impressioni e riflessioni sul secondo video pc comando vocale

inserite qui le vostre impressioni e riflessioni sul secondo video mostrato in aula sabato:
ausilio tecnologico con comando vocale spiegato da un diversamente abile.
questo forum conterrà le impressioni che avete messo sul vostro foglio.

la docente Floriana Briganti Carascon = admin

La pervasività delle nuove tecnologie nella vita quotidiana ha determinato l'avvento della cosiddetta "società dell'informazione";una società oin cui le nuove tecnologie offrono nuovi sistemi di integrazione,nuove modalità di fruizione dei servizi,nuovi modi di intervenire nella società,nuove forme di comunicazione. Queste novità possono,secondo me,essere identificabili come un superamento dei propri limiti spaziali e temporali (basta pensare al fatto che si ci può collegare con tutto il mondo restando semplicemente seduti dietro la scrivania di casa propria).
Oggi la tecnologia si è spinta ancora oltre essendo un efficace strumento per assicurare la valorizzazione delle capacità residue dei disabili e per sopperire a delle "mancanze". Le possibilità sono illimitate:una persona priva dell'uso delle mani può scrivere un testo,aprire la posta elettronica o navigare in internet semplicemente parlando al computer (come nel video visto in aula);una persona cieca può istruire un computer per leggere ad alta voce il contenuto sullo schermo du un Pc;una persona affetta da disabilità fisica può liberarsi dall'isolamento e dalla solitudine.
ma se da un lato l'informatica e la telematica offrono moltissime possibilità di valorizzare persone disabili,esse stese possono creare nuove barriere:spesso,l'avvento della società basata sulle tecnologie dell'informazione può rappresentare un'ulteriore forma di discriminazione e di esclusione in quanto se è vero che la tecnologia stà diventando sempre più facile e disponibile,è pur vero che fattori socio-demografici quali il titolo di studio,l'età,il reddito,influiscono in maniera determinante nell'adozione e nella diffusione di queste nuove tecnologie. inoltre la tecnologia potrebbe finire di emarginare dalla società una persona diversabile finendo con il rinchiuderla in un "tunnel virtuale" in cui spesso cadono anche molte persone cosiddette "normodotate"
La tecnologia dovrebbe servire a migliorare la qualità della vita e non ad innalzare nuove barriere fisiche e/o sociali.
Secondo me per fare in modo che la tecnologia diventi uno strumento di integrazione sociale e di crescita democratica è necessario rispettare degli accorgimenti che permettano a chi ha particolari disabilità,di superare le proprie difficoltà senza incorrere in nuovi ostacoli.

grazie Rossella per il tuo valido contributo. Ne approfitto per sottolineare per tutti alcuni temi che hai toccato e che sono importanti per il nostro percorso:
1 l'avvento delle nuove tecnologie e la "società dell'informazione" sono un superamento dei limiti spaziali ed una valorizzazione delle capacità residue dei disabili, ne parleremo proprio nella prossima lezione.
una persona affetta da disabilità fisica può liberarsi dall'isolamento e dalla solitudine, in fondo ne abbiamo parlato sabato credo, ci stiamo domandando se l'isolamento viene eliminato o favorito.
Mi interessa farvi discutere anche sul seguente quesito: le tecnologie sono un aiuto o una ulteriore barriera?. la docente

