scolarizzazione degli alunni diversamente abili trova un riscontro effettivo a partire dal 1923: la Riforma Gentile istituirà per la prima volta le classi differenziali per gli alunni con anormalità di sviluppo, con il R.D. 31-12-1923 n. 3126. L’ R.D. 415/25 n. 653 stabilirà che tutti coloro che non hanno le capacittà per sostenere le prove di profitto, possono essere esonerati parzialmente o totalmente, con l’obbligo di sottoporsi a prove equipollenti.
Con il T.U. 5-12-1928 n. 577 si dispone che il maestro può proporre il definitivo allontanamento dell’alunno per il quale il Direttore Scolastico curerà l’inserimento in classi differenziali. Tale provvedimento riguarderà però soltanto le elementari.
Il primo vero documento che afferma i diritti dell’alunno diversamente abile nel nosrto paese è in realtà la Costituzione . Gli articoli di fondamentale importanza sono il 3, il 34 e il 39.
All’art. 30 infatti viene stabilita l’uguaglianza di tutti i cittadini . Essi hanno pari dignità sociale e sono tutti uguali di fronte alla legge senza distinzione di sesso, razza, lingua, religione, opinioni.
L’art. 34 sancisce invece il diritto allo studio e all’istruzione in genere per tutti i cittadini.
L’are. 36 stabilisce i compiti dello Stato nel rimuovere gli ostacoli che limitino la piena affermazione del cittadino.
Una tappa fondamentale verso il riconoscimento dei diritti delle persone diversamente abili, è rappresentato dalla circolare 667/87 del 1947, con la quale il Ministro della Pubblica Istruzione, ha definito metodologie e vincoli organizzativi per costituire le classi differenziali .
Con la Dichiarazione dei Diritti del Fanciullo, l’assemblea Generale delle Nazioni Unite, stabilisce che ogni bambino ha diritto a ricevere il trattamento, l’educazionee la cura di cui ha bisogno per la sua salute e per la sua condizione sociale.
Nel 1962, con la Legge 2-12-62 n. 1859, nasce la Scuola Media Unificata nella quale è prevista un’apposita commissione fondata da un neuropsichiatra, uno psicologo e un pedagogista con il compito di valutare la possibilità di inserire gli alunni diversamente abili in classi non superiori alle quindici unità.
Contemporaneamente, nella scuola materna, con la Legge 18-3-68 n. 144, si avvia la formazione di apposite sezioni speciali per alunni con handicap.
Tra il 1960 e il 1970, si assiste ad una nuova involuzione nel processo verso l’integrazione: si assiste al fenomeno della cosiddetta “Istituzionalizzazione” dei soggetti diversamente abili chwe vengono affidati al ricovero in specifici Istituti Riabilitativi.
E’ il 1968 a segnare la svolta vera e propria nella scoperta della “diversità”: il soggetto co handicap diventa una risorsa da riconoscere, integrare ed inserire nella scuola e nella vita sociale.
Questa tendenza raggiungerà il suo apice nel 1971 con la Legge 118 che, in favore degli invalidi e dei mutilati civili, decreta l’eliminazione in tutti gli Uffici Pubblici, nelle scuole e nelle istituzioni delle barriere architettoniche.
La stessa Legge, all’ art. 28, stabilisce che, ai soggetti con handicap, deve essere garantita l’istruzione dell’obbligo in classi normali, a meno che il deficit non lo renda impossibile.
Sempre nel 1971 l’ Assemblea Generale delle Nazioni Unite promulga la “Dichiarazione dei Diritti degli handicappati mentali”.
Il Decreto Delegato n.16/74 poi, affida al Colleggio dei docenti il compito di creare le strategie più idonee al recupero di questi soggetti.
La Legge n.82 del 1975, poi, riducendo il numero degli alunni per classi da 60 a 25, ha favorito le condizioni di inclusione e di accoglienza dei soggetti diversamente abili nelle classi normali.
Anche la Relazione del Ministro Franca Falcucci, in quegli anni, rappresenta un grande passo in avanti verso l’integrazione. Nella stessa infatti, si chiede alla scuola di essere attenta alle diversità. Per la prima volta il concetto di “handicap come risorsa” a disposizione della comunità scolastica diviene il tratto distintivo della nuova scuola.
La Relazione Falcucci infatti afferma i seguenti principi:
• i ragazzi con handicaps sono protagonisti del loro sviluppo personale;
