Psicopedagogia dei linguaggi (Briganti)
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fantasmi e silenzio

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Messaggio  maddalena di costanzo Gio Dic 04, 2008 6:35 pm

Tutti ricordiamo una ninna nanna che da bambini ci faceva addormentare e la voce della mamma che ci sollecitava quando era ora di cena il rumore assordante del traffico impazzito il dolce suono del carion ,ma come sara la vita di un bambino sordoEsiste un silenzio particolare, è il silenzio che conoscono solo i sordi. E la complessità di questa condizione ci piace ritenerla più una diversità che un handicap, più un orizzonte alternativo che una limitazione.

Noi tutti cominciamo da bambini a pensare per immagini, cominciamo ad organizzare il nostro esperire in serie articolate di immagini. Il mondo dell'immaginario si evolve in seguito ad una particolare capacità di elaborazione percettivo-ideativa del bambino secondo cui esperienze in un dato campo sensoriale, ad esempio acustico, si trasmettono alla gestualità, al movimento, integrandosi così in figurazioni complesse.

È così che sorge il simbolo linguistico; è proprio laddove esiste un simbolo, infatti, che nasce il pensiero ed il linguaggio. Il simbolo stesso è rappresentativo di uno stato di conoscenza ed è oggettivamente distinto dal pensiero, è un evento interno che viene sperimentato come distinto dalla persona che pensa. Se non si possiedono simboli, non si possono fissare e combinare le idee e diventa impossibile anche solo scoprire la base ed il motivo per pensare.

I sordi non hanno immagini uditive, non hanno l'idea del suono delle parole, di una corrispondenza suono-significato. Quello che è essenzialmente un fenomeno uditivo deve essere padroneggiato e controllato con mezzi non uditivi. Essi devono imparare a parlare senza l'aiuto di alcuna sensazione o ricordo sonoro attraverso gli altri sensi: la vista, il tatto, la percezione delle vibrazioni, la cinestesia.
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Messaggio  Antonella Rivellino Gio Dic 04, 2008 7:29 pm

Scrivi sempre degli interventi molto belli!
Complimenti!
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Messaggio  rita moscatelli Gio Dic 04, 2008 9:22 pm

Maddalena ,il tuo intervento è bellissimo, e ci spinge a riflettere su di un mondo sconosciuto, ma conoscibile attraverso l'impegno e l'amore.
Rita Moscatelli

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Messaggio  teresa aligante Gio Dic 04, 2008 10:15 pm

È vero i sordi non hanno l’idea del suono delle parole, ma sono gli unici esseri viventi che sanno “ascoltare con gli occhi”. Nel loro universo silenzioso sono riusciti a sviluppare un’arte sopraffina che consiste nel riuscire a carpire da ogni segno, da ogni più piccolo dettaglio, da ogni impercettibile particolare, l’intenzione ed il pensiero degli altri. Un’abilità che noi normodotati non sempre possediamo.

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Messaggio  Rosaria Kaiser Gio Dic 18, 2008 1:35 am

La notte di Natale del 1996 nel canale di Sicilia è avvenuto il più grande naufragio della storia del Mediterraneo dalla fine della seconda guerra mondiale. Nel tentativo di sbarcare nel nostro paese, circa trecento clandestini di origine pakistana, indiana e tamil, muoiono per l'affondamento di una "carretta del mare". Il fatto passa quasi completamente sotto silenzio. Nulla avviene durante quei giorni di festa e quando all'inizio di gennaio arrivano dalla Grecia le prime denunce dell'accaduto, la reazione delle autorità italiane è il rifiuto di credervi: come poteva essere successa una tragedia di simili proporzioni senza che il mare e le coste siciliane ne portassero traccia? Da quel giorno c'è intorno solo silenzio............ Sad

Rosaria Kaiser

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Messaggio  aiello maria Gio Dic 18, 2008 2:28 pm

Volevo complimentarmi con maddalena hai proposto una tematica molto bella.
Soprattutto interessante perchè credo che in noi non sempre si pongano questi interrogativi relativi alle difficoltà vissute da persone con disabilità
i sordi non conoscono il suono della voce dell'altro e di sè stessi, però, io credo che sappiano comprendere e soffermarsi sulle cose molto di più di noi che possediamo questo dono.
Grazie per la discussione attivata
Ciao Laughing Laughing

aiello maria

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Messaggio  rosa aromino Gio Dic 18, 2008 3:07 pm