Ciao, ho letto con molto piacere anch’io tutti gli interventi e gli input della docente, grazie a tutti per questa bella esperienza.
Io sono molto favorevole all’utilizzo delle nuove tecnologie, ne apprezzo la notevole portata in termini di socializzazione, sono convinta che esse possano dare apporti determinanti ai fini dell’integrazione stessa e del miglioramento della qualità di vita delle persone diversabili; queste ultime, grazie all’uso del pc, e di applicazioni ad hoc, possono liberare la propria creatività, condividere i propri talenti, come la scrittura, con altri esseri umani, scrivere libri, saggistica, disegnare e molto altro.
Come ho già detto all’incontro del corso, secondo me le nuove tecnologie presentano gli stessi rischi di altri strumenti ed azioni umane: sono le persone ed i contesti a fare la differenza, gli Stati nei quali le persone vivono.
Intendo dire che se l’integrazione funziona…allora si fa un uso corretto anche delle nuove tecnologie; se invece essa rimane scritta sulla carta, cioè si ferma a livello teorico-progettuale, senza respiro pratico, ( ed è, dunque, attuata in maniera episodica e frammentaria, senza una reale sinergia tra tutti i membri di una comunità civile), allora le nuove tecnologie sono come costrette in gabbia…non si esprimono in tutte le loro potenzialità ed implicazioni; può succedere, a quel punto, che una persona, non aiutata a cogliere di esse la ricchezza, i molteplici usi ai fini della integrazione, si limiti, di conseguenza, ad utilizzarle per cercare di uscire fuori da quel mondo angusto in cui è costretto dall ’indifferenza, dall’inerzia della società, da tanti fattori ostacolanti l' integrazione, posti dalla società e non dall’ uso di un pc e di quanto esso consente.
Le nuove tecnologie, secondo me, non sono delle barriere: ripeto, credo davvero in quanto ho detto, che esse non siano mere protesi ma anzi estensioni dell’identità stessa di una persona, e credo che in ogni Paese civile si dovrebbe promuovere l’alfabetizzazione informatica, anzi, sono d’accordo con quanti esprimono l’esigenza di una educazione su e con le nuove tecnologie. Il reale è spesso, nelle nostre società, il virtuale in senso negativo, mentre il virtuale si rileva, talvolta, modalità per superarle le barriere, e aprirsi ad una comunicazione più vera.
Tutto ciò, naturalmente, nel rispetto delle opinioni diverse ; )
Ciao

Riguardo al secondo video visto in aula sabato ho subito pensato come la tecnologia e in questo specifico caso un semplice programma vocale, che facilita l'uso del pc, possa integrare persone diversamente abili all'interno di spazi virtuali come la chat o un forum dove tutti possono esprimere i propri pensieri senza la paura di essere giudicati per le loro condizioni di salute.

Il pc diventa in questo caso un mezzo per integrare almeno "virtualmente" persone con handicap all'interno di un "mondo" virtuale.
Riusciremo prima o poi a fare lo stesso anche nella vita reale e a non avere più pregiudizi sulle capacità intellettive degli altri,
che vengono ogni giorno giudicati e discriminati solo per il loro aspetto fisico?

Noemi ha scritto:Riguardo al secondo video visto in aula sabato ho subito pensato come la tecnologia e in questo specifico caso un semplice programma vocale, che facilita l'uso del pc, possa integrare persone diversamente abili all'interno di spazi virtuali come la chat o un forum dove tutti possono esprimere i propri pensieri senza la paura di essere giudicati per le loro condizioni di salute.

Il pc diventa in questo caso un mezzo per integrare almeno "virtualmente" persone con handicap all'interno di un "mondo" virtuale.
Riusciremo prima o poi a fare lo stesso anche nella vita reale e a non avere più pregiudizi sulle capacità intellettive degli altri,
che vengono ogni giorno giudicati e discriminati solo per il loro aspetto fisico?

se si vuole si può tutto anche se non è facile perchè l'integrazione dipende da molteplici fattori!
Volevo chiedere un piacere se possibile...siccome sabato ero assente potreste postare il link del video?
grazie anticipatamente.
Baci

> potreste postare il link del video?

certamente, eccolo:
ausilio informatico disabilita motoria
http://it.youtube.com/watch?v=QLubrr-IXHE

a venerdì
la docente

Guardando il video,ho avuto un ulteriore conferma di quanto siano importanti le tecnologie assistive ed ausiliari per i disabili, l'accesso alle tecnologie digitali rappresenta: una crescente opportunità di conoscenza istruzione, lavoro,intrattenimento;un diritto primario per tutti i cittadini,nessuno escluso.
Stiamo attenti al termine accessibilità, essa vuol dire rimuovere quelle barriere virtuali che sono di fatto, l'equivalente delle barriere architettoniche; di conseguenza non accessibilità alle informazioni di una porzione così rilevante della popolazione ha costi sulla collettività e si traduce nel mancato sfruttamento di rilevanti opportunità per i singoli e per la stessa collettività.
Il CNIPA si occupa di accessibilità già da alcuni anni;nel maggio del 2002 è stato costituita allo scopo una "Commissione interministeriale sullo sviluppo e l'impiego delle tecnologie dell'informazione per le categorie deboli" che si propone di elaborare proposte concrete e ben documentate, presenti nel libro Bianco"Tecnologie per la disabilità, una società senza esclusi" tra cui spicca un nuovo disegno legge ed alcune azioni necessarie a promuovere l'inserimento dei disabili nella società basata sull'informazione e la conoscenza.