• prima ancora della patologia, sono da considerare le potenzialità di questi ragazzi;
• le varie istituzioni devono costruire obiettivi comuni a favore dell’handicap;
• sono da valorizzare tutte le forme espressive della persona;
• è da considerare l’esistenza di una pluralità di intelligenze;
• Si deve garantire al soggetto con handicap una concreta integrazione all’interno della classe.
Numerosi studi scientifici hanno dimostrato la validità delle proposte della Relazione.
W. Stainback e S. Stainback sostengono che : “…le classi che attuano l’integrazione arricchiscono ogni alunno, dandogli l’opportunità di imparare dagli altri, di occuparsi degli altri e di acquisire le inclinazioni, le abilità e i valori necessari per far sì che le nostre comunità sostengano l’integrazione di tutti i cittadini .
Altra pietra miliare nella costruzione della “scuola dell’integrazione” è sicuramente la Legge n. 517 del 4-7-77. Essa pone come obiettivo principale della scuola, il rispetto della soggettività di ogni alunno, considerando, appunto, la “diversità” come una risorsa da valorizzare.
Con la Legge 517 la programmazione diventerà lo strumento che, comprendendo anche attività integrative e di gruppo, per gli alunni in difficoltà, sia della stessa classe che di classi diverse, favorirà l’accrescimento delle potenzialità di ogni singolo alunno.
In base agli art. 2 e 7 della stessa Legge, nascono accordi tra scuole, UU.SS.LL. ed Enti Locali per il potenziamento delle strategie di recupero/integrazione dei soggetti con handicap.
I punti fondamentali della legge riguardano la nascita della Diagnosi Funzionale, del Profilo Dinamico Funzionale, nonché l’aggiornamento professionale degli operatori.
Con la stessa legge si estendono i posti di sostegno anche nella scuola materna per l’anno scolastico 77/78, con corsi biennali per la preparazione degli insegnanti. Negli anni ottanta, poi, nascono e si diffondono associazioni formate dai genitori di alunni con handicap, che potenziano tutta una serie di rapporti tra scuola ed extrascuola.
Agli inizi degli anni novanta, dopo un lungo iter, il Parlamento approva la Legge 104/92 che diventerà il fiore all’occhiello in materia di assistenza sociale ed integrazione degli alunni diversamente abili.
Non a caso sarà denominata “Legge quadro” perché completerà il quadro dei diritti civili delle persone disabili. Con la Legge quadro verrano ridefiniti i termini di “disabilità” e “handicap” proposti dall’OMS e la persona verrà considerata nella sua globalità in una prospettiva di sviluppo che parte dalla nascita e si completa attraverso famiglia, scuola, tempo libero, e lavoro.
La Legge 102 segna dunque il passaggio dall’inserimento alla prima integrazione .
Particolare attenzione sarà dedicata alla rimozione di tutte le situazioni invalidanti e verranno garantiti benefici ed agevolazioni per i familiari e/o per coloro i quali si occuperanno dell’assistenza delle persone diversamente abili.
A tali persone verrà data la possibilità di frequentare la scuola dell’obbligo anche fino al compimento del diciottesimo anno di età con la possibilità di una terza ripetenza in singole classi. L’interazione sarà realizzata anche attraverso il coordinamento della scuola con i Servizi Sanitari, socio-assistenziali, culturali, ricreativi, sportivi.
L’art. 14 della stessa legge, assegna al Ministero della P.I. il compito di provvedere alla formazione e all’aggiornamento del personale docente. I docenti di sostegno assumeranno la con titolarità delle classi.
La Legge 104 favorirà dunque l’integrazione scolastica attraverso quattro fasi:
1. Individuazione dell’handicap;
2. la Diagnosi Funzionale (D.F.);
3. il Profilo Dinamico Funzionale (P.D.F.);
4. Il Piano Educativo Individualizzato (P.E.I.).
Le modalità di individuazione dell’alunno come persona handicappata sarà a carico dello specialista, lo psicologo esperto dell’età evolutiva in servizio presso la UU.SS.LL. che, attraverso la certificazione della patologia, creerà le condizioni necessarie alla messa in moto delle procedure amministrative relative all’assegnazione del posto di sostegno e della conseguente nomina dell’insegnante di sostegno specializzato .