La sordità è stata definita un handicap nascosto proprio perché le problematiche, che sottintende, non sono facilmente e immediatamente percepibili dadagli udenti, siano essi docenti o compagni di classe.
Quando infatti un bambino sordo arriva a scuola, l’insegnante individua quasi subito una serie di difficoltà riguardanti sia l’area socio-affettiva che quella cognitiva, ma non sempre è in grado di metterle in relazione con il deficit e quindi di agire adeguatamente per aiutare il bambino a superare l’handicap.
I docenti, ma anche i compagni di classe, spesso rimproverano al bambino sordo:
* di essere isolato rispetto al resto della classe;
* di non stare attento, proprio lui che ha così bisogno;
* di avere atteggiamenti aggressivi o di rifiuto, spesso nei confronti dell’insegnante di sostegno;
* di non fare i compiti a casa e di non portare il materiale scolastico richiesto.
E’ vero che il bambino sordo tende a isolarsi rispetto ai compagni, ma è altrettanto vero che questo avviene a causa delle difficoltà comunicative.
Non dobbiamo infatti mai dimenticare che la sordità è un deficit sensoriale che, se è da solo, lascia integre le facoltà intellettive.
I problemi dunque riguardano la comunicazione ed esistono alcune strategie comunicative che gli udenti devono conoscere per poter comunicare più facilmente con il bambino sordo:
* mettersi sempre di fronte a lui quando si parla;
* accertarsi di avere il viso e la bocca ben illuminati (mai mettersi contro luce);
* parlare in modo chiaro e semplice, senza usare frasi lunghe e con troppe subordinate;
* smettere di parlare quando si è girati a scrivere alla lavagna;
* parlare a turno, uno per volta, e segnalare con la mano quando qualcuno interrompe e interviene nella conversazione;
* toccare leggermente sul braccio il bambino per richiamare la sua attenzione, mai all’improvviso e alle spalle;
* farlo partecipe di tutto quello che avviene in classe e che a lui può sfuggire. Ad esempio avvisarlo quando il bidello entra per un avviso, mentre lui è chino sul quaderno a scrivere;oppure spiegargli cosa succede, quando qualcuno dal fondo della classe lancia una battuta e tutti scoppiano a ridere.

Un gioco di simulazione, che si può proporre per meglio far comprendere alla classe le difficoltà delle persone sorde, è quella di porsi tutti in cerchio per raccontare, a turno e senza voce, quello che si è fatto il pomeriggio precedente.
Immediatamente vengono fuori i problemi:
* non tutti articoliamo le parole allo stesso modo (i sordi dicono che le labbra sono come i polpastrelli delle dita: non ce ne sono due uguali);
* non tutti abbiamo la stessa capacità di leggere sulle labbra;
* la lettura labiale è molto faticosa perchè richiede un’attenzione visiva costante;
* se più persone parlano contemporaneamente è impossibile seguire la conversazione;
* se parlando usiamo la gestualità spontanea, la comunicazione diventa più chiara ed efficace;

Quando non comprendiamo quello che gli altri dicono, diventiamo nervosi, diffidenti e anche permalosi (sono le caratteristiche della personalità che negli stereotipi vengono imputate ai sordi).
Il secondo rimprovero è che il bambino sordo non sta abbastanza attento in classe, ma dobbiamo sempre ricordare che la lettura labiale è faticosissima.
Allora, il docente cercherà di rendere la sua lezione il più possibile visiva, accordandosi preventivamente con il collega di sostegno in modo da reperire foto, diapositive, grafici e schemi che possano facilitare la comprensione.
Se abbiamo un allievo sordo in classe non possiamo ipotizzare cinque ore di lezione frontale, ma dobbiamo imparare a fare scuola in modo diverso e scopriremo che quello che funziona con i sordi, va benissimo per gli udenti.
alcuni atteggiamenti aggressivi o di rifiuto del bambino derivano spesso dall’incapacità del docente di adeguare la propria didattica alla reale situazione di partenza dell’alunno stesso.
Molte volte si chiede all’allievo sordo troppo oppure troppo poco.
Nel primo caso si possono innescare reazioni aggressive, perchè il bambino non è mai in grado di fare il compito, che è troppo al di sopra della sua preparazione di base, oppure è formulato in un italiano difficile e quindi incomprensibile, e lui, sentendosi frustrato, reagisce negativamente.
Nel secondo caso, si perde un’occasione, difficilmente recuperabile, di proporre nuove conoscenze in un intervento educativo, in cui il tempo sembra sempre pochissimo, e ad un bambino a cui le informazioni arrivano limitate a causa del deficit.
L’insegnante, che ha in classe, uno di questi bambini, si rende immediatamente conto che quest’allievo non ha una competenza linguistica, nell’italiano parlato e scritto, adeguata alla sua età, proprio perchè le persone sorde non acquisiscono spontaneamente la lingua vocale (mentre questo avviene con la Lingua dei segni), ma la apprendono mediante un intervento logopedico che può durare anche 10/12 anni.
Nella scuola dell'infanzia è più semplice operare, nonostante l’inadeguatezza linguistica del bambino sordo perchè nella comunicazione, anche dei bambini udenti, ha un ruolo essenziale la gestualità spontanea e le esigenze comunicative sono meno raffinate.
Le problematiche invece diventano più ampie nella scuola primaria ,quando comincia lo studio delle materie orali e si richiede una produzione scritta più corretta sul piano formale e più ricca nel contenuto.
Da quanto detto , emerge chiaramente il ruolo essenziale che hanno, nella programmazione didattica, la rilevazione della situazione di partenza e le strategie didattiche, nonchè le competenze e , soprattutto, la sensibilità dell'insegnante.