Le tecnologie dell’informazione possono contribuire a sostenere l’integrazione dei disabili nella società.
Gli ausili mettono in grado le persone disabili di usare in completa autonomia un PC e riducono, anche se sicuramente non annullano, la loro disabilità. Questo determina un aumento di persone che possono svolgere una vita “normale” sia a livello scolastico che lavorativo. Spesso si tratta, infatti, soltanto di capire quale sia il posto giusto da assegnare in azienda ad una persona disabile che, se dotata degli opportuni strumenti, sarà in grado di svolgere correttamente le attività che le verranno assegnate. Ma se da un lato l’informatica e la telematica offrono moltissime possibilità di valorizzare persone disabili, esse stesse possono creare nuove barriere. Le limitazioni, infatti, non sono inerenti alla tecnologia, che è caratterizzata da un’enorme flessibilità, ma, paradossalmente, da mancate richieste poste alla tecnologia stessa.
Le interfacce grafiche apparentemente così semplici possono diventare un grosso ostacolo per chi non può vedere la freccia del mouse muoversi sullo schermo. Per fare un esempio: un’icona sul desktop – che permette di aprire direttamente un documento di testo o di accedere alla rete senza bisogno di dare ulteriori comandi – sembra un apprezzabile passo avanti verso la semplificazione dell’uso del computer, ma può invece rappresentare un problema difficilmente superabile per chi non la vede e pertanto non riesce a selezionarla.
Le nuove tecnologie possono migliorare la qualità della vita per le persone disabili solo se tali tecnologie sono sviluppate secondo quei criteri che permettono a tutti di utilizzarle.
Gli individui affetti da disabilità visiva hanno problemi, per esempio, con le presentazioni multimediali, i caratteri troppo piccoli, i particolari contrasti di colore, le immagini troppo piccole. Poiché non esistono standard che definiscano le caratteristiche dei siti web, molti disabili della vista possono essere esclusi da siti potenzialmente loro utili a causa di un design non appropriato.
Quanti sono affetti da problemi di mobilità fisica, anche gravi, come sclerosi multipla, paralisi o varie forme di artrite, possono incontrare difficoltà nel muovere il mouse o nell’usare una tastiera(in quanto non credo che tutti i disabili affetti da problemi motori abbiano la possibilità di utilizzare un pc attraverso dei comandi vocali). Quanti sono deboli di udito o sordi hanno difficoltà a utilizzare video in rete, o sentire i suoni di avviso del computer.
La tecnologia deve servire a migliorare la qualità della vita, non ad innalzare nuove barriere. Per fare in modo che sia uno strumento di integrazione sociale e di crescita democratica sarà quindi necessario rispettare degli accorgimenti che permettano a chi ha particolari disabilità, di superare le proprie difficoltà senza incorrere in nuovi ostacoli.
Pertanto termino affermando anzi credendo che la tecnologia non sia ne un vantaggio ,ne una barriera per la disabilità o meglio è una via di mezzo.
Ciao
(lulu87)... Luana Caiazzo

Credo che l'uso di nuove tecnologie informatiche sia un'arma a doppio taglio: nel caso della persona nel video, le tecnologie contribuiscono a far sì che anche una persona diversamente abile possa uscire dal proprio "isolamento", perchè anche se costretti a stare chiusi in casa si può socializzare con il mondo circostante ed allacciare delle relazioni significative per sè stessi. Le tecnologie facilitano la comunicazione per queste persone, quindi parlare di "protesi" per il disabile significa un'estensione del proprio corpo e delle proprie capacità, in quanto potenziano noi stessi. Nel caso di persone normodotate credo che un uso senza freni ed eccessivo delle tecnologie possa contribuire a creare una barriera tra noi e il resto del mondo, causando in questo caso l'isolamento della persona. Come abbiamo più volte ribadito in aula, è fondamentale l'uso che se ne fa di questi mezzi, perchè un uso non razionale di essi rende la tecnologia come un qualcosa di negativo dal punto di vista formativo, psicologico ed educativo.