La D.F. consiste nella descrizione analitica della compromissione dello stato psico-fisico dell’alunno in situazione di handicap. E’ redatta dalla Unità multidisciplinare dell’ ASL e contiene l’anamnesifamiliare, gli aspetti clinici e psicologici. Essa consiste nello “sforzo di sintesi di una rete di interventi sanitari e sociali, articolati nel tempo e nello spazio, a sostegno del cammino di quel ragazzo in quella scuola, per favorire e facilitare l’accesso al suo percorso di apprendimento .
Il P.D.F. riguarda l’analisi delle abilità nei diversi assi: cognitivo, affettivo-relazionale linguistico, sensoriale, motorio.
Il P.E.I. è il documento nel quale vengono esplicitati tutti gli interventi destinati agli alunni diversamente abili, finalizzati alla piena realizzazione del diritto all’educazione e all’istruzione , nonchè all’integrazione scolastica di questi alunni.
La valutazione di questi alunni dovrà mettere in rilievo anche i progressi minimi , valorizzando le risorse personali e indicando le modalità d’aiuto fondamentali per la costruzione di un’immagine positiva e realistica del sé. E’ previsto, ove necessario l’allungamento dei tempi delle prove la fruizione di ausili tecnologici e/o assistenza all’esame.

Marina Marinelli e Rita Moscatelli

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INTEGRAZIONE SCOLASTICA DEL DISABILE - Pagina 3 Empty QUESTO E' UN POST DI ROSA AROMINO

Messaggio  Antonella Rivellino Ven Dic 12, 2008 11:12 pm

Voi parlate di inserimento di diversamente abili, ma potrei anche aggiungere che l'inserimento, e ancor di più l'integrazione è uno scoglio che difficilmente, oggi, riescono a superare anche i figli degli immigrati, che siano essi extra-comunitari o meno.....si basti pensare alla Mozione Cota proposta nei mesi estivi che prevedeva classi differenziali per stranieri o, comunque, per coloro che avrebbero impedito il regolare svolgersi delle lezioni perchè rallentano il lavoro!..e questo è per i "normodotati",ma comunque additati come << diversi >> Mad .......riusciremmo ad immaginare una classe differenziale per i diversamente abili?? Suspect
dalle leggi alla pratica c'è di mezzo un mare di psicologia, di pedagogia, di preparazione teorica, pratica, e soprattutto di buon senso da parte degli operatori del settore!

Mi scuso con Rita e Marina se ho spostato leggermente i margini del discorso da voi proposto,ma è questa la mia considerazione - provocazione rispetto a quanto da voi scritto! Embarassed
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Messaggio  concetta cesarano Ven Dic 12, 2008 11:22 pm

Antonella complimenti per l'idea che hai avuto... Very Happy

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Messaggio  giusappina d'angelo Ven Dic 12, 2008 11:30 pm

Antonella anch'io ti faccio i miei complimenti, potrebbe essere un ottimo strumento di confronto Surprised

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Messaggio  rita_anvg Ven Dic 12, 2008 11:38 pm

Antonella Rivellino ha scritto:Ho provato ad inserire il sondaggio in questo forum per vedere "che ne usciva fuori" e sono contenta che stiate partecipando... Very Happy
se vi va (e la Prof è d'accordo),se ne possono inserire anche altri in base ai temi e poi discuterne insieme i risultati ( magari dal vivo!)

che ne dite?