P.S.
Complimenti a Maddalena!..bella tematica!..ma tanto le sorelle Di Costanzo sò kell kè sò!

Very Happy

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Messaggio  rosa aromino Gio Dic 18, 2008 3:10 pm

Le condizioni del sordo come definito da Louise Trenque:
"come lo spettatore di un film permanentemente sonoro per tutti e muto solo per il sordo stesso".

rosa aromino

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Messaggio  giuliana di girolamo Lun Dic 22, 2008 7:23 pm

Teresa sono d'accordo con te,è vero i sordi non hanno l’idea del suono delle parole, ma sono gli unici esseri viventi che sanno “ascoltare con gli occhi”.

giuliana di girolamo

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Messaggio  Angela La Mura Mar Dic 23, 2008 6:56 pm

bel post.
Sono pienamente daccordo con voi.
Credo che nei sordi e nei ciechi vengono usate molto le abilità vicarianti a compensazione di abilità non idonee.
bounce

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fantasmi e silenzio Empty segni per parlare... occhi per sentire

Messaggio  Roberta Romano Ven Dic 26, 2008 3:39 pm

il mondo della sordità è un mondo ancora oggi inesplorato...

Un bambino che nasce sordo non è necessariamente anche muto, ma generalmente lo diventa a causa della sua stessa sordità. I bambini sordi, come tutti, dispongono della facoltà di linguaggio, quella capacità che permette ad un neonato di apprendere un sistema comunicativo perchè immerso nello stesso. Tutti noi abbiamo imparato a parlare ascoltando ed imitando i suoni che provenivano dall’esterno, il problema dei sordi è proprio questo, non riuscendo ad ascoltare non possono imitare. Questo è il motivo per cui le persone che perdono l’udito dopo i primi due anni di vita, periodo in cui si apprende la lingua, sanno parlare.
Le persone con un deficit acustico realizzano ugualmente la loro facoltà di linguaggio, lo fanno utilizzando invece della modalità acustico-verbale quella modalità visivo-gestuale, utilizzano, cioè, i segni per "parlare" e gli occhi per "sentire".

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fantasmi e silenzio Empty un'esperienza di musicoterapia

Messaggio  Roberta Romano Ven Dic 26, 2008 3:58 pm

"La Voce nei Sordi" di Giulia Cremaschi Trovesi


Gli Insegnamenti provenienti dai sordi


I sordi mi hanno aperto gli occhi, le orecchie, il pensiero, le conoscenze. La prima regola che è crollata è quella che vorrebbe attribuire l’ascolto soltanto alle orecchie.
Il Corpo Vibrante è il protagonista dell’ascolto. La voce nasce dall’Ascolto.
Vale per noi la regola che vale per il mondo "Essere nel Mondo". Le onde sonore si propagano attraverso l’aria e coinvolgono tutto ciò che fa parte della realtà (muri, pietre, legni, carta, liquidi, corpi ecc…) attraverso la risonanza. Si tratta di un fenomeno meccanico. A secondo del tipo di onda sonora (frequenza, intensità, timbro, durata) esse coinvolgono volumi da piccolissimi a immensi . Attraverso le risposte dei sordi ai suoni, alla musica, al fare musica ho avvertito che anche il mio corpo convibra con la realtà. Ho cercato di comunicare questo messaggio. I danni derivanti dall’inquinamento acustico dimostrano che tutti riceviamo le onde sonore attraverso il corpo. Le risposte dei sordi ai suoni ci dicono come sia pregnante l’inquinamento acustico nei nostri luoghi di vita quotidiniana, perfino dentro alle nostre case, alle aule della scuole, nei luoghi di lavoro. Il logorio non riguarda soltanto le orecchie bensì il sistema nervoso centrale, esso abbassa i tempi di attenzione degli alunni, distorce la comprensione delle parole, produce danni neurologici nei lavoratori ecc. Questo sta accadendo da decenni ma la consuetudine di credere che si ricevono i suoni soltanto con le orecchie non vuole essere sconvolta.