Ciao a tutti! mi sono appena iscritta al forum e ho avuto modo di leggere i vostri interventi...Credo sia difficile reputare le protesi di Pistorius come un netto vantaggio o come un netto svantaggio...Mi spiego: non si sta mettendo in dubbio il suo allenamento sicuramente faticosissimo; in aula infatti questa mattina si invitava a riflettere su quanto lavoro c'è dietro quella corsa.E' da apprezzare la volontà di chi lotta per un sogno, il proprio sogno, anche se la natura non lo ha aiutato affatto!Non sono nelle vesti adatte per dire che Pistorius avrebbe dovuto o no partecipare alle Olimpiadi, ma vorrei ragionare sulla gara in sè; cioè credo che, nonostante tutta la fatica di questo ragazzo nel prepararsi (fisicamente e psicologicamente), quelle protesi obiettivamente lo avvantaggino nella corsa che diventa più veloce, inoltre gli consentono di stancarsi più tardi rispetto ad un "normodotato" che potrebbe ad esempio avere un crampo. D'altro canto, però, sicuramente ci sono degli svantaggi, come ho gia detto, nella preparazione, oppure ad esempio nel caso dovesse cadare...insomma provate a rialzarvi con la stessa abilità di chi ha entrambe le gambe! Ecco dunque perchè credo che non si possa considerare in questo caso le protesi come un vantaggio o come uno svantaggio...

Parto premettendo che ritengo Pistorius già un vincitore, ha saputo lottare con caparbietà nonostante il suo deficit fisico e si è affermato arrivando ad altissimi livelli sportivi. Non voglio fare del "pietosismo" nei confronti di questa vicenda, ma penso che Oscar alle Olimpiadi dei cosiddetti "normali" dovrebbe partecipare eccome!
Un uomo che si è allenato ed ha saputo ottenere delle prestazioni ottime con le sue gambe artificiali merita di confrontarsi con chi questo "problema" non lo ha avuto. Penso che, con tutto il rispetto, non sia cosa da tutti!
Si parla tanto di vantaggi, ma degli svantaggi no?? Come mai?? Non penso sia semplicissimo correre con degli arti in carbonio i quali non sono "spinti" certo da una macchina, ma da un corpo in carne ed ossa che si è preparato e sacrificato per ottenere tali risultati. Sarà anche maggiore la spinta che riceve grazie alle leve artificiali, ma questa è data soprattutto dalla forza che gli altri muscoli imprimono su di esse.
Credo dunque che una possibilità debba essere concessa a chiunque e, in questo caso, esistono a mio avviso le circostanze per darla. Non stiamo parlando di un uomo che si è "improvvisato" atleta, ma di una persona che ha dedicato la sua vita allo sport.

L'uomo fin dalle origini è stato sempre tecnologico, cioè fabbricatore di strumenti. Tra gli strumenti che maggiormente hanno segnato la storia della civiltà umana, possiamo annoverare quelli messi al servizio della comunicazione. La tecnologia ha fatto passi da gigante permettendo a tutti (normali e diversamente-abili) di usufruire di enormi vantaggi soprattutto in campo delle comunicazioni. E' pur vero che la tecnologia ha un costo e presuppone un certo grado di cultura ma credo siano limiti che si possono facilmente superare.

A mio avviso le tecnologie possono compensare specifiche disabilità, innate o acquisite, e sono ampiamente utilizzate come uno strumento riabilitativo e di compensazione delle abilità residue.
I PC, fin dalla loro comparsa, sono state macchine versatili e capaci di adattarsi a specifiche esigenze. Superfluo sottolineare il cambiamento prodotto nella qualità della vita di molte persone disabili che molto spesso hanno solo bisogno di strumenti adatti per sopperire ad un deficit.
Se queste persone hanno ausili adeguati per superare il loro deficit, usare un computer diventa facile; anzi, con il PC si vengono a dissolvere le barriere di esclusione e di differenziazione che si formano intorno ai disabili.
L'avvento del personal computer - e la realizzazione di software e hardware specifici - ha dato ad ognuno la modalità più consona alle proprie possibilità per accedere ad uno strumento che ha rappresentato un salto in avanti nella scuola, nel lavoro, nel tempo libero e, in generale, nell'accesso all'informazione e alla cultura. Oggi, gli ausili sono diventati apparecchiature o programmi sofisticati, in grado di risolvere con successo anche i problemi delle persone con gravi difficoltà.
Bisogna fare però una distinzione tra l'uso dell'elaboratore per la disabilità prevalentemente fisico/sensoriale e per quello che, genericamente, viene definito come ritardo mentale o disabilità intellettiva.
Nel caso di disabilità fisico/sensoriale il computer è un ausilio che consente di svolgere alcune funzioni che altrimenti sarebbero precluse, una sorta di protesi che permette di sopperire ad una funzione organica compromessa (strumento per migliorare l'accessibilità e aumentare l'autonomia). La verifica dell'utilità e la validità dell'ausilio sono date semplicemente dal criterio di funzionalità, direttamente accertabile dall'utente finale.
In situazioni di ritardo mentale, è invece chi assiste il disabile che deve servirsi dell'ausilio per interagire con lui (strumento di riabilitazione). Per far questo egli deve essere in grado di gestire e adattare l'ausilio al proprio progetto: obiettivi, contenuti, linguaggio, tempi e verifiche. In tale situazione diventa essenziale la scelta del software e delle modalità di utilizzo.