Antonella complimenti per l'idea, è veramente originale ed è anche interessante capire, in termini di percentuale, i modi di pensare delle "future insegnanti di sostegno" a riguardo.
Volevo esprimere un mio parere circa la domanda proposta nel sondaggio.
Io non credo che ci sia differenza tra una scuola pubblica e quella privata in termini di iniziative per l'integrazione e l'inclusione del bambino disabile.
Durante la mia (seppur povera) esperienza di tirocinio, maturata nell'arco di questi anni, ho avuto modo di notare che nelle scuole private, che tra l'altro nel POF descrivevano svariati progetti mirati al raggiungimento di questo importante obiettivo, i bambini disabili venivano lasciati a sè stessi, non erano per nulla seguiti e vi dirò di più ho assistito a processi di esclusione anzicchè di inclusione...Un pò meno invece nelle scuole pubbliche (anche se la differenza quasi non si notava).

Buona serata a tutte Smile
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Messaggio  Antonella Rivellino Ven Dic 12, 2008 11:58 pm

Cara Rita, hai fatto bene a rispondere anche nel post,
perchè i dati del sondaggio dicono molto e contemporaneamente poco sulle motivazioni della risposta Smile
ma credo che sia importante valutare,anche percentualmente,la nostra opinione a riguardo.

Grazie per il tuo contributo
Very Happy
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Messaggio  Marianna A. Russo Sab Dic 13, 2008 12:43 am

L'idea di inserire dei sondaggi è bella soprattutto per confrontarci ulteriormente...Per quanto riguarda l'integrazione,come dicevo in qualche altro post,non è solo intesa per il diversamente abile,ma anche per gli immigrati. Oggi viviamo in una società complessa, i soggetti più fragili che devono affrontare situazioni critiche sono sempre di più e più isolati, come ad esempio gli immigrati,i figli dei detenuti e i disabili.Quindi la scuola, attraverso vari progetti e delle collaborazioni con enti esterni, deve favorire l'integrazione di queste persone.
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Messaggio  angela cecere Sab Dic 13, 2008 12:52 am

trovo anch'io l'idea del sondaggio molto positiva , è sicuramente sintetica nella risposta c'è assenza di motivazione esplicita ma come diceva Antonella abbiamo la possibilità di confrontarci a lezione quindi sarebbe interessante postarne anche degli altri.
Volevo legarmi al discorso di Rita ke nel suo post ha evidenziato una sorta di "situazione negativa" per i bambini diversamente abili nelle scuole private.Nel mio piccolo ho avuto modo di osservare dall'interno un paio di strutture di scuola privata non in qualità di sorella,cugina, amica di qualcuno che ne era iscritto ma dal punto di vista organizzativo materiale e didattico e posso dire con certezza che esiste una reale e concreta applicazione di quanto scritto su carta. Ogni progetto,ogni iniziativa,ogni intervento anche da parte di personale competente proveniente dall'esterno è stato proficuamente realizzato,esiste piena corrisponenza tra quanto teorizzato e quanto viene effettivamente messo in atto.Nello specifico da parte di un'istituzione c'era e ancora c'è una particolare e maggiore attenzione rivolta ai bambini con handicap per i quali vengono progettate attività extracurricolari finalizzate ancora una volta all'integrazione di tutti.Sicuramente come dice Rita,esistono istituzioni scolastiche, a prescindere che esse siano pubbliche o private, in cui i docenti sebbene qualificati ,svolgono poco e male il loro dovere vuoi per incompetenza per menefreghismo o quant altro danneggiando la platea di riferimento.Il problema evidenziato da Rita secondo me non dipende dal tipo di scuola pubblica o privata ma dal personale che vi opera all'interno.