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fantasmi e silenzio Empty interessante

Messaggio  Rossella Accardo Sab Dic 27, 2008 12:20 am

complimenti per questa tematica,è davvero molto interessante... e sopratutto offre molti spunti di riflessione drunken
Rossella Accardo
Rossella Accardo

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fantasmi e silenzio Empty Re: fantasmi e silenzio

Messaggio  orefice.veronica Sab Dic 27, 2008 4:55 pm

Questa tematica ci dà l'opportunità di riflettere ed è senz'altro molto interessante e ci fà possibilità di conoscere aspetti nuovi
!!!!!!!!!!!!!!!!!

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fantasmi e silenzio Empty IL LINGUAGGIO VERBALE NON-STANDARD DEI BAMBINI SORDI.

Messaggio  Roberta Romano Sab Dic 27, 2008 8:24 pm

Credo sia un testo interessante di C. Chesi


.....I bambini sordi spesso presentano problemi quando scrivono, leggono e parlano.
Queste difficoltà essere correlate al solo il linguaggio verbale e non con quello dei i segni che si sviluppa naturalmente utilizzando il canale visivo-gestuale e rispettando le stesse fasi che attraversano i bambini udenti durante l'acquisizione del linguaggio verbale. Talvolta può accadere che un bambino non udente non sia immerso in un ambiente che gli permetta di acquisire la lingua dei segni e si trova, quindi, a dover imparare la lingua verbale “tradotta” in altre modalità a lui sensorialmente accessibili (scrittura, Italiano Segnato Esatto, lettura labiale). Bisogna sottolineare che né la conoscenza della Lingua Italiana dei Segni né il metodo di educazione linguistica utilizzato (oralista, bimodale o bilinguistico) sembrano influire univocamente sul tipo di produzioni: spesso gli stessi tipi di “errori” sono commessi da sordi con storie di vita estremamente diverse da questo punto di vista. La parola “errori” è stata volutamente evidenziata perché non rende giustizia a queste forme non standard che in realtà forniscono l'eccezionale opportunità di studiare lo sviluppo del linguaggio in una condizione di acquisizione anomala come quella in assenza di udito.

Principalmente due sono le proprietà che caratterizzano la condizione dei bambini sordi:

- la possibilità di accedere ad un input linguistico impoverito quantitativamente e qualitativamente

- l'impossibilità di trattamento naturale dell'informazione fonologica segmentale (proprietà fonetiche, fonotattiche ecc.) e, soprattutto, soprasegmentale (prosodia, ritmo, accentuazione ecc.).

Contrariamente, ad esempio, a quanto avviene con i bambini SLI (Specific Language Impairment) la predisposizione genetica, e quindi il supporto naturale allo sviluppo linguistico, è perfettamente integro nei bambini sordi (come appunto dimostra la capacit di acquisizione del linguaggio dei segni). Queste produzioni “anomale” costituiscono quindi un interessante banco di prova per le teorie linguistiche generative che postulano l'acquisizione del linguaggio come un fenomeno reso possibile dall'interazione tra un meccanismo biologico innato (LAD, Language Acquisition Device, Chomky 1959, Pinker 1984, 94 tra gli altri) ed un input linguistico sufficiente a fissare i parametri e fornire gli elementi lessicali propri di una lingua piuttosto che di un'altra (seguendo l'ipotesi della teoria dei Principi e dei Parametri proposta da Chomsky nel 1981).

Le restrizioni imposte a questo input affinché il “meccanismo di acquisizione linguistica” espleti le sue piene funzioni, sono di ordine temporale (i dati linguistici primari devono essere a disposizione del bambino entro il periodo critico, che pi o meno coincide con l'adolescenza), ma anche di natura qualitativa: varie ipotesi mostrano l'importanza delle informazioni prosodiche quali indizi fondamentali per la segmentazione del flusso fonico in parole e successivamente in sintagmi strutturali, delle informazioni semantiche che permettono di sfruttare dei principi di categorizzazione innati per assegnare etichette agli oggetti e delle informazioni pragmatiche che permettono al bambino di associare il significante al significato in un particolare contesto di riferimento.

Roberta Romano

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Messaggio  Maria Grazia Di Paola Mer Gen 07, 2009 7:41 pm

sul topic 'disabilità e silenzio' ci sono molti interventi sui linguaggi usati dalle persone sorde, inoltre sono descritti anche alcuni metodi di comunicazione dedicata

Maria Grazia Di Paola

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