L'impressione che ho ricavato dal video è senz'altro positiva: infatti, grazie a questo nuovo programma di riconoscimento vocale per Pc, la persona impedita nell'uso delle mani può comunicare, lavorare, tenersi informato su ciò che avviene nel mondo, coltivare interessi di carattere culturale. Tutto ciò gli permette di uscire dall'isolamento e di alleviare sia pure in parte le sofferenze legate al suo handicap. Riflettendo sul vantaggio di questi ausili tecnologici però, non posso fare a meno di rilevare che essi sono pur sempre strumenti a servizio dell'uomo e non sostitutivi dell'uomo stesso, per cui potrà sempre capitare, per un qualsiasi motivo, che il sistema vada in tilt e a quel punto soltanto un altro uomo dovrà essere di aiuto al disabile. Quindi ben vengano le tecnologie ma esse devono essere affiancate da una presenza umana solidale, collaborativa, partecipe che è il vero valore aggiunto nei rapporti interpersonali.

In definitiva penso che l’interesse per l’utilizzo dell’informatica a sostegno del disabile è forte; vaste sono le aspettative, anche se spesso le competenze limitate portano ad utilizzare materiali informatici non del tutto rispondenti al deficit, ma spesso legati più alla disponibilità, adattata di volta in volta alle esigenze, che ad una scelta calzante con il singolo problema.
Si tratta di mettere in atto una pedagogia che valorizzi tutti i linguaggi ed i canali comunicativi, abbandonando il dominio quasi assoluto della scrittura e della lettura per trovare sintesi nuove, tali da porre una grande attenzione alla motivazione, alla relazione, a tutte le valenze psicologiche della scuola.
Internet risulta un mezzo estremamente efficace per comunicare o per fruire di percorsi educativi individualizzati e personalizzati, eliminando le barriere spazio-temporali.
Una ricerca condotta sugli strumenti ed i materiali per i diversamente abili, Autismo e comunicazione facilitata, (CF), mostra come in questo caso la tecnologia possa fare molto per questi bambini, fin dall’età prescolare dal momento che consente un maggior sviluppo comunicativo e relazionale, fondamentale per l’autistico, oltre all’acquisizione di autonomia personale.

Vorrei soffermarmi proprio sull'uso delle tecnologie. Come tutte le cose, credo che un uso spasmodico e senza freni delle tecnologie, possa portare ad una distorsione della realtà, a non vedere "oltre il proprio naso" e, a lungo andare, a non avere più interessi per ciò che ci circonda, fino a diventare computer-dipendenti. Però se utilizzate in modo appropriato all'interno dell'ambiente familiare o dei processi di apprendimento possono costituire degli alleati preziosi per apprendere, comunicare, interagire, allargare i nostri orizzonti e stare al passo con i tempi. Le tecnologie costituiscono, soprattutto, per le persone disabili degli "interlocutori vivi" con cui dialogare, apprendere e divertirsi.

Per quanto riguarda il secondo video visto in aula sabato 22, ho dedotto che un programma vocale, il quale facilita l'uso del pc per individui disabili, puo' essere un'ottimo mezzo di integrazione.
La tecnologia elettronica, informatica e telematica ha messo al servizio delle persone disabili numerosi di strumenti per esprimersi, studiare, lavorare, "entrare in rete" e comunicare con altre persone superando alcuni tipi di limitazioni fisiologiche e motorie. Gia' da tempo, ormai, le tastiere Braille per non vedenti, gli strumenti di sintesi vocale e i sistemi di puntamento adatti a chi non può usare il mouse danno a un grandissimo numero di disabili la possibilità di produrre informazioni, di lavorare e di studiare con l'aiuto del computer.
Secondo me le nuove tecnologie sono la possibilità di un riscatto per queste persone con difficoltà.