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Messaggio  rita_anvg Sab Dic 13, 2008 1:05 am

angela cecere ha scritto:trovo anch'io l'idea del sondaggio molto positiva , è sicuramente sintetica nella risposta c'è assenza di motivazione esplicita ma come diceva Antonella abbiamo la possibilità di confrontarci a lezione quindi sarebbe interessante postarne anche degli altri.
Volevo legarmi al discorso di Rita ke nel suo post ha evidenziato una sorta di "situazione negativa" per i bambini diversamente abili nelle scuole private.Nel mio piccolo ho avuto modo di osservare dall'interno un paio di strutture di scuola privata non in qualità di sorella,cugina, amica di qualcuno che ne era iscritto ma dal punto di vista organizzativo materiale e didattico e posso dire con certezza che esiste una reale e concreta applicazione di quanto scritto su carta. Ogni progetto,ogni iniziativa,ogni intervento anche da parte di personale competente proveniente dall'esterno è stato proficuamente realizzato,esiste piena corrisponenza tra quanto teorizzato e quanto viene effettivamente messo in atto.Nello specifico da parte di un'istituzione c'era e ancora c'è una particolare e maggiore attenzione rivolta ai bambini con handicap per i quali vengono progettate attività extracurricolari finalizzate ancora una volta all'integrazione di tutti.Sicuramente come dice Rita,esistono istituzioni scolastiche, a prescindere che esse siano pubbliche o private, in cui i docenti sebbene qualificati ,svolgono poco e male il loro dovere vuoi per incompetenza per menefreghismo o quant altro danneggiando la platea di riferimento.Il problema evidenziato da Rita secondo me non dipende dal tipo di scuola pubblica o privata ma dal personale che vi opera all'interno.

Appunto Angela quindi molto probabilmente una differenza non c'è, perchè il personale purtroppo non viene selezionato in nessuno dei due tipi di scuola.
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Messaggio  Antonella Rivellino Sab Dic 13, 2008 1:20 am

rita_anvg ha scritto:

Appunto Angela quindi molto probabilmente una differenza non c'è, perchè il personale purtroppo non viene selezionato in nessuno dei due tipi di scuola.

Teoricamente invece Rita,nella scuola privata il personale viene selezionato nel momento del colloquio di lavoro...
solo che si sollevano due questioni:

1) chi seleziona,è in grado di valutare le competenze necessarie per questo campo e di "intuirle" in poco tempo?

2) la selezione risponde davvero al principio dell'accertamento delle competenze
o piuttosto a quello del possedimento di un titolo o,nella peggiore delle ipotesi,ad un
calcolo economico risultante dalla disponibilità del docente ad accettare retribuzioni bassissime?
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Messaggio  Aldieri AnnaLisa Sab Dic 13, 2008 5:44 pm

Sono pienamente d’accordo con quanto dice Mariapia……. Si parla davvero tanto di integrazione/ inclusione, ma nella pratica non si può certo dire che viene fatto davvero!!!

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Messaggio  concetta cesarano Sab Dic 13, 2008 6:20 pm

Data la mia esperienza lavorativa posso affermare che l'integrazione dei disabili, nelle scuola private, non sempre viene favorita attraverso strategie, programmi e metodi adeguati in quanto molto spesso questi bambini sono affidati ad insegnanti privi di specializzazione, per cui non sempre riescono a ricevere il sostegno dovuto.

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Messaggio  giusappina d'angelo Sab Dic 13, 2008 6:23 pm

Dato che ho lavorato nella stessa scuola privata dove ha prestato servizio Concetta non posso che confermare quanto da lei affermato.

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Messaggio  mariarosaria tarallo Sab Dic 13, 2008 9:59 pm

Sono d'accordo con l'analisi fatta da Antonella, con le dovute eccezioni, ma credo che su questo anche lei sia d'accordo ; )
Come sempre...sono le persone a fare la differenza. Ho conosciuto un contesto di scuola paritaria nella quale l'attenzione alla diversità è tra i principi fondanti di un progetto educativo dal quale altre tirocinanti ed io abbiamo potuto imparere cose importanti.

Occorrerebbe, però, in generale, proprio per le perplessità giustamente espresse da Antonella Riv., molto più controllo (ma un controllo puntuale, costante, con verifiche anche in itinere) su tutti contesti educativi, pubblici e privati, a garanzia di quei principi e di quegli obiettivi che non sono "opinabili", e il rispetto dei quali richiede, certamente, risorse, anche in termini di competenze, nella selezione delle quali non ci si può muovere con approssimazione, leggerezza, e tanto meno animati da ragioni di mero ordine economico.

Non conosco le procedure alle quali attenersi per iniziare un progetto educativo-didattico con una nuova scuola privata, secondo me, ad esempio, si dovrebbero inserire tra i requisiti dei punti particolari (ma ripeto, non sono informata in merito, è possibile che già si faccia ; ) Secondo me chi volesse "aprire" una nuova scuola, dovrebbe proporre una esperienza già collaudata di collegialità, tanto per dirne, una, avvalendosi di un gruppo docente che ha fatto almeno un piccolo percorso comune, tale da poter avere Tutti le idee chiare sulla portata di quanto si va ad iniziare. Tipo: facciamo prima gli italiani e poi l'Italia. Invece a volte si fa il contrario...praticamente come si è fatta l'Italia, e questo, a volte, ha creato dei problemi, degli strascichi dei quali il nostro Paese ancora risente. In poche parole...si dovrebbe iniziare dalle fondamenta, e ci vorrebbe un'apposita commissione di vigilanza (ma vigilanza con la V maiuscola) sul processo di nascita e di attuazione di una nuova scuola.

In quanto al sondaggio, Anto, perdonami, ma io sono un po' controcorrente a riguardo delle statistiche e delle percentuali ; ) non simpatizzo molto per esse. Tuttavia è chiarissimo che, nel caso della tua proposta, non si tratta di sondaggi volti alla percentuale, in quanto il voto è fatto di persone qui presenti e non esprime campioni di persone ; ) e i risultato ci danno una istantanea fedele, reale, di pareri di noi utenti, quindi, anzi ,grazie per questa bellissima proposta. Saluti carisssimi,ciao ; )
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INTEGRAZIONE SCOLASTICA DEL DISABILE - Pagina 3 Empty Non c'è differenza!

Messaggio  Roberta Leggiadro Lun Dic 15, 2008 10:06 pm

Dopo aver letto tutta la discussione su scuola pubblica e privata in seguito al sondaggio proposto da Antonella vorrei dire la mia opinione.
Innanzitutto credo che per la scuola pubblica sia un obbligo dare garanzie sulla possibilità di una programmazione speciale perchè una famiglia, che non ha le possibilità economiche di iscrivere un figlio ad una scuola privata, non può sperare che nella scuola pubblica dove andrà il bambino disabile si realizzi a pieno la sua integrazione/inclusione, deve esserne sicura che ciò si realizzi perchè ci sono cose previste dalla legge. Nel caso di scuole private, invece, le famiglie scelgono un istituto piuttosto che un altro perchè magari per il proprio figlio ci sono delle opportunità maggiori ed è quindi giusto che ottengano ciò di cui ha bisogno il bambino.
Detto questo ,secondo me, non dipende dal fatto che una scuola sia pubblica o privata a dare garanzie su una buona programmazione speciale, ma dipende dalle persone che vi operano in essa (come hanno sottolineato anche altre persone nel forum) e dalla singola istituzione pubblica o privata che sia.
Tutte noi abbiamo svolto il tirocinio e qualche seppur piccola esprienza la stiamo facendo....A me è capitato sia con il tirocinio ,appunto ,ma anche quando ho effettuato i laboratori scolastici e ancora ,in base alla mia esperienza di studente in classi con disabili di giungere alla conclusione che sia la scuola pubblica che quella privata se vogliono possono fare tutto ciò che è di loro competenza e forse anche di più per l' integrazione del bambino diversamente abile.
Le maggiori garanzie nella scuola privata dovrebbero essere date dal fatto che una famiglia paghi ma poi lo ripeto dipende, secondo me, da altri fattori.

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INTEGRAZIONE SCOLASTICA DEL DISABILE - Pagina 3 Empty Re: INTEGRAZIONE SCOLASTICA DEL DISABILE

Messaggio  Antonella Rivellino Lun Dic 15, 2008 11:27 pm

Sono contenta che stiate rispondendo in tante...

la mia proposta del sondaggio così "manicheistico" ( scuola privata/scuola pubblica) ovviamente non tendeva a stabilire quale sia la struttura migliore,
ma ad analizzare le nostre credenze a riguardo...

sono cioè dell'idea che vada "analizzato" il senso dei 2 voti a favore della scuola privata,per capire il perchè di questa risposta...
sfiducia?convinzioni personali?altro... proprio perchè in linea di massima (speriamo!) lavoreremo nella scuola pubblica,
quindi mi interessava capire che opinione ne hanno le future insegnanti... Very Happy
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INTEGRAZIONE SCOLASTICA DEL DISABILE - Pagina 3 Empty RE:INTEGRAZIONE SCOLASTICA

Messaggio  rosaianniello Mar Dic 16, 2008 1:17 am

Concordo con le ragazze su quanto hanno detto circa il sondaggio proposto da Antonella.Ho avuto esperienze lavorative prima in una scuola paritaria del mio paese e poi in alcune scuole statali di Treviso e posso dire che tra le due c'e' una differenza enorme!La scuola paritaria pur ricevendo sovvenzioni dallo stato non aveva ne' le strutture adatte ne' il personale qualificato per accogliere i bambini disabili,infatti incontrarono non poche difficolta' quando si iscrisse un bambino down e una bambina paraplegica.Dopo qualche settimana le mamme ritirarono i loro figli dalla scuola!

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Messaggio  aiello maria Mar Dic 16, 2008 8:52 pm

Anche io concordo con l' inserimento di sondaggi per la possibilità di confronti ancora più diretti.
Per quanto riguarda il discorso dell' integrazione credo che essa non dipenda dal "tipo" di scuola ma piuttosto dalle competenze possedute dalle insegnanti e dalla disponibilità a favorire questa inclusione.
Credo, infatti, che l'integrazione sia possibile attraverso la collaborazione e l' accettazione della comunità integrante, nella quale ci si trova a vivere che, in questo caso ,è rappresentato dalla scuola e che non sia una caratteristica specifica della scuola pubblica o privata, ma possibile in entrambe.
Grazie ragazze
Ciao a presto

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INTEGRAZIONE SCOLASTICA DEL DISABILE - Pagina 3 Empty modelli di progettazione...

Messaggio  mariarosaria tarallo Mer Dic 17, 2008 1:47 pm

secondo me questo aspetto evidenziato da te, Sara (rosariakaiser ; ) è fondamentale;
la collaborazione tra le nuove generazioni di vari Paesi, gli scambi interculturali, la conoscenza dei reciproci modi di "vedere" le differenze, e di attuare concretamente l'integrazione, è una via sicura, secondo me, per un futuro migliore in questo senso, perchè basato su un processo positivo e su delle basi concrete di conoscenze condivise.
Non a caso il compianto Vescovo di Roma Karol Woityla individuava nei giovani la speranza del futuro; le Giornate Mondiali della Gioventù, da lui appassionatamente promosse, erano e sono precedute da un intenso, vivacissimo impegno a più livelli, con scambi tra tutti i Paesi, coinvolgendo i giovani già nella preparazione di esse, in modo da sentirsi protagonisti fin dagli inizi e non semplici fruitori di un'iniziativa, seppure a loro favore.
Già a livello organizzativo certe iniziative devono essere attuazione concreta degli obiettivi e delle finalità alle quali tendono. Speriamo che anche a livello politico, in Europa come altrove, si proceda in questo modo, affinchè un progetto sia fondato sulle stesse basi positive come quelle sopra evidenziate, aprendo però sempre più la mente e il cuore al valore di Tutte le differenze. Recuperando la vera immagine dell'umanità, una e plurima.
Grazie a Sara.
Ciao.